Bernardino di Fosco
Nella rassegna dei Romagnoli, rievocati da D. per voce di Guido del Duca nella seconda cornice del Purgatorio, un particolare rilievo ha B. di F. da Faenza. Di lui infatti il poeta non si limita a dirci il nome, come fa per quelli ricordati appresso, ma vuole anche esaltare le virtù, particolarmente meritevoli di considerazione in quanto presenti nell'animo di una persona di umili natali: Quando in Bologna un Fabbro si ralligna? / quando in Faenza un Bernardin di Fosco, / verga gentil di picciola gramigna? (Pg XIV 101): dove, accanto al rimpianto del poeta per l'ordinata vita delle generazioni passate, è dato cogliere un D. aperto e sensibile alle nuove dottrine diffuse dalla poesia guinizzelliana.
Su questo personaggio la tradizione dei commentatori della Commedia è stata particolarmente avara di notizie, limitandosi senza variazioni di rilievo a darci una stretta interpretazione letterale e allegorica dei versi danteschi, priva di qualsiasi indicazione utile a individuare storicamente la figura di B.; valga per tutte la pur diffusa glossa di Benvenuto: " Et nominat alium, Faventinum virum plebeium sanguine, sed nobilem virtute animi, dicens... Iste B. fuit filius Fusci viri rustici, sed virtute sua honoratus in patria, ad quem non erubescebant nobiles Faventini accedere, ut audirent eius bonas sententias et pulcra scommata. Et eius dicta moralia et notanda allegabant... ".
Non molto di più è dato ricavare dalle fonti romagnole e soprattutto faentine della prima metà del Duecento (la stagione cavalleresca della Romagna), periodo nel quale si ritiene concordemente che B. sia vissuto. Un tentativo di individuazione storica del nostro sulla base di testimonianze documentarie è stato fatto dal Torraca che ha ritenuto, sia pure con qualche riserva, di poter identificare B. con un Bernardinus Fuscoli Achillis che prese parte nel 1216 agli accordi di pace fra i conti Guidi e i Traversari. Sia con tale identificazione sia con la menzione dantesca potrebbe accordarsi l'individuazione, fatta in anni non lontani da mons. G. Rossini, di un Bernardinus Fuscoli faentino, messosi in luce nel 1240 nella difesa della sua città assediata da Federico II, e divenuto poi podestà di Pisa nel 1248 e di Siena nel 1249.
Bibl. - F. Torraca, Su la " Treva " di G. de la Tor, in " Atti e Mem. Deputazione st. patria Prov. di Romagna " s. 3, XVIII (1899-1900) 97-130; ID., Studi d., Napoli 1912, 151-153; T. Casini, Scritti danteschi, città di Castello 1913, 69; G. Rossini, Federico II e l'assedio di Faenza (1240-1241), in " Atti e Mem. Deputazione st. patria Prov. di Romagna " VI (1940-1941) 148-150.