BARTOLOMEO di Fruosino
Nacque a Firenze nel 1366 (in una dichiarazione di redditi del 1427 dice di avere 61 anni). La prima notizia della sua attività risale al 1394 quando si iscrisse alla compagnia dei Pittori e affrescava la cappella del Sacro Cingolo nel duomo di Prato quale discepolo di Agnolo Gaddi (Poggi, 1932). Per il resto la sua attività si svolse interamente a Firenze. Fra il 1386 e il 1408 fu iscritto all'arte dei Medici e Speziali. Secondo il Milanesi, che però non ne dà la fonte documentaria, nel 1404 B. avrebbe collaborato con Bartolomeo e Matteo Torelli e con Bastiano di Niccolò alla miniatura del messale, ora perduto, del cardinale Angelo Acciaiuoli. Datato 1421 e firmato è un messale proveniente da S. Egidio attualmente a S. Marco (Rondoni). Nel 1402 dipingeva ventitré stemmi dell'ospedale di S. Maria Nova, nel 1411 miniava gli antifonari e dipingeva un Crocefisso (attualmente all'Accademia, n. 3147) e alcuni candelabri per l'altare del refettorio dello stesso convento. Tra il 1411 e il 1416 pagò diversi conti per l'acquisto di un podere da Romigi di Neri Malifici; nel 1420 dipinse (forse ad affresco) la Cena degli apostoli per S. Egidio; tra il 1423 e 1426 pagò all'orafo Giuliano di ser Andrea altri conti per oro presumibilmente da lui usato in opere di pittura. Altri conti restano per gli anni 1423-1426, tra cui un debito contratto per aiutare suo fratello Giovanni ad uscire di prigione; troviamo poi vari conti non specificati sino al 1438.
Morì il 17 dic. 1441 e fu sepolto nella parrocchia di S. Pier Maggiore.
In base allo stile del messale di S. Egidio e del Crocefisso, si può attribuire a B. la maggior parte degli antifonari di S. Maria Nova (ora in situ e al Bargello), ma fra questi è difficile stabilire (un antifonario di S. Maria Nova è datato 1422) quali siano quelli per cui fu pagato nel 1411 (il Salmi [19541, proponeva di identificarli con il cod. F. 72 del Bargello, pp. 54 v e 76 v).
Difficile è anche stabilire la parte avuta da B. negli affreschi di Prato, dato che Agnolo Gaddi si valse di vari discepoli, e non possiamo concordare con il Salvini (1934), che gli attribuiva gli affreschi delle volte. Il Longhi contestava (1940) l'attribuzione, sempre del Salvini, di un trittico a Parma.
Decoratore di immaginazione e gusto sicuro, B., vissuto a cavallo tra il sec. XIV e il XV, è essenzialmente tardo-gotico, raggiunge plasticità in alcuni particolari delle figure, che, però, non riesce a inserire nello spazio, del quale d'altronde si occupa molto saltuariamente. Da Agnolo Gaddi B. deriva la durezza del contorno, l'allungamento dei volti con accentuazione della verticale del naso, i colori chiari e cangianti nelle vesti e scuri nei volti - Anche se i documenti non parlano di contatti di B. con Lorenzo Monaco, lo accentuato linearismo dei panneggi ne attesta l'influsso. Caratteristici di B. sono i tratti marcati del volto, l'espressione corrucciata a cui la bocca arcuata all'ingiù aggiunge un tono amaro. La sua lunga vita e la vasta produzione, che appunto univa elementi vecchi (gotici) a interessi nuovi (rinascimentali) fanno sì che la sua arte sia importante per lo sviluppo della miniatura sin nella seconda metà del sec. XV, tanto da costituire un precedente di artisti come Bartolomeo Varnucci, Battista di Biagio Sanguigni e Francesco di Guccio di Bindo.
Bibl.: G. Vasari, Le Vite..., a cura di G. Milanesi, III, Firenze 1878, pp. 213 s., n. i; F. Rondoni, Guida del R. Museo fiorentino di S. Marco, Firenze 1872, p. 60 n. 43; P. D'Ancona. La miniatura fiorentina, Firenze 1914, 1, pp. 31 L; II, pp. 199 s. n. 236; Id., La miniature italienne du X au XVI siècle, Paris-Bruxelles 1925, p. 7; D. E. Colnaghi, A Dictionary of Florentine Painters from the 13th to the 17th centuries..., London 1928, p. 36, n. 49 A; G. Poggi, La cappella del Sacro Cingolo nel duomo di Prato e gli affreschi di A. Gaddi, in Riv. d'arte, XIV (1932), p. 367; R. Salvini, In margine ad A. Gaddi, ibid., XVI (1934), pp. 210-16; R. Longhi, Fatti di Masolino e di Masaccio, in La critica d'arte, V (1940), p. 182 n. 15; M. Salmi, La miniatura fiorentina gotica, Roma 1954, p. 48. tav. LXI; Id., La miniatura italiana, Milano 1956, p. 25; M. Levi D'Ancona, B. di F.,in The Art Btdletin, XLIII (1961), pp. 81-97 (con elenco delle opere); Id., Miniatura e miniatori a Firenze dal XIV al XVI sec., Firenze 1962, pp. 44-48 (pp. 45-48 elenco dei docc. secondo l'archivio di provenienza); U. Thieme-F. Becker, KünstlerLexikon, 11,1). 571; P. D'Ancona-E. Aeschlimann, Dict. des miniaturistes..., Milano 1949. p. 20.