BERNARDO di S. Pietro in Vincoli
Appartenne alla congregazione di S. Frediano di Lucca; forse per questo Scipione Ammirato lo chiama Bernardo lucchese, ma, se la notizia si riferisce alla città di nascita, essa non trova conferma in altra fonte né documento. Nel marzo 1188 Clemente III lo elevò al titolo diaconale di S. Maria Nuova. Sulla sua particolare attività negli anni tra il 1188 e il 1195 si può solo dire che parecchie sottoscrizioni apposte ai documenti pontifici ne attestano la presenza in Curia. Celestino III all'inizio del 1193 lo promosse al titolo presbiterale di S. Pietro in Vincoli e, nei quattro anni successivi, lo incaricò di due importanti legazioni. La prima, di vasta portata sia per l'ambito del territorio su cui si svolse (Provenza, Vallese, Savoia, Piemonte), sia per la sua lunga durata (dalla fine dell'estate 1195 a quasi tutto il 1196), rimase limitata a questioni puramente ecclesiastiche: visitare episcopati e riformare abbazie. Di tale opera di riforma si giovarono le abbazie di S. Vittore a Marsiglia e di Bourg-St-Pierre nel Vallese. Ovviò al disordine che trovò in alcune diocesi, non mancando, per esempio, di richiamare all'obbligo della residenza i vescovi di Sion e di Aosta e di imporre loro che sottraessero al potere laico le cause matrimoniali.
La seconda legazione fu invece di carattere politico: Celestino III incaricò B., insieme col cardinale Pandolfo dei XII Apostoli, di favorire la lega che i Comuni toscani si proponevano di istituire, sull'esempio di quella lombarda, e di patrocinare i diritti che la S. Sede vantava su parecchie di quelle terre. Incarico non facile: all'opposizione dell'imperatore si aggiungeva il desiderio delle città toscane di sottrarsi anche all'influenza della S. Sede. La morte di Enrico VI (28 sett. 1197) offrì l'occasione più opportuna e la lega venne stipulata alla presenza dei legati papali l'11 nov. 1197. Innocenzo III, successo a Celestino III (8 genn. 1198), non esitò tuttavia a spedire ai legati un deciso richiamo coll'ordine di formulare e presentare nuovi statuti, non sembrandogli quelli appena stipulati sufficientemente garanti dei diritti della S. Sede e della sicurezza della Toscana. I legati eseguirono la volontà d'Innocenzo col risultato di avere anche l'adesione di Pìsa che in un primo tempo si era rifiutata di entrare nella lega. Innocenzo non fu perfettamente soddisfatto di come i legati avevano trattato la questione di Pisa e non mancò di disapprovare la troppa precipitazione con cui, in un primo momento, era stato scagliato l'interdetto contro la città restia alla lega.
Ai due legati, che già si trovavano in Toscana, fu affidato quindi l'incarico di risolvere la questione spoletina: Spoleto si era sollevata contro Corrado di Urslingen, luogotenente imperiale, e anche qui si trattava di tutelare i diritti della S. Sede sul territorio; la pratica fu tuttavia solamente avviata, poiché a risolverla definitivamente furono due altri legati papali nell'estate dello stesso anno (1198). Probabilmente B. e Pandolfo erano stati richiamati a Roma.
Da una lettera di protesta, inviata da papa Innocenzo III in data 18 febbr. 1199 al primicerio e al clero milanese, che avevano negato le procurazioni a B., suo legato colà, si ha notizia d'una missione da questo condotta a Milano; non se ne conosce tuttavia con esattezza lo svolgimento né lo scopo: si può pensare che egli cercasse di ottenere adesioni alla quarta crociata.
A questa l'ultima notizia che abbiamo sulla attività di B., che probabilmente si ritirò a Roma, dove morì nel 1204.
Fonti e Bibl.: La raccolta principale di documenti in Migne, Patr. Lat.,CCXIV,n. XV, coll. 13 s.; n. XXXIV, col. 26; n. XXXV, coll. 26 s.; n. DLV, coll. 507-509; n. DLXVIII, coll. 523 s. Brevi tracce biografiche in A. Ciaconius-A. Oldoinus, Vitae et res gestae Pontificum Romanorum et S. R. E. Cardinalium ab initio nascentis ecclesiae usque ad Clementem IX P. O. M., Romae 1677, I, p. 1142; L. Cardella, Memoria storiche dei cardinali…,Roma 1792, I, pp. 164 s.; F. Cristofori, Storia dei cardinali di Santa Romana Chiesa, Roma 1888, pp. 99, 223. Per le legazioni di B. vedi: S. Ammirato, Ivescovi di Fiesole, Volterra ed Arezzo,Firenze 1637, p. 113; R. Davidsohn, Forschungen zur älteren Geschichte von Florenz, I, Berlin 1896, p. 131; F. Savio, Gli antichi vescovi d'Italia. Il Piemonte, Torino 1898, p. 97; e soprattutto H. Zimmermann, Die päpstlichen Legationen in der ersten Hälfte d. 13Jahr., vom Regierungsantritt Innocenz III. bis zum Tode Gregors IX.(1198-1241), Paderborn 1913, pp. 22, 27, 144 s., 166 s., 184, 297 s.; P. Zerbi, Papato, Impero e "Respublica Christiana" dal 1187 al 1198, Milano 1955, pp. 130 s., 134; R. Davidsohn, Storia di Firenze,I,traduzione it., Firenze 1956, p. 913.