BILLY (Billi, Bijlli), Nicola, il Giovane
Figlio di Nicola il Vecchio, fu attivo come incisore a bulino e disegnatore in pieno Settecento, specie nella città di Roma e di Napoli. Tranne il Gori Gandellini (1771), che ne identificò per somme linee l'attività, i repertori posteriori la confusero con quella del padre e fissarono anche una collaborazione con Antonio oggi poco documentabile.
Nel 1740, col disegno di Adamo e l'arcangelo Michele, inciso da F. Zucchi per il Paradiso perduto di Milton (Parigi [ma Venezia] 1740, in seguito più volte ristampato), il B. rivela già una notevole esperienza stilistica: la sua produzione incisoria, sia per la qualità, sia per il genere di illustrazione di opere di respiro europeo, è testimonianza della sua affermazione anche nell'ambiente romano della Calcografia Camerale, per la quale il padre continuava a lavorare artigianalmente. Cadono quindi gli estremi biografici (1729-1781) assegnatigli dall'Ovidi (1905), che peraltro gli attribuisce opere di Nicola il Vecchio. Il B. incise, per il Museo Capitolino di G. Bottari, i busti di Apuleio,Aristotele,Socrate,Euripide,Erodoto e Due teste incognite, da disegno di Giovan Domenico Campiglia (I, Roma 1741), mentre il busto di Apollo uscì nel volume III del 1755. Doti di attento illustratore, con preferenza a servirsi minuziosamente dei tagli del bulino nei volti e nella rifinitura dei capelli, mostrò anche nei ritratti posteriori: certo su invito del Campiglia iniziò la collaborazione al Museo Fiorentino o Serie di ritratti di eccellenti pittori dipinti di propria mano, pubblicato a Firenze fra il 1752 e il 1762. Ma nel 1748, in una serie di saggi di incisori vari, Ritratti dei più celebri professori di pittura in Firenze, era uscito del B. quello di Giovanni Holpein [Hans Holbein], da disegno di Giuseppe Menabuoni, inserito poi con quello di Federico Zuccheri (I, 1752) e seguito da Giovanni Maria Morandi (III, 1756),Giuseppe Nicola Nasini e Pier Leone Ghezzi (IV, 1762), ricavati tutti da disegni del Campiglia, e diffusi anche a parte. Contemporaneamente le sue qualità di traduttore svincolato dagli schemi provinciali, se pur un po' freddo, ne fanno richiedere la collaborazione all'illustrazione delle Antichità di Ercolano, promossa da Carlo III di Borbone. Il B. iniziò con un saggio, il Nilometrio (da invenzione di Francesco Lavega), inciso per il Prodromo delle antichità di Ercolano del Bayardi (I, Napoli 1752). Poi continuò, fino al 1779, ad illustrare le antichità nel gusto dell'epoca. Firmate "Nic. Billy Rom. Regius Sculptor incise", talora con l'aggiunta della località "Portici", le tavole recano come disegnatori i nomi di Camillo Paderni, Nicolò Vanni, Giovanni Morghen, Giuseppe Casanova, e in seguito furono spesso ricopiate, tanto quelle delle Pitture di Ercolano, quanto quelle dei Bronzi di Ercolano (Pitture, I, 1757, 8 tavole; II, 1760, 11 tavole; III, 1762, 4 tavole; IV, 1765, 4 tavole; V, 1779, 2 tavole; Bronzi, I, 1767, 6 tavole; II, 1771, 4 tavole).
Per opere del B. si vedano inoltre le collezioni librarie delle biblioteche di Roma e Firenze e, per i ritratti e le stampe tirate a parte, le collezioni stampe di Roma, Firenze (esclusi gli Uffizi) e Napoli, oltre a quella della Bibl. Palatina di Parma, sotto la generica indicazione di Billy Nicola.
Il fratello Antonio è segnalato dai repertori, sulla scorta del Gori Gandellini (1771), come collaboratore del B. nell'incisione di stampe di soggetto religioso, da dipinti di artisti (di un Carlo Pignoli, oltre a Pietro da Cortona, Guido Reni., Pierre Mignard, Sebastiano Conca, che negli esemplari noti risultano invece solo opera del padre), e di ritratti fra i quali viene segnalato quello di Innocenzo XI e di Marianna di Neuburg (irreperibili). Secondo il Le Blanc avrebbe inciso quattro Mosaici da disegno di Francesco Casanova. Se non soccorrono altre testimonianze, è forse più facile concordare su una sua collaborazione, di carattere subordinato, con il fratello Nicola.
Bibl.: Solo in quanto documentazione della letteratura sul B., e sempre con l'avvertenza che i due Billy omonimi, padre e figlio, sono fusi in una sola persona o confusi nell'attività, sicfr. oltre alla bibl. ad vocem Billy Nicola il Vecchio: Anonimo,Continuazione delle Novelle letterarie, in Novelle letterarie, Firenze, IX (1748), pp. 530 ss. (per il Museo Fiorentino); G. Gori Gandellini,Notizie istoriche degli intagliatori, I, Siena 1771, p. 111; E. Ovidi,La Calcografia Camerale e l'arte dell'incisione in Italia, Milano-Roma 1905, p. 46; British Museum,Catalogue of engraved British portraits, II, London 1910, p. 541, n. 12 (per il ritratto di Holbein); M. Praz,L'influsso delle scoperte di Ercolano sull'arte decorativa e sul gusto in Europa, in Emporium, XLIV (1938), n. 9, p. 159, ristampato con varianti e il titolo Le Antichità di Ercolano, in Gusto neoclassico, Napoli 1959, p. 77; U. Thieme-F. Becker,Künstler-Lexikon, IV, p. 34. Per Antonio, oltre al luogo citato di U. Thieme-F. Becker e a G. Gori-Gandellini, p. 110, vedi: F. Basan,Dictionnaire des graveurs, I, Paris 1789, p. 67; M. Huber,Manuel des curieux et des amateurs de l'art, IV, Zurich 1800, p. 147; Ch. Le Blanc,Manuel de l'amateur d'estampes, I, Paris 1854, p. 340.