BIFFI, Andrea, il Giovane
Figlio di Carlo e nipote di Gianandrea, entrambi scultori, nacque a Milano il 4 genn. 1645 (Milano, Arch. stor. civico, Famiglie, cart. 192). Fu ammesso al Collegio degli ingegneri il 10 nov. 1668, e, per poterne far parte, frequentò per sette anni, di cui quattro consecutivi, lo studio di Girolamo Quadrio (ibid.). Il22 giugno 1679 fu nominato architetto della Fabbrica del duomo carica che ricoprì sino alla morte (Annali della Fabbrica del Duomo). Morì a Milano il 28 luglio 1686 (Arch. di Stato di Milano,Popolazione, p.a., 138), e fu sepolto con il padre e il fratello Filippo nella chiesa di S. Antonio Abate di Milano (vedine l'iscrizione tombale, oggi non più esistente, in V. Forcella, 1890).
Intorno al 1664 scrisse un piccolo trattato non privo d'interesse, perché illustrato da elementi architettonici: Memorie annotate appertinenti a Ing.ri et Architetti Civili da Andrea Biffi Imparate mentre facceva la Pratica di Architetto et Ing.re sotto Ill.re Revº Quadrio Ing.re Coleggiato di Milano (Milano, Bibl. di Brera, ms., AD 15, 18, n. 3).
Per una festa d'armi a cavallo,Amore e Gloria, svoltasi nel 1669 nel "Regio Ducal Palazzo di Milano e dedicata [a]... Don Paolo Spinola Doria..., Governatore e Capitano Generale... nello Stato di Milano", il B. fu "l'inventore dei carri e delineatore", come ci attesta il volume che fu stampato in ricordo dell'avvenimento: delle otto tavole di questo il B. stesso delineò e incise la prima e ne delineò altre due.
Dal punto di vista stilistico, i disegni del B. non si discostano da quelli del padre o del Gherardini, a piccolo tratto minuto, con figurine molto piccole e schizzate esilmente, spesso arcuate negli arti inferiori, che richiamano Callot (del resto anche i costumi sono d'ispirazione francese).
Del B. è anche il disegno della tavola (p. 38) raffigurante l'Ospedale Maggiore nel Ritratto di Milano di C. Torre (Milano 1674), che con alcune varianti si ritrova, incisa da mano diversa e in modo più nobile, nelle Historiae Patriae di G. Ripamonti e nel De Bello Mediolanensi di Galeazzo Capella nell'edizione del Graevius del Thesaurus antiquitatum et historiarum Italiae..., Lugduni Bat. 1704, II, 1, coll. 643 s.
Come architetto il B. fu artista di una certa fama: nel 1679 firmò il progetto dell'attuale facciata della chiesa di S. Bernardino alle Ossa di Milano (Arch. di Stato di Milano,Fondo di Rel., p. a. "Confr. Mil.", 494, ex 18). Del resto già nel 1674 a lui erano stati affidati dal conte Vitaliano Borromeo diversi lavori al palazzo dell'Isola Bella (Nigra, 1937), ai quali sovrintese sino alla morte.
Nel 1674risulta che si occupò delle gallerie e dal 1675al 1681di altre parti del palazzo, fra cui alcune porte sotto il portico (di forma uguale ad alcune schizzate nel manoscritto braidense), di particolari decorativi della sala del trono (vedi le grosse conchiglie uguali a quelle nelle finestre di S. Bernardino). Pare che il B. avesse progettato anche il grande salone a ponente, che però fucostruito dopo la sua morte ed ultimato nella decorazione interna ed esterna solo in questi ultimi anni.
Nel 1681 progettò di "rendere moderna" la piccola chiesa di S. Donnino alla Mazza di Milano, ora distrutta; così ci attestano i quattro disegni originali, dei quali uno con la pianta definitiva è datato, nella Raccolta Bianconi (Milano, Biblioteca dell'Archivio storico civico, VII, pp. 35 s.).
Dalle due piante esistenti possiamo vedere come egli non alterò sostanzialmente la struttura romanica (per quanto a quell'epoca erano già avvenute delle modifiche per volere di s. Carlo), se non nell'abside; mentre invece radicale deve essere stata la trasformazione della facciata e delle cappelle interne, come ci attestano i due disegni dell'architetto.
Nel 1683 il B. è impegnato per il progetto della chiesa di S. Pietro di Carcegna presso Miasino (Nigra, 1937).
L'interno della chiesa fu realizzato in ogni sua parte strutturale e decorativa (l'unico del B. conservato nella sua interezza), mentre la facciata restò incompiuta nel coronamento e senza intonaco. Moduli affini presenta la vicina chiesa parrocchiale di Pisogno, ma non tali da poter fare con certezza il nome del B. (vedi anche Nigra, 1938).
Nel 1683 propose un progetto per il rifacimento della cupola del duomo di Como che non fu eseguito; il disegno firmato è conservato al Museo di Como (vedi F. Frigerio,La cupola della cattedrale di Como..., Como 1935, p II e tav. IV; Brentani, II, 1938, p. 81 n. 3).
Pare che al B. fosse stato affidato nel 1685-86l'ampliamento del cimitero della Mojazza fuori della Porta Comasina di Milano, non più esistente, con la costruzione di una nuova cappella (vedi Forcella, 1890, e Perochio, c. 45);il Brentani (1938 e 1963)pubblica documenti che si riferiscono, sempre per gli anni 1685e 1686, a interventi del B. nella chiesa di S. Lorenzo a Lugano.Il B. progettò, sempre a Milano, l'oratorio di Maria Immacolata presso la chiesa di S. Antonio Abate. I disegni originali della pianta, di cui uno firmato, sono nella Raccolta Bianconi (Milano, Bibl. dell'Arch. stor. civico, V pp. 34 s.); il Bianconi li credette erroneamente eseguiti per la vicina chiesa, quindi non mai attuati, e di mano dello scultore Gianandrea.
La pianta, salvo qualche modifica avvenuta in seguito, corrisponde alla planimetria odierna; tanto più che nell'ultimo restauro, avvenuto pochi anni or sono, sono state conservate le forme primitive. Non esiste alcun dubbio che i progetti fossero stati eseguiti dal B.; è certo che l'oratorio fu eretto nel 1686 (G. Nicodemi,La chiesa di S. Antonio Abate in Milano, in Arte Sacra, II [1932], n. 9, p. 41). Il B. è del resto citato come architetto dell'oratorio nella già ricordata lapide tombale dettata dagli eredi.
Il B. si inquadra nell'ambiente artistico determinatosi a Milano nella seconda metà del Seicento: nelle chiese si attenne a piante semplici, a navata unica con cappelle laterali, mentre per il salone Borromeo progettò un ambiente ad andamento spezzato, secondo planimetrie tipicamente ricchiniane. Così pure riferimenti al Ricchino si trovano nelle facciate, che presentano il pittoricismo caratteristico delle costruzioni barocche lombarde, e negli interni. Si nota però nel B., rispetto sia al Ricchino, sia al Quadrio, una tendenza, nei particolari, ad un decorativismo ancora più minuto, di stampo alessiano, ma più ridondante (ad esempio, nelle ghirlande di fiori e frutta che incorniciano il finestrone della cappella o che ornano la facciata nei progetti di S. Donnino). Ma nel B. si manifesta soprattutto una componente borrominiana, molto meno sensibile negli altri due artisti, nel gusto della linea sinuosa dei timpani, delle cornici a profili sottili e multipli (S. Bernardino); e che diventerà ancora più tangibile nell'architettura milanese del primo Settecento.
Fonti e Bibl.: Milano, Archivio stor. della Fabbrica del Duomo,Raccolta inedita delle Relazioni dell'Ing. A. B. ... 1681-86, F.D., cart. 140; Amore e Gloria festa d'armi a cavallo. [Milano] s.d., p. 16, tavv. I, II, VII; Milano, Bibl. Ambrosiana, ms. s. III p. e sup.: G. A. Perochio,Storia sepolcrale... milanese... [sec. XVIII], c. 45; K. H. von Heinecken,Dict. des Artistes dont nous avons des estampes, II, Leipzig 1788, p. 693; Annali della Fabbr. del Duomo di Milano, V, Milano 1883, p. 323; VI, ibid. 1885, pp. 13, 24; V. Forcella,Iscriz. delle chiese e degli altri edifici di Milano, V, Milano 1890, p. 398, n. 571; L. Brentani,Antichimaestri d'arte e di scuola delle terre ticinesi…, II, Como 1938, pp. 20 s., 81 n. 3; VII, Lugano 1963, pp. 143, 183 n. 31; F. Nardi,Cenni cronol. della chiesa di S. Bernardino detta dei Morti, Milano 1894, p. 36; V. Forcella,Spectacula ossia caroselli,tornei cavalcate e ingressi trionfali. Opera illustrata con incisioni tolte da antiche stampe..., Milano 1896, p. 8; E. Verga,Storia della vita milanese, Milano 1931, p. 331; C. Nigra,La chiesa di S. Pietro di Carcegna e il suo architetto, Novara 1937; Id.,Affreschi di Fermo Stella ritrovati a Pisogno (Lago d'Orta), in Boll. della R. Dep. di storia patria di Novara, n. s., IV (1938), p. 97; C. Baroni,Doc. per la storia dell'architettura a Milano..., Firenze 1940, pp. 99 ss., 280 s. nota, 287; G. Arienti,Nel Brolo. Il santuario e l'ossario di S. Bernardino, Milano 1941, p. 36; P. Mezzanotte-G. C. Bascapè,Milano nell'arte e nella storia, Milano 1948, pp. 429, 1037 (con notizie errate); P. Mezzanotte,L'architettura da F. M. Ricchino al Ruggeri, in Storia di Milano, XI, Milano 1958, pp. 452, 455; L. De Longhi Fraccaro,Notizie della chiesa milanese di S. Donnino alla Mazza, in Arte in Europa. Scritti di storia dell'arte in onore di E. Arslan, Milano 1906, I, pp. 215-222,passim; II, illustr. 154, 155, 159, 160; U. Thieme-F. Becker,Künstler-Lexikon, IV, p. 18 (breve notizia errata).