GAMBA, Bartolomeo (Bartolo)
Nacque a Bassano del Grappa il 15 maggio 1766 (come risulta dall'atto di battesimo; alcuni biografi lo dicono nato nel 1776) da Francesco e da Cattarina Munari.
Di famiglia modesta (il padre era uno sfortunato mercante fallito con qualche ambizione letteraria; cfr. Bassano, Bibl. civica, ms. 35.A.13), già a tredici anni il G. cominciò a lavorare nella rinomata tipografia bassanese dei Remondini. Sebbene confinato in ruoli dapprima meccanici e poi commerciali, egli, che aveva appreso la lingua francese, prese ad assimilare gli stimoli culturali che vi aleggiavano, anche grazie a una disordinata ma seria applicazione personale alla lettura.
Per quanto legato alle vicende della tipografia, il G. non tardò ad avvertire l'angustia dell'ambiente e del proprio ruolo: in cerca di nuovi stimoli, chiese agli agenti commerciali dei Remondini di essere utilizzato per cinque anni di viaggi a largo raggio, anche in Oriente. Il progetto però non giunse in porto; solo con la morte del direttore del magazzino dei Remondini a Venezia il G., scelto a succedergli, diede una prima svolta alla propria vita.
Trasferitosi dunque a Venezia, egli, pur impegnato nel lavoro di distribuzione e di vendita dei libri, cominciò a compilare per il suo editore, nel tempo libero, estratti di giornali e riviste, nonché informazioni e critiche sulle pubblicazioni che giudicava di qualche interesse; inoltre, poiché Giuseppe Remondini era anche un appassionato collezionista di stampe e di libri rari, egli divenne suo consigliere e agente per gli acquisti, per i quali pare si basasse inizialmente sulla Bibliographie… des livres rares et singuliers di G.-F. Debure (I-VII, Paris 1763-68). Sotto la guida del G. la tipografia e calcografia Remondini si sviluppò notevolmente sia per ampiezza (fino a 300 dipendenti), sia per diffusione dei prodotti anche all'estero (Francia, Spagna, Portogallo, Oriente) e, non essendo mai stata troppo impegnata né politicamente né culturalmente, superò senza gravi difficoltà i rivolgimenti che precedettero e seguirono la caduta della Repubblica veneta.
Le prime testimonianze dell'attività letteraria del G. datano al 1800-02, con due brevi diari di viaggio, Viaggio a Udine, Trieste, Fiume in luglio1800 (pubblicato a cura di G. Pagnini in Archeografo triestino, s. 4, XVIII-XIX [1954], pp. 25-37) e Lettere scritte nel mio viaggio d'ltalia e di Sicilia dal novembre 1801 al marzo 1802 (inedito autografo della Bibl. civica di Bassano, ms. 29.A.1.5), lavori che evidenziano una notevole lucidità e serenità di giudizio, spesso critica ma sempre equilibrata nel valutare i problemi del tempo, anche se vi traspare una certa avversione per il "disordine" creato dagli invasori francesi.
L'impegno nel commercio librario unito agli interessi bibliografici guidò il G. verso un'attività più propriamente editoriale, in cui, al di là di un certo amore per le edizioni di tipo bodoniano, nitide e chiare, la principale preoccupazione divenne quella di fornire ai lettori testi sicuramente corretti, controllati ed emendati. Questa politica aziendale entrò in crisi nel 1811, allorché, morto il Remondini che l'aveva favorita, il di lui figlio e successore Francesco dimostrò nei riguardi del G. un atteggiamento critico che convinse quest'ultimo ad allontanarsi.
Negli ultimi mesi di quell'anno il G. risulta presente a Milano, dove l'amicizia con G.G. Trivulzio, allora ministro delle Finanze del Regno d'Italia, gli procurò diversi incarichi, tra cui quello di riordinare la biblioteca del viceré Eugenio Beauharnais, e quelli di censore per tutte le stamperie del Regno e di ispettore generale delle stampe per il dipartimento dell'Adriatico.
Alla Restaurazione il G. incontrò qualche iniziale diffidenza da parte delle autorità austriache, che però il suo distacco di studioso e la protezione del dotto patrizio Alvise Mocenigo, di cui era divenuto amministratore, consigliere e poi socio, fecero presto dimenticare, al punto che egli poté ottenere nella nuova amministrazione la carica di direttore dell'Ufficio centrale di censura.
L'amicizia col Mocenigo coinvolse il G. in una nuova impresa editoriale quando quello, acquistata nel 1810 una piccola tipografia denominata d'Alvisopoli, ne trasferì la sede in un suo stabile a Venezia, a S. Apollinare, ne quadruplicò i capitali e nel settembre 1814 ne affidò la direzione al G., garantendogli anche la metà degli utili.
La politica aziendale del G. portò in breve tempo la tipografia d'Alvisopoli a dominare in modo netto il mondo delle tipografie artigianali veneziane, ormai superate dai tempi, facendone "la stamperia della Restaurazione, erudita, operosa, sgombra d'ogni indulgenza per i nuovi fermenti di pensiero" (Vianello, 1967, p. 15). Fu proprio in quella cultura rigidamente "erudita" della Restaurazione nel Veneto che ben s'inserirono le iniziative editoriali del G.: emblematica fra molte la nota "Collezione d'operette in prosa d'istruzione e di piacere", che è di fatto una raccolta non di classici, ma di testi di lingua, per cui l'assenza di ogni interesse storico-critico nelle scelte è compensata dalla piacevolezza, dal gusto del bel frammento, dalla seduzione della prosa armoniosa.
Era naturale che la lunga militanza nel mondo dell'editoria e le sue inclinazioni spingessero il G. a divenire autore, e che ciò avvenisse nelle vesti di bibliofilo: il primo e forse il più significativo dei suoi lavori resta la Serie dei testi di lingua usati a stampa nel Vocabolario degli accademici della Crusca. Con aggiunte di altre edizioni da accreditati scrittori molto pregiate, e di osservazioni critico-bibliografiche (Bassano 1805).
A perfezionare questo lavoro egli attese per tutta la vita, ampliandolo gradualmente fino a raddoppiarne la mole (2ª ed., Milano 1812; 3ª ed., Venezia 1828; 4ª ed., ibid. 1840, rist. in ed. anastatica, Bologna 1958). Nei limiti da lui voluti e proclamati di "strumento", l'opera conserva validità, anche perché egli, senza autorizzazione degli accademici e seguendo criteri del tutto personali, inserisce fra i "buoni testi di lingua" autori come S. Maffei, L.A. Muratori, A. Zeno, E. e F.M. Zanotti, L. Spallanzani, L. Mascheroni, G. Baretti, G.M. Mazzuchelli, cronologicamente inseriti nella seconda parte, mentre la prima resta riservata agli autori citati nel Vocabolario della Crusca. Nello stesso filone, ma di minor mole e d'approccio più familiare, seguì Serie degli scritti impressi in dialetto veneziano…, Venezia 1832, opera ufficialmente di quasi un trentennio posteriore alla precedente, in realtà elaborata per lunghi anni, la cui matrice è forse individuabile nella collezione di 14 volumetti di testi inediti o rari della letteratura veneziana che il G. aveva fatto pubblicare da Alvisopoli nel 1817. Va poi ricordata Delle novelle italiane in prosa. Bibliografia…, Venezia 1833 (2ª ed., Firenze 1835), che egli intese come completamento ed emendamento dei cataloghi di novellieri italiani di A.M. Borromeo.
Il 7 maggio 1824 il G. venne repentinamente esonerato dall'incarico di capo censore, sembra per aver sostenuto il segretario di Finanza G.M. Contarini caduto in disgrazia; tuttavia fu compensato nello stesso anno con la nomina a "provvisorio" della Biblioteca Marciana, nell'ambito della quale pervenne nel 1830 alla carica di vicebibliotecario, rendendosi benemerito con la pubblicazione di molti preziosi indici e con la compilazione di alcuni cataloghi.
Tra le sue numerosissime pubblicazioni di altro genere, si ricordano qui: Catalogo degli artisti bassanesi viventi e De' bassanesi illustri. Narrazione con un catalogo de li scrittori di Bassano del sec. XVIII (entrambi Bassano 1807); Gli edifici, i monumenti e gli ornati più insigni della città di Venezia, Venezia 1822; Galleria dei letterati ed artisti illustri delle provincie veneziane nel sec. XVIII, ibid. 1824; Notizie intorno alle edizioni delle opere di Gaspare Gozzi, ibid. 1824; Alcuni ritratti di donne illustri delle provincie veneziane, ibid. 1826. Dato il loro elevatissimo numero, per le pubblicazioni minori, per lo più d'occasione, per nozze o commemorazioni, si rimanda agli elenchi abbastanza completi in CLIO. Catalogo dei libri italiani dell'Ottocento. Autori, III, pp. 2045 s. e in British Museum general catalogue of printed books, LXXXI, coll. 659-662.
Il 3 maggio 1841, mentre stava leggendo nella sede dell'Ateneo veneto la "voce" dedicata a Lorenzo Da Ponte, che doveva apparire nella Biografia degli Italiani illustri… a cura di E. De Tipaldo (per la quale egli scrisse ben 44 profili biografici), il G. fu stroncato da un colpo apoplettico.
Dopo solenni esequie in S. Marco, fu sepolto nel cimitero di S. Michele. In gioventù aveva vagheggiato il matrimonio con una figlia del Remondini, e preso in considerazione lo stato ecclesiastico, ma poi venticinquenne aveva conosciuto a Venezia Lucia Rota Merendis e l'aveva sposata, avendo da lei tre figli, Francesco, cui negli ultimi anni cedette la direzione della stamperia, Caterina e Marietta. Oltre che membro del consiglio accademico dell'Ateneo veneto, il G. fu socio delle accademie Fiorentina, Olimpica di Vicenza, degli Erranti di Feltre, dei Concordi di Rovigo, dei Rinvigoriti di Cento, nonché corrispondente di molte altre, tra cui principali quella delle scienze di Torino e, dal 26 apr. 1831, della Crusca. Egli tenne una vastissima corrispondenza con molti degli eruditi e dei bibliofili del suo tempo, per molti dei quali funse da abile guida nei meandri dei fondi marciani.
Fonti e Bibl.: Bassano del Grappa, Arch. della chiesa di S. Maria in Colle, Liber baptismatum, 16 maggio 1766. Per i ricchissimi carteggi, per la maggior parte inediti, si rimanda a N. Vianello, B. G. editore e bibliografo, Venezia 1960 (con ampie indicazioni di fonti edite e inedite e bibliografia). La fonte principale resta una breve autobiografia, della quale nella Biblioteca civica di Bassano esistono tre redazioni autografe (261.C.12-14; 35.B.5.15; e 30.B.11.2), poi pubblicata a Bologna nel 1841 col titolo Della vita e delle opere di B. G., aggiuntavi la notizia degli ultimi suoi anni e di sua morte…, sulla base di un articolo di E. De Tipaldo in La Parola di Bologna, nn. 20-22 (maggio e giugno 1841), rispettivamente alle pp. 77-79, 82 s., 87 s. Inoltre: F. Caffi, Della vita e delle opere di B. G. bassanese…, Venezia 1841; G.B. Contarini, Menzioni onorifiche de' defunti scritte nel nostro secolo…, I, Venezia 1845, p. 278; A. Neu-Mayr, Di B. G. Memoria, in Atti e memorie dell'Ateneo veneto, V (1846), pp. 287-297; A. Pezzana, Alcune notizie intorno a B. G.…, in Di Bassano e dei bassanesi illustri, Bassano 1847, pp. 309-324, con ritratto (ed. anastatica, Bologna 1974); G.B. Baseggio, B. G., in Ritratti e biografie d'illustri bassanesi, IX, Bassano 1853; G. Dandolo, La caduta della Repubblica di Venezia e i suoi ultimi cinquant'anni. Appendice, Venezia 1857, pp. 93 s.; C. von Wurzbach, Biographisches Lexikon des Kaiserthums Oesterreich, V, Wien 1859, pp. 80 s.; C. Frati, La morte di B. G. nelle lettere e nei ricordi dei contemporanei, in La Bibliofilia, XXIV (1922-23), pp. 357-362; P. Donazzolo, I viaggiatori veneti minori. Studio bio-bibliografico, Roma 1927, p. 324; C. Frati, Diz. bio-bibliografico dei bibliotecari e bibliofili italiani…, Firenze 1933, pp. 242-245; G.E. Ferrari, Il nuovo Gamba e la bibliografia degli scritti in dialetto veneziano, in Ateneo veneto, CLI (1960), 2, pp. 73-105 (sostiene, a differenza di Vianello, la "disfunzionalità dell'opera del Gamba rispetto ai criteri critici moderni" per "insufficienza del metodo, concezione angusta, foggia repertoriale", p. 79); N. Vianello, La tipografia di Alvisopoli e gli annali delle sue pubblicazioni, Firenze 1967, ad indicem; Nouvelle Biographie générale, XIX, p. 383; Enc. Italiana, XVI, p. 350.