BETLEMME (Belleem, Betheleem, Bethleem, Betleem, Betlehem, Betilehem, Bettalem)
Figlia di Gerardo, conte di Greci (Ariano Irpino), nel marzo 1121 fu designata badessa del monastero benedettino di S. Maria ad Portam summam in Benevento da Lavinia, badessa del medesimo monastero, la quale, morente, volle salvaguardare, con tale scelta, la pacifica vita delle consorelle da qualsiasi discordia per la sua successione. B. fu consacrata il 4 apr. m2i dall'arcivescovo Roffredo II, presenti Rachisio, abate di S. Modesto, e Giovanni, abate di S. Sofia, ma nel febbraio 1122 Calisto II le ordinava di comparire in giudizio nella Curia di Benevento: Agnese, badessa del monastero beneventano di S. Pietro intra civitatem, aveva mosso causa a B., infirmando la validità della sua elezione a badessa di S. Maria, monastero che ella pretendeva soggetto a quello di S. Pietro; B. chiese che Agnese producesse documenti tali da comprovare la fondatezza delle sue pretese. Il proseguimento della causa venne affidato dal pontefice infermo a Divizone, vescovo di Tuscolo, al cardinale Roberto da Parigi e al cancelliere Crisogono, che, alla fine di febbraio, emanavano una sentenza, confermata immediatamente dal papa, nella quale riconoscevano B. legittima badessa di S. Maria, monastero libero da qualsiasi soggezione a quello di S. Pietro, se non per l'offerta annuale di quattro pani e sei ceri. Sebbene Agnese avesse fatto presentare dal proprio avvocato il privilegio col quale Liutprando duca di Benevento (751-758) aveva assoggettato S. Maria a S. Pietro e i privilegi di conferma di quella soggezione, concessi da Pandolfo (961-981) e dai suoi successori, B. aveva potuto far dimostrare, sulla scorta di documenti, che il suo monastero era indipendente e governato da una propria badessa da oltre cinquanta anni.
Il nome di B. compare ancora in alcuni strumenti degli anni successivi e, più precisamente, in atti di donazione di privati al monastero: così, il 14 nov. 1130,Riccardo del fu Riccardo di Guarino da Fromari donava a B., per il monastero, la chiesa di S. Bartolomeo a Flumeri, con tutte le pertinenze e i diritti sugli uomini del luogo, nonché una terra "ubi Patemum dicitur" (la donazione fu confermata, nel marzo 1136, da Amato vescovo di Trevico). Nel novembre 1138Riccardo, signore di Trevico e Fromari, eseguendo le ultime volontà della moglie, donava al monastero di S. Maria, in persona di B., un mulino sito a Trevico; e ancora, nel novembre 1146, il detto Riccardo del fu Riccardo di Guarino donava alla badessa, per il monastero, due terre site "in vallone Paternum". B. ottenne anche dalla propria famiglia donazioni cospicue, che difese, a vantaggio del monastero, da ogni tentativo volto a infirmarle: il fratello Datiferio, conte di Greci (il cui nome compare anche, insieme con quello dell'altro fratello di B., Roberto, nelle sottoscrizioni all'atto di donazione del 1130),le aveva donato l'intero casale di S. Angelo de Ingeniis, in territorio di Savignano, in un periodo anteriore al i i So; in quell'anno i nipoti di B., Gerardo, signore di Greci e Savignano, e Brien, signore di Ferrara, querelavano la badessa per non aver ricevuto le prestazioni, dovute o pretese, dagli uomini di S. Angelo, sui quali non riconoscevano la sua giurisdizione. La causa, nella quale la badessa fu rappresentata dall'arciprete Ruggero, venne discussa nella corte di Salerno, alla presenza del giudice della città, e si concluse con la riconferma dei pieni diritti di B. sul casale di S. Angelo, sulle sue pertinenze e sugli uomini del luogo, i quali, tuttavia, avrebbero dovuto compiere alcune "operae" per Gerardo e Brien, in occasione della semina, del raccolto e della riparazione del castello e dei mulino di Savignano. Nella donazione di Dauferio alla sorella erano comprese anche le chiese di S. Croce, S. Giuliana e S. Barbara, pertinenze di S. Angelo de Ingeniis.Nel 1163Brien, per volontà dei fratello maggiore Gerardo, confermava a B. il possesso di S. Barbara in Monte Savignano.
B. dovette morire in un periodo posteriore al 12 febbr. 1175, data di un istrumento col quale Ruggero, figlio del conte di Andria, donava alla badessa due terre site nei pressi di Castelluccio e Carpignano, e anteriore al novembre 1188, quando si ha la prima notizia di una nuova badessa del monastero di S. Maria.
Fonti e Bibl.: Falconis beneventani Chronicon,in L. A. Muratori, Rerum Italic. Script., V,Mediolani 1724, coll. 96-98; Falconis beneventani Chronicon,in Cronisti e scrittori sincroni napoletani,a cura di G. Del Re, I, Napoli 1845, pp. 183-186; Ph. Jaffé-S. Loewesifeid, Regesta Pontif. Roman.,I,Lipsiae 1885, p. 804; P. F. Kehr, Italia Pontificia,IX,Berolini 1962, pp. 103-105; A. Di Meo, Annali critico-diplomafici del Regno di Napoli, IX,Napoli 1804, pp. 280-281; E. M. Jamison. The abbess Bethlem of S. Maria di Porta Somma…,in OxfordEssays in Medieval Hist. present. to H. E. Salter,Oxford 1934, pp. 33-44; App., pp. 62-64.