BENEDETTO
La provenienza e la data di nascita di B. vescovo di Bisaccia sono completamente sconosciute; egli successe a Zaccaria in quella sede vescovile tra la fine dell'anno 1282 e l'iniziodel 1283. Fu probabilmente preposto alla Chiesa di Bisaccia dal cardinal legato nel Regno di Sicilia, Gherardo, vescovo di Sabina, che il 23 novembre aveva ricevuto da papa Martino IV l'incarico di cercare un pastore adatto per la diocesi vacante, dopo che il capitolo non aveva mostrato di voler procedere all'elezione di un nuovo vescovo.
Dell'attività di B. come vescovo di Bisaccia non è rimasta testimonianza. Durante tutto il periodo del suo vescovato viene ricordato una sola volta: fu incaricato nel 1286 dal cardinal legato Gherardo di comporre una lite sorta tra il monastero di La Cava e un certo Giacomo, figlio del giudice Bisante di Bisceglie per alcuni beni in Molfetta. La sentenza che risolse la controversia in favore del monastero fu emanata il 18 sett. 1286.
Il trasferimento di B. dalla sede di Bisaccia a quella di Avellino, deciso da papa Niccolò IV il 20 apr. 1288 dopo la rinunzia dei vescovo Leonardo, eletto già nel 1267, ma poi non confermato, significò la fine di una controversia trascinatasi per più di vent'anni tra la Curia e la cattedra di Avellino in conseguenza degli eventi politici nel Regno dopo l'avvento di Carlo d'Angiò. Che B. fosse l'uomo adatto per un compromesso, in quanto godeva ugualmente la fiducia della Santa Sede e della corte angioina, risulta chiaramente dalle due missioni affidategli delle quali siamo a conoscenza: il 9 sett. 1288, poco dopo la sua elezione a vescovo di Avellino, B. fu incaricato da papa Niccolò IV, insieme al vescovo di Montemarano, di intervenire presso l'arcivescovo di Salerno in favore dei frati minori che avevano dovuto subire atti di prepotenza da parte del clero secolare e della cittadinanza.
Il 21 sett. 1290, poi, Carlo II d'Angiò destinò B. a far parte dell'ambasceria che si doveva recare in Ungheria per ricevere in nome della regina Maria, sua moglie, erede del regno d'Ungheria, il giuramento di fedeltà dai magnati e baroni del Regno; nel dicembre del 1290 Carlo Martello d'Angiò, vicario del Regno di Sicilia, ordinò di pagare a B. 60 once per le spese dei viaggio.
Durante tutto il periodo del suo vescovato B. fu implicato in un'aspra lotta con l'abate Guglielmo del monastero di Montevergine, deciso a sottrarre il suo monastero alla giurisdizione del vescovo di Avellino. Il processo fu portato davanti alla Curia e affidato dal papa al vescovo di Tuscolo: quando B. partì per l'Ungheria, non aveva ancora avuto una soluzione.
Quanto durò l'assenza di B. dalla sua diocesi non è noto, poiché mancano ulteriori notizie su di lui: B., a quanto pare, mori verso la fine del 1294. Gli successe l'8 apr. 1295 il francescano Francesco, già vescovo di Terracina.
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