AIGLERIO (d'Ayglier, d'Aygler), Bernardo
Fratello di Aiglerio, arcivescovo di Napoli, nato, sembra, a Lione, fu monaco nella badia di S. Martino di Savigny, nella stessa diocesi e vi esercitava l'ufficio importante, secondo la Regola, di portiere, quando venne eletto abate di Lérins. Di lì, con bolla del 29 marzo 1263, Urbano IV lo trasferì a Monteccassino.
La sua scelta per la sede cassinese aveva, soprattutto, un fine politico: si trattava di assicurare al piano filoangioino, perseguito dal papa, le porte del Regno. E già il nome di Montecassino era comparso nelle trattative che avevano preceduto il conferimento a Carlo del titolo di re di Sicilia. Ma la scelta mirava, nello stesso tempo, anche a provvedere l'abbazia di un uomo che fosse capace di rialzarne le sorti, dopo la desolazione in cui da più di venti anni l'avevano precipitata le lotte sveve. E la scelta si dimostrò veramente felice.
L'A., tuttavia, poté iniziare la sua attività abbaziale solo dopo che S. Germano venne definitivamente conquistato da Carlo d'Angiò nel 1266 e che fu del tutto escluso il predecessore e competitore dell'A., l'abate Teodino di Capestrello. La comunità fu ristabilita dal nuovo abate dopo gli esili e riorganizzata nella disciplina regolare. L'A. attese a questo compito con intelligenza e zelo, come dimostrano le opere da lui scritte (Speculum monachorurn e In Regularn S. Benedicti expositio); consolidò la disciplina mediante appositi statuti che i monaci riuniti in capitolo, avanti alla S. Eucaristia solennemente esposta, giurarono di osservare. Inoltre, mediante inchieste e atti giuridici, cercò di riordinare e recuperare il patrimonio dilapidato e depredato, come fanno fede i registri tuttora esistenti, che, nella organizzazione feudale della Terra di S. Benedetto, hanno poi fatto testo per i secoli successivi.
Sono da ricordare qui le relazioni dell'A. con s. Tommaso d'Aquino, allontanatosi probabilmente da Montecassino durante le tempeste dell'epoca sveva e conosciuto da lui alla corte pontificia: l'A. nel 1269 concedeva ai domenicani l'erezione di un convento a S. Germano, e a Tommaso faceva ricorso per la soluzione di un dubbio, ottenendone una lettera, che sembra sia l'ultimo scritto dell'Aquinate.
Ma l'opera dell'A. non si esaurì nelle cure straordinarie richieste dalla speciale situazione di Montecassino. Anche su un piano più vasto fu fedele e valido cooperatore dei disegni papali. A lui e al fratello, dopo averli chiamati presso di sé a Viterbo, Clemente IV, nel 1267, affidava gli affari del Regno, in assenza di Carlo. Seguivano le lotte contro i Saraceni di Lucera e le numerose legazioni, durante le quali fu talvolta sostituito nella cura di Montecassino dal fratello: in Francia; a Venezia, nel 1269, per trattare l'alleanza contro i Turchi; in Ungheria, sempre nello stesso anno per concludere il matrimonio fra il figlio di Carlo d'Angiò e Maria, sorella di re Ladislao; a Costantinopoli per trattare a nome di Gregorio X con Michele Paleologo. Ma re Carlo sospettò di un accordo fra Roma e Bisanzio, che avrebbe diminuito la sua preponderante influenza e rovinato i suoi piani di conquiste in Oriente, e si vendicò sull'A. revocando la concessione della giustizia criminale a Montecassino. Poco dopo, il 3 apr. 1282, l'A. morì.
Il suo Speculum monachorum ebbe larga diffusione e spesso, nelle più antiche edizioni stampate, accompagnò il testo della Regola di S. Benedetto; di queste, la prima fu quella giuntina nel 1505, seguita da altre a Parigi (1507), a Colonia (1520), ecc.: l'ultima, ad opera di H. Walter, nel 1901 (Freiburg i. Br.). La In Regulam S. Benedicti expositio fu invece edita soltanto molto tardi, da d. A. Caplet, a Montecassino, nel 1894, ma già prima era nota. Pietro Boerio la seguì fedelmente; un abate di S. Germain des-Près, Guillaume de Précy, nel 1340, ne aveva fatto una traduzione francese, ora conservata a Parigi, Bibliothèque Nationale, ms. fr. 17250. Lo stesso Caplet ha edito anche i Regesti Bernardi I fragmenta (Romae 1890); esistono altri suoi registri che sono tuttora inediti. All'A, è inoltre da riferirsi il Regesto di Tommaso decano o cartolario del Convento Cassinese, a cura di M. Inguanez, Montecassino 1915.
Bibl.: Oltre a E. Gattola. Historia abbatiae Cassinensis, II, Venetiis 1733, pp. 481-484; Id., Ad Historiam abbatiae Cassinensis Accessiones, I, Venetiis 1734, pp. 302-374; L. Tosti, Storia della badia di Montecassino, III, Roma 1889, pp. 5-37,si veda specialmente la monografia di A. Saba, Bernardo I Ayglerio, abate di Montecassino, Montecassino 1931, che indica, utilizzandola, tutta la bibliografia precedente; e si vedano anche il Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., V, col. 1281, ed il Dict. de biographie française, IV, coll. 931 s.