DONÀ (Donati, Donato), Bartolomeo (Bortolo)
Nacque a Venezia presumibilmente nella seconda metà del XIV secolo, figlio di Maffio q. Marco che risultava sepolto il 1° sett. 1381 nella chiesa dei Servi; l'iscrizione funebre ne indicava la residenza nel "confinio Sanctae Fuscae".
Nel medesimo sepolcro venivano ospitati nel maggio 1411 due dei sette figli di Maffio, Giovanni e Nicolò; quest'ultimo nel 1372, in occasione della guerra contro Carraresi ed Ungheresi, partecipò alla difesa di un bastione fortificato in una località nei pressi di Padova e nel 1379, contro i Genovesi, fu capitano delle barche del sestiere di Cannaregio. Degli altri fratelli del D. - Alvise (senatore, morì nel 1383), Marco, Piero, Tornà - nulla si sa con certezza; dalla discendenza di Nicolò uscirà Marco, dottore e diplomatico d'una certa importanza nel XV secolo.
Il D. non deve essere confuso col contemporaneo Bortolo q. Andriol (o Alvise) q. Francesco che "provato" nel 1386, aveva sposato Dorotea Ravagnan e che, coi fratelli Giacomello, Gerolamo e Cristoforo, faceva la divisione dell'eredità paterna il 3 sett. 1394 (Venezia, Biblioteca del Civico Museo Correr, Mss. P.D. C 2723/1, c. 18).
Il D. ricopri tutte le consuete cariche dei cursus patrizio e diplomatico in più occasioni. Nel 1403 risultava già consigliere, carica che ebbe anche nel 1417 e nel 1420, mentre fu per tre volte - 1405, 1406 e 1420 - avogadore di Comun. Nel 1405 fu eletto provveditore in campo col precipuo incarico di trattare col signore di Padova l'acquisto della città alla Dominante; una volta presa la città insieme con Verona, divenne provveditore col compito di regolare le entrate in Padova e nel Veronese. Nel 1409 fu uno dei quattro ambasciatori che si recarono a Roma in occasione dell'elezione di papa Alessandro V. Nel 1411 fu nominato, insieme con altri quattro, provveditore in campo nella Marca trevigiana per le guerre col re d'Ungheria. Nel 1423 fu dei quarantuno che elessero il doge Francesco Foscari, col quale s'uni poi in vincoli di parentela, giacché il figlio Andrea nel 1432 sposava in seconde nozze la figlia dello sfortunato doge, Francesca. Eletto il 9 maggio 1427 procuratore di S. Marco de supra in luogo di Marino Caravello ("piezi" della sua elezione Nicolò q. Andrea Bragadin e Giacomo q. Francesco Loredan), sotto la sua procuratia e quella contemporanea di Leonardo Mocenigo, nel 1430 si compiva una statua nella nuova cappella dedicata alla Madonna in S. Marco. Nel 1420 era capo dei Dieci ed è in tale veste che insieme con Bortolo Morosini, nel marzo di quell'anno, ordinava l'arresto e l'esame di tre giovani, Andrea Payn, Bartolomeo Gabrieli e Giovanni de Brondusio, colpevoli di sodomia nei confronti d'un tal Antonio, figlio di Paolo Rabia, studente di un maestro di grammatica "in Rivoalto".
Il D. morì a Venezia il 7 giugno 1431, dettando lo stesso giorno le sue ultime volontà dividendo il suo patrimonio tra i figli Alvise e Andrea.
Sposato ad una Chiara d'ignoto casato, il D. ne aveva avuto tre maschi e una sola femmina maritata con Andrea Surian: Alvise (estratto alla "barbarella" il 4 dic. 1401), Francesco (estratto il 4 dic. 107, probabilmente morto prima del padre giacché non è nominato nel testamento) ed Andrea che partecipò intensamente alla vita politica.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, Miscell. codd., I, Storia ven. 19: M. Barbaro-A. M. Tasca, Arbori..., III, c. 333; Ibid., Notarile, Testamenti, Donà Michele, b. 729, n. 33; Venezia, Biblioteca del Civico Museo Correr, Mss. P. D. C 2803, c. 187; Ibid., Codd. Cic. 3781, I, c. 254r; Venezia, Bibl. naz. Marciana, Mss. It., VII, 156 (8492): M. Barbaro, Libro di nozze patrizie, c. 1-71; Ibid., Mss. It., VII, 288 (8640): G. Degli Agostini, Notizie istoriche e critiche..., I, c. 144; Ibid., Mss. It., VII, 615 (8471): Istoria e serie de' Procuratori di S. Marco..., c. 33; Ibid., Mss. It., VII, 926 (8595): M. Barbaro, Genealogie..., c. 82r; Ibid., Mss. It., VII, 16 (8305): G. A. Cappellari Vivaro, Il Campidoglio veneto..., II, cc. 32v, 38r; Docum. per la storia della cultura in Venezia, a cura di E. Bertanza e G. Dalla Santa, I, Venezia 1907, p. 296; F. Sansovino, Venetia città nobilissima, Venezia 1604, pp. 56v, 214v; F. Corner, Ecclesiae Torcellanae antiquis monumentis..., II, Venetiis 1749, p. 52; G. Degli Agostini, Istoria degli scrittori viniziani, II, Venezia 1754, p. 201; E. A. Cicogna, Delle inscrizioni veneziane, I, Venezia 1824, pp. 56 s.