BIBLIOTECA (VI, p. 942)
Intenso il lavoro nelle biblioteche italiane ed estere nell'ultimo decennio, e intenso anche l'interessamento per esse da parte dei governi e degli istituti culturali. Caratterizzano questo periodo l'affermarsi dei compiti della specializzazione da una parte, e della divulgazione dall'altra, e una sempre più decisa tendenza al coordinamento e alla collaborazione, onde si ebbero notevoli quadri comparativi, un miglior impiego delle risorse disponibili e belle realizzazioni nel campo della catalogazione collettiva. È opinione comune che non siano state estranee all'intesa le condizioni economiche sfavorevoli in tutti i paesi, mentre volentieri si constata che esse non gravarono molto sulla vita delle biblioteche.
Opera di chiarificazione e di unificazione si è fatta in Italia nel rivedere entità numerica e valore patrimoniale delle raccolte, in ottemperanza alle disposizioni per la custodia, conservazione e contabilità del patrimonio bibliografico (r. decr. 26 agosto 1927, n. 917), nel sostituire e aggiornare una ricognizione di un cinquantennio fa, i cui risultati pubblicati in Statistica delle biblioteche (1893-96) erano ripetuti più o meno in tutti i notiziarî. Da un'analisi del nuovo censimento risulta che alla fine del 1935 le 34 biblioteche governative possedevano 127.984 manoscritti di fronte ai 96.690 che segnalava la Statistica citata, 745.450 autografi, 18.533 pergamene e documenti, 7.799.525 volumi, 34.296 incunabuli, 3.954.946 opuscoli, 29.371 carte geografiche, 170.764 stampe, 5729 disegni e 162.842 fogli volanti, per un valore di circa 2 miliardi; nell'insieme più che 12 milioni di stampati rispetto ai meno che 5 milioni e mezzo segnalati precedentemente; mentre per le 280 biblioteche non governative aperte al pubblico è risultato ancora maggiore il numero dei manoscritti e stampati rispetto a quello delle governative, e più che quadruplo quello dei carteggi. E già un censimento degli incunabuli, generale per tutte le biblioteche, esclusa la Vaticana, ne porta il numero a più che 110.000. A questa ricognizione fanno riscontro indagini sull'appartenenza, indole e fini delle singole biblioteche, sulla qualità e consistenza di inventarî e di cataloghi, e indagini statistiche relative al numero e qualità dei lettori ed al prestito dei libri; tutte intese a offrire criterî per un coordinamento e per una razionale distribuzione di compiti e a valutare in ogni direzione il rendimento dei singoli istituti. Ne è conseguita la pubblicazione di una guida delle biblioteche e anche di un Annuario (1933-34) che ne ha descritto 1160, escluse quelle degl'istituti universitarî e le popolari e le scolastiche, comprese quelle degl'istituti stranieri.
Notevole è l'accrescimento recente del patrimonio bibliografico: la Mostra delle biblioteche italiane tenuta a Roma nel 1934 ha divulgato la conoscenza dei molti cimelî di cui si venne in possesso per acquisto e per dono durante il primo decennio del governo fascista: ottima integrazione di fondi librarî portati a valore superiore, culturale e patrimoniale, e buon freno all'esodo verso l'estero dei nostri tesori. Con analoghe mostre speciali si viene incontro al crescente diffondersi dell'interessamento per la ricchezza delle nostre biblioteche. Le quali vanno formando anche utili archivî fotografici per l'uso, in rapidissimo crescendo, della riproduzione dei manoscritti e rari, totale o parziale, a richiesta degli studiosi, onde già ricchi sono gli l'archivî della Vaticana e della Laurenziana; e per l'uso esteso della microfotografia nella riproduzione manoscritti, dei documenti e degli stampati.
Si è formata in Roma, e va rapidamente arricchendosi, una biblioteca scientifica presso il Consiglio nazionale delle ricerche il quale dal 1928 usufruisce del deposito obbligatorio di ogni pubblicazione scientifica; e un'altra biblioteca presso l'Istituto internazionale per l'unificazione del diritto privato.
Per quanto concerne catalogazione, incremento librario per diritto di stampa e conservazione del materiale di pregio, v. catalogo e esemplare d'obbligo in questa Appendice, e la trattazione già svolta alla voce restauro: Restauro dei libri e manoscritti (XXIX, p. 136).
Dalle biblioteche governative l'interessamento si è esteso, attraverso le Sovrintendenze bibliografiche regionali, alle non statali, specie alle minori: si esplica in formazione di biblioteche nuove e riattivazione di spente anche nei paesi riconquistati alla madre patria, in concentramento di fondi pressoché abbandonati, in rinnovamenti di edilizia e di arredamento, in unificazione di metodi di lavoro, e nella partecipazione fatta più ordinata alla vita culturale della nazione in virtù dell'inquadramento che tutte le disciplina. L'attività dei sovrintendenti nel suscitare energie locali, nel promuovere sussidî statali, nell'assistere nei lavori bibliografici è stata bene sorretta dalla disposizione del 1931 per cui le spese relative alle biblioteche debbono essere comprese tra le obbligatorie nei bilanci locali. L'elenco delle Sovrintendenze subì varie modificazioni (r. decreto 11 aprile 1935, n. 575); e poiché l'ufficio loro si fa sempre più complesso, si tende a separarle dall'ufficio di direzione di biblioteca. In via di esperimento si hanno sovrintendenze isolate in Abruzzo e in Puglia. Utile riordinamento ebbero alcune comunali maggiori, per interessamento degli enti ai quali appartengono.
Un nuovo collegamento tra le biblioteche è nel Centro di informazioni bibliografiche istituito nel 1931 presso la Vittorio Emanuele in Roma (r. decr. 9 nov., n. 1799), analogo a centri già esistenti o in via di formazione in altri stati, in seguito a un voto espresso dal Comitato degli esperti bibliotecarî, allo scopo di aiutare gli studiosi. Il Centro si è opportunamente assunto, tra gli altri lavori la compilazione dell'Indice generale degli incunabuli delle biblioteche d'Italia, del quale è prossima a iniziarsi la stampa.
Uno dei problemi che più attrae l'attenzione è quello della bibl. cosiddetta "popolare" o "pubblica" (ingl. Free Public Library) o "per tutti" secondo un'espressione usata in Svizzera; bibl. di divulgazione, a differenza della bibl. di studio o scientifica. E del 1931 il congresso internazionale per la "Lettura pubblica" indetto dalla Francia in Algeri; del 1934 il congresso a Bari dell'Associaz. ital. per le biblioteche, dedicato a questo problema; nessun congresso bibliotecnico del resto perdette di vista la questione.
In Italia le biblioteche popolari ebbero qualche fioritura dal 1861 al 1885 circa, sorta la prima a Prato per iniziativa di Antonio Bruni che le diffuse in tutta Italia; poi si ebbe una stasi e una decadenza, quantunque si mantenesse e sorgesse qualche buona specializzazione come le rurali, le biblioteche di bordo e le cattoliche; poi ancora dal 1906 una ripresa che fu di breve durata, con iniziative buone ma disordinate e rispondenti a finalità svariate, a Torino, a Bologna, nel Mezzogiorno, in Sardegna e soprattutto a Milano con la Federazione italiana delle biblioteche popolari, animatore Ettore Fabietti. In questi ultimi anni il governo fascista ha affrontato e avviato a soluzione la questione con saggi provvedimenti: è istituito l'Ente per le biblioteche popolari e scolastiche inteso a coordinare le iniziative preesistenti, ad assistere, informare, imprimere indirizzo tecnico uniforme, a distribuire libri (r. decr. 24 settembre 1932, n. 1355); sono regolate direzione e assistenza e delineate le condizioni necessarie a una proficua vita di questi istituti (circolare 9 settembre 1934, n. 55); sono istituiti corsi di preparazione tecnica per il personale che in massima parte proviene dalla classe magistrale, voltasi con entusiasmo a questo nuovo compito culturale complementare (r. decr. 3 giugno 1935, n. 1240). All'Ente sono associate più che 15.000 biblioteche, non tutte certo dotate dei mezzi necessarî, e distribuite in modo molto ineguale nelle varie regioni. Il congresso di Bari ha bene riassunto il lavoro fatto in Italia e all'estero e delineato il da fare. È da augurare che l'Ente promuova l'autorizzazione, ai comuni, di imporre una lieve tassa patrimoniale al fine di attuare la legge del 2 settembre 1917, n. 1521, che ad essi fa obbligo di istituire e mantenere le biblioteche postscolastiche, inserendo il servizio di lettura tra i servizî di pubblica utilità: ai comuni l'onere finanziario, allo stato la tutela e la vigilanza. Molto ci sarà da innovare nei riguardi di locali, di attrezzatura, di suppellettile libraria, meglio organizzando in rapporto a esigenze speciali, e distinguendo tra biblioteche popolari propriamente dette e biblioteche scolastiche, e tra biblioteche di presenza e di prestito; qui si dovrà riunire e là estendere a centri non ancora provvisti: centri rurali, circoli, officine, caserme, navi, ospedali; e formare reparti per ragazzi e sezioni ambulanti che portino l'ausilio della lettura nelle frazioni dei comuni più appartate. Intanto hanno cominciato a provvedere i Fasci, le opere parastatali Dopolavoro, G.I.L., Combattenti, e società come il Rotary Club per i comuni rurali di Cuneo, e privati. Qualche biblioteca tecnica si istituisce presso i sindacati; due biblioteche in giardino si sono aperte a Roma e a Torino.
Il problema in molti paesi stranieri è risolto da parecchi decennî: interessamento di governi, di comuni, di società culturali, religiose e di beneficenza, mecenatismo di cittadini, buona preparazione tecnica di funzionarî addetti in numero grande hanno assicurato sviluppo fiorente alle biblioteche popolari. Negli Stati Uniti si contavano 235 biblioteche maggiori nel 1935, con molte succursali, ognuna delle quali ramifica in molte sottosezioni che a loro volta alimentano centri via via minori sino alle sezioni ambulanti; sovvenzionate dalla larghezza di istituzioni cittadine tra le quali le Fondazioni Carnegie e Rockefeller, non sono che gli esponenti maggiori, vigilati dall'A.L.A.; là più del 60% della popolazione legge libri di biblioteca. In Inghilterra dal 1870, venti anni dopo che la legge Evart le istituiva, le biblioteche pubbliche si distendono con una rete di buona organizzazione per tutto il paese, in bellissimi locali, i più costruiti dalla fondazione Carnegie; e così nei Dominions, specie in Australia. Ve ne sono di ottime in Finlandia, in Svezia, in Norvegia e in Danimarca dove nel 1934 si prestarono 10 milioni di libri a una popolazione ancor lontana dai 4 milioni di anime. Buone in Germania, paese che non ha accettato il principio della gratuità.
Rapide realizzazioni si sono avute dopo la guerra mondiale nel Belgio, che dal 1921 ha forse la migliore legislazione con tassa imposta, non facoltativa, all'uso dei paesi anglo-americani; in Cecoslovacchia; nell'U.R.R.S., dove sono mantenute dallo stato; in Bulgaria, dove le ha regolate una legge del 1927; in Giappone, dove nel 1928 molte ne furono aperte per festeggiare l'incoronazione dell'imperatore.
Suscitano speciale interesse le biblioteche degli ospedali che si vogliono istituite a scopo umanitario e anche terapeutico delle malattie nervose: nel'36 si è costituita al riguardo un'associazione alla quale aderiscono già parecchi stati.
In Italia il rinnovo edilizio totale o parziale ebbero parecchie biblioteche e insieme assetto razionale dei servizî e avviamento a riordinamento.
Nel 1935 la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze trasportava, con piano bene ideato e attuato con esemplare rapidità, la sua ingente suppellettile nei nuovi locali costruiti sui disegni di C. Bazzani, sulla riva destra dell'Arno, accanto al tempio di Santa Croce intorno a un chiostro antico, tra i più belli del Brunelleschi (per la planimetria generale, v. VI, p. 967). L'edificio consta di una fronte a due piani e seminterrato, la quale termina in una sontuosa duplice tribuna circolare che accoglie i cimelî danteschi e galileiani. Ad essa, come agli adiacenti musei, si accede per scala riservata, d'onore. Alla fronte si appoggiano 5 magazzini dai 5 ai 6 piani. L'edificio, progettato un quarantennio fa e costruito su area in più modi obbligata, non segue in tutto le linee dell'odierna edilizia delle biblioteche, e pure congiunge un'essenziale praticità al gusto e al sontuoso decoro adeguati alla ricchezza delle sue raccolte: armonica è la distribuzione degli spazî, che per larghe corsie ed ampî atrî evita ogni interferenza tra i servizî; ampie le linee e le forme; ben temperata la chiarità dell'abbondante luce dei soffitti a lucernarî; bene innestata la maggior parte dei magazzini librarî al centro di distribuzione. Moderna è l'attrezzatura; scaffalatura quasi tutta metallica (45 km.), schedario metallico nella bellissima sala dei cataloghi dai pilastri e ballatoi di acciaio, invio pneumatico di schede di richiesta, distribuzione elettromeccanica orizzontale, ventilazione, aria condizionata, avvisatori automatici; signorile il gusto dell'arredo per largo impiego di marmi e legni pregevoli, acciaio e vetro. Per gli studiosi si dispone di circa 300 posti, distribuiti in sette sale. In occasione del trasporto furono avviati molti lavori di assetto e di riordinamento di fondi di manoscritti, carteggi e stampati; e nella collocazione dei libri fu seguita la linea di sviluppo storico della biblioteca. La costruenda ala di via Magliabechi, che congiungerà la tribuna dantesca e galileiana a Santa Croce, darà sviluppo ai musei, accoglierà in migliore sistemazione manoscritti e carteggi, e i periodici in apposita grande sala di lettura.
In chiara riposante bellezza, in grande semplicità di linee, ha iniziato la sua nuova vita in Roma, nello stesso anno 1935, nel palazzo centrale della città universitaria, la biblioteca universitaria Alessandrina, volta ormai agli ampî sviluppi che le necessitavano: buon assetto dei libri in grandioso unico magazzino, buon assetto dei cataloghi già fusi per la suppellettile delle varie facoltà, opportuna distribuzione di sale di lettura e di consultazione. La biblioteca universitaria di Genova ha conseguito ottimo rimodernamento estendendosi nella contigua ex-chiesa di S. Girolamo, la cui navata, orizzontalmente divisa, forma in basso i magazzini che sono stati scaffalati a castelli metallici di 5 piani, in alto la sala di lettura e gli uffici; e nell'abside furono restaurati gli affreschi del coro. Alle stesse necessita, nell'ambito dell'alta cultura, risponde il buon riordinamento delle biblioteche universitarie di Pavia, Bologna, Pisa, Napoli, Catania, Cagliari e Sassari. Hanno avuto decoroso riassetto anche la Casanatense e la Vallicelliana a Roma, le biblioteche nazionali di Napoli e di Palermo, l'Estense di Modena, la Palatina di Parma, la biblioteca Governativa di Lucca e la Marucelliana di Firenze. La Governativa di Cremona si assesta in locale nuovo. Anche le altre biblioteche si sono avvantaggiate di scaffalature metalliche, di misure di sicurezza, di nuovi impianti, di nuovi arredi. A Roma si trasportò in sede nuova appositamente costruita e arredata modernamente la biblioteca dell'Istituto internazionale di agricoltura. Ampio rimodernamento ha avuto la Vaticana (v. vaticano, XXXIV, p. 1045).
Si sono rinnovate del pari parecchie biblioteche universitarie dell'estero: quella di Parigi, che per sopraelevazione dell'edificio si è aggregata la biblioteca d'arte e di archeologia e amministrativamente la biblioteca di guerra di Vincennes e S. Genovieffa, anch'essa rinnovata come la Nazionale; di Cambridge in locale di grande valore architettonico, con torre libraria all'uso ormai prevalso in America, ma in Europa in genere non accettato; quelle di Gand, di Upsala e di Lund, e di Sofia; la Yale di New Haven in bell'edificio; l'universitaria di Evanston, Illinois, in edificio che pur essendo di stile gotico, secondo l'uso diffuso nelle biblioteche d'America, risponde a tutte le esigenze odierne; e intanto si costruisce in stile Rinascimento italiano la nuova sede della Columbia University Library di New York. Si è portata in locale che nel 1931 è parso ultramoderno la Nazionale di Berna; a Ginevra la biblioteca della Società delle nazioni nel palazzo della società stessa; nel Clementinum, a Praga, la biblioteca degli alti studî tecnici; si è inaugurata in bellissimo edificio circolare, derivazione del vecchio tipo di sala circolare di lettura, la nuova biblioteca centrale di Manchester; in sede che sinora risulta tra le migliori per praticità funzionale la Pubblica di Sheffield; in un bell'edificio la Nazionale di Pechino. E sono divulgati i progetti di un edificio a disposizione radiale dei magazzini intorno a una centrale sala di lettura per una costruenda biblioteca centrale di Vienna che dovrebbe riunire la Nazionale, l'Universitaria e la Tecnica. Bel rinnovamento ebbero la Bodleiana e la biblioteca del Museo britannico; ampliamento la Library of Congress.
In alcune biblioteche si costituiscono filmoteche e discoteche.
Nel 1930 si è costituita l'Associazione italiana per le biblioteche, federatasi alla Federazione delle associazioni dei bibliotecarî nata nel 1927 e che oggi raccoglie 43 associazioni rappresentanti di 31 paesi. Nelle sue riunioni nazionali l'Associazione ha trattato interessanti questioni; e intanto ha partecipato attivamente ai congressi del Comitato internazionale della Federazione, ad alcuni di quelli del Comitato degli esperti bibliotecarî, organo dal 1927 dell'Istituto internazionale di cooperazione intellettuale; e ad altri ancora. Ci si preparava e prepara così ai proficui lavori dei congressi mondiali, il primo dei quali si tenne a Roma e Venezia nel '29, il secondo a Madrid e Barcellona nel '35: dall'edilizia delle biblioteche, dalla preparazione professionale del personale, dalla collaborazione, dal prestito internazionale all'unificazione di regole catalogografiche, alle biblioteche di documentazione (parlamentari, amministrative, ecc.), alle popolari, allo scambio di pubblicazioni ufficiali, alla superproduzione dei periodici, ogni argomento è stato oggetto di esame e di proficue decisioni.
Si è venuta così formando una tradizione di congressi, attraverso la quale le biblioteche sono passate da uno stadio di vita a sé, individuale, a quello di una collaborazione nazionale e internazionale: questioni d'ordine generale sono state risolte; iniziative di lavoro sono state coordinate a un determinato fine; voti e aspirazioni hanno trovato un'unica autorevole espressione. Per essi si constata esteso ormai a tutta l'Europa, e anche fuori, quell'interessamento che era una prerogativa dei paesi anglo-americani.
Bibl.: Bibliografie: R. Hoecker e J. Vorstius, Internat. Bibliogr. des Buch- u. Bibliothekswesens, Lipsia 1928, in cont.; Year's work in librarianship, a cura di A. Esdaile, Londra 1929, Library Association, in cont.: M. Burton e M. E. Vosburgh, Bibliography of librarianship, Londra 1934; Library literature 1921-1932. A supplement to Cannon's Bibliography of library economy 1876-1920, Chicago 1934. Nuovi periodici: Library quarterly edificato dal 1931 dalla nuova Graduate library School dell'università di Chicago; Archives et bibliothèques (Parigi), dal 1935 in sostituzione della Revue des bibliothèques che pare spenta in pari data.
Trattati generali: buona base scientifica e sicuro orientamento pratico darà alla cultura professionale l'Enciclopedia del libro. Raccolta di manuali di bibliologia biblioteconomia e bibliografia diretta dal Segretario del P.N.F., direzione tecnica di A. Sorbelli (Milano 1935) in corso di pubblicazione. Ottimo, enciclopedia e non manuale, condotto su dati sicuri e precisi, il Handbuch der Bibliothekswissenschaft, a cura di Fr. Milkau, Lipsia 1931, in continuazione, rimasto per sua morte interrotto dopo il 2° volume (I, Schrift und Buch; II, Bibliotheksverwaltung, di cui è annunciata la traduzione in francese); il 3° volume (Geschichte der Bibliotheken) sarà pubblicato da G. Leyh. Buona la Series of library manuals pubblicati dalla Library Association, Londra 1932 (in cont.); tra essi: W. E. Doubleday, A manual of library routine (1933); B. M. Headicar, A manual of library organization (1935); J. Minto, A history of the Public Library movement in Great Britain a. Ireland (1932). Da segnalare anche le pubblicazioni, dal 1933, della citata Graduate library School, Chicago, che ha tendenze meno strettamente tecniche di quelle abitualmente professate nelle scuole americane. Utile raccolta di studî: Essays offered to H. Putnam by his colleagues a. friends on his 30th anniversary as Librarian of Congress, 5 april 1929, Oxford-New Haven 1929; Miscellanea, in onore di W. Munthe, Oslo 1933: Mélanges Godet, Neuchâtel 1937; L. Crozet, Manuel pratique du bibliothécaire, Parigi 1932, buono per biblioteche minori; A. Predeek, Das moderne englische Bibliothekswesen, Lipsia 1933 (Zentralblatt für Bibliothekswesen, suppl. 66); H. Lehmann-Haupt, A. S. Granniss, L. C. Wroth, Das amerikanische Buchwesen, Lipsia 1937; K. Löffler, J. Kirchner, W. Olbrich, Das Lexikon des gesamten Buchwesens, Lipsia 1935.
Notizie storiche, statistiche e bio-bibliografiche per l'Italia: Le Accademie e le Biblioteche d'Italia nel sessennio 1926/27-1931/32, ed. dal Ministero della educazione nazionale, Direzione gen. delle Acc. e Bibl., Roma 1933; Annuario delle biblioteche italiane 1933-34, Firenze 1933 (P.N.F.-Associazione fascista della scuola. Sezione Bibliotecarî); Statistica di alcune manifestazioni culturali italiane nel periodo 1931-35, Roma 1937 (Istituto centrale di statistica del regno d'Italia. Statistiche intellettuali); Guida storica e bibl. degli archivi e delle bibl. d'Italia, a cura di L. Schipaarelli (R. Istituto stor. it. per il Medioevo), Roma 1932, in cont.: pubblicati 5 fascicoli a cura di R. Piattoli, F. Ascarelli, L. M. Cerasoli; E. Apolloni e G. Arcamone, Le biblioteche d'Italia fuori di Roma: storia, classificazione, funzionamento, contenuto, cataloghi, bibliografia, I: Italia settentrionale; I: Piemonte e Lombardia, Roma 1934; Il Veneto, Venezia Giulia, Venezia Tridentina, ivi 1935 in cont. (Bibliothèque des "Annales institutorum", III); L. De Gregori, Le biblioteche, Roma 1937, estr. al volume Dal regno all'impero, edito dalla R. Accademia nazionale dei Lincei. Nell'ambito delle Sovrintendenze bibliografiche, I tesori delle biblioteche dell'Emilia, a cura di D. Fava, Milano 1932, opera che si vorrebbe vedere estesa a tutte le altre sovrintendenze; C. Frati, Dizionario bio-bibliografico dei bibliotecari e bibliofili italiani dal sec. XIV al XIX racc. e pubbl. da A. Sorbelli, Firenze 1934 (Biblioteca di bibliografia italiana, XIII), corredato di buoni indici; G. Fumagalli, Aneddoti bibliografici, Roma 1933. Per l'Italia e l'estero: A. Esdaile, National libraries of the world their history, administration and public service, Londra 1934; M. Burton e A. Esdaile, Famous libraries of the world..., Londra 1937; Who's who in library science, a cura di C. C. Williamson e A. L. Jewett, New York 1933; K. Bader, Lexikon deutscher Bibliothekäre, Lipsia 1925, in Zentralblatt für Bibliothekswesen, suppl. 55; in preparazione un annuario statistico di tutte le biblioteche del mondo, da pubblicare in occasione del III congresso mondiale nel 1940. Opera esauriente: F. Milkau, Die Bibliotheken im alten Orient, Lipsia 1935, dove è segnalata la biblioteca (ritrovata da H. Winckler negli scavi del 1906-12) di Bogazkoy, villaggio dell'Anatolia sorto sulle rovine di Khatti, per il quale ritrovamento la nascita delle biblioteche, di cui si hanno resti, retrocede di sette secoli rispetto a quella di Ninive del sec. VII, conosciuta sinora per la più antica.
Biblioteche popolari: La lecture publique. Mémoires et vœux du Congręs international d'Algiers publiés par H. Lemaitre, Parigi 1931; Il III Congresso dell'Associazione dei bibliotecari italiani, Bari, 20-23 ottobre 1934, Roma 1934, estr. da Accademie e biblioteche d'Italia, 1934; Bibliothèques populaires et loisirs ouvriers, Parigi 1934, ad opera dell'Istituto di cooperazione intellettuale, che a completamento ha pubblicato anche Mission sociale et intellectuelle des bibliothèques populaires, Parigi 1937. Il primo dei su citati volumi dell'Istituto, che offre, tra l'altro, la traduzione delle leggi dei paesi di lingue meno universalmente note, Danimarca, Finlandia, Svezia, Cecoslovacchia, trova il suo completamento, specie per i paesi delle Americhe, in A. E. Bostwick, Popular libraries of the world, Chicago 1933, edito dall'A.L.A.; A. Squassi, La biblioteca popolare, Milano 1937; E. Fabietti, La biblioteca popolare moderna, 4ª ed., Milano 1933, e la buona rassegna relativa all'estero, corredata di ampia bibliografia, di A. Gallo, Le biblioteche popolari, in Acc. e bibl. d'It., 1934-37. L'Ente per le biblioteche popolari e scolastiche ha per organo La parola e il libro, rivista giunta al suo ventunesimo anno; pubblica anche Listino-guida bibliografica di opere consigliate per l'acquisto.
Edifici: W. A. Briscoe, Library planning, Londra 1927, specialmente per biblioteche minori; D. Fava, Il trasporto e la sistemazione della Biblioteca Naz. Centr. di Firenze nella nuova sede (luglio-ott. 1935), 2ª ediz., Firenze 1937; e gli articoli dello stesso autore, relativi alla storia della Biblioteca, in Acc. e bibl. d'It., 1935; G. De Gregori, Biblioteche dell'antichità, ibid., 1937, pp. 9-26.
Congressi: Gli Atti dei congressi e riunioni tenuti dall'Associazione italiana si leggono in Acc. e bibl. d'It., in pari data, anche in estratto; quelli del Comitato internazionale della Federazione sono pubblicati a sé; ultimo Actes du Comité international des bibliothèques 10e session, Paris, 24-25 août 1937, L'Aia 1938; quelli del Comitato degli esperti bibliotecarî in Bulletin dell'Istituto internazionale di cooperazione intellettuale, in pari data. Primo congresso mondiale delle biblioteche e di bibliografia, Roma-Venezia, 15-30 giugno 1929-A. IX. Atti pubbl. a cura del Ministero della educazione naz. (Dir. Gen. delle Acc. e bibl.), Roma 1931-34, voll. 6, contenenti discorsi, relazioni, comunicazioni, cataloghi di esposizioni, e Saggio bibliografico sul Congresso di G. Avanzi. Per il Congresso mondiale di Madrid non c'è sinora a stampa che il 3° vol. degli Atti (Biblioteche popolari). Per l'Italia cfr.: P. S. Leicht, La partecipazione italiana al Congresso intern. delle bibl. e di bibliografia, in Acc. e bibl. d'It., 1935, pp. 504-524.
L'Istituto di cooperazione intellettuale ha portato il suo interessamento anche su altre questioni, oltre che sulle biblioteche popolari, mediante inchieste internazionali (Rôle et formation du bibliothécaire [pref. di L. De Gregori], Parigi 1935; Coordination des bibliothèques: guide des services nationaux de renseignement du prêt et des échanges internationaux, Parigi 1933, 2ª ed.), anche sugli edifici di biblioteche e sull'esemplare d'obbligo. Vedi anche C. E. Richardson, Some aspects of international library cooperation, Londra 1928, e, dello stesso, General library cooperation American research books, Yardley, Pa, 1930.
È omessa la bibliografia implicita nelle opere generali citate, e la prosecuzione di serie già segnalate precedentemente.