ANTINORI, Bastiano
Nacque a Firenze da Alessandro il 25 ag. 1524. Ebbe notevole rilievo nella vita letteraria della città nella seconda metà del Cinquecento. Entrato nell'Accademia Fiorentina, vi lesse una dissertazione sulla poesia, difendendo tesi di natura platonica. Eletto console dell'Accademia (1565), l'A. è ricordato dalle cronache fiorentine per aver fatto celebrare, a proprie spese, un solenne servizio funebre in memoria del Varchi. Con il nome di "Grattuggiato" risulta tra i primi membri dell'Accademia della Crusca (1582), ove ricoprì la carica di censore (1585-88). "Uomo di Chiesa e intendente di molte cose", l'A. fu eletto senatore nel 1586 e inviato dal granduca Ferdinando I come commissario a Pisa (1589); si spense il 20 maggio 1592. Per onorare la sua memoria, i Medici vollero il suo ritratto dipinto su una delle volte della Galleria.
La fama dell'A. è legata alla ""rassettatura" del Decameron, cui fu preposto V. Borghini su invito di Cosimo I. In conformità alla "Nota Santa" che proibiva "si parlasse in male o scandalo de' Preti, Frati, Abbati, Abbatesse, Monaci, Monache, Piovani, Proposti o altre cose sacre", uscì a Firenze nel 1573 Il Docameron (o Cento novelle discorso in X giornate) di M. Giovanni Boccacci cittadino fiorentino, ricorretto ed emendato secondo l'ordine del sacro concilio di Trento, e riscontrato in Firenze con testi antichi, e alla sua vera lezione, ridotto da Deputati di loro Altezze Serenissime.
L'attesa che circondava quest'opera andò tuttavia delusa quando Sisto V pose nuovamente il Docameron all'Indice dei libri proibiti. I deputati alla "rassettatura" pubblicarono allora quelle Annotazioni et discorsi sopra alcuni luoghi del Docameron di M. Giovanni Boccacci, Firenze 1574, che ribadiscono, in termini decisi, l'illegittimità di un'opera di revisione al testo trecentesco: "Ciò che vi si rappezzerà o vi si rannesterà non si dirà mai così bene con quel che rimane, che non vi si scorga, come notabile cicatrice, la sconvenevolezza usai fastidiosa".
Queste Annotazioni, che sottolineano la squisita erudizione e l'acutezza filologica del Borghini dal quale furono stese, rifletterebbero anche, in taluni discorsi, secondo una tradizionale attribuzione, l'intelligenza critica dell'Antinori.
Fonti e Bibl.: S. Salvini, Fasti consolari dell'Acc. Fiorentina, Firenze 1717, pp. 180-184; G. Manni. Serie de' Senatori fiorentini, Firenze 1722, pp. 9, 11; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, I, 2, Brescia 1753, p. 845; G. Fontanini, Biblioteca dell'eloquenza italiana, con le annotazioni del signor Apostolo Zeno, II,Parma 1804, pp. 180 s., 191 s.; C. Marconcini, L'Accad. della Crusca dalle origini alla prima edizione del Vocabolario (1612), Pisa 1910, p. 74 s.