BARCO CENTENERA, Martín del
Scrittore spagnolo-argentino, nato a Logrosán (Estremadura) verso il 1535. Prese parte come sacerdote e conquistatore alla spedizione dell'Adelantado Juan Ortiz de Zárate (1572) in Argentina: e lì visse ventiquattro anni, essendo negli ultimi arcidiacono nella diocesi di Tucumán. Ebbe vita avventurosa; non si conosce con sicurezza altro scritto di lui che un poema epico-descrittivo intitolato Argentina y conquista del Rio de la Plata con otros acaecimientos de los reinos del Perú, Tucumán y Estado del Brassil, pubblicata per la prima volta a Lisbona l'anno 1602.
Il poema, frutto di una fantasia senza controllo e misura, è di ventotto canti nei quali si fa la cronaca minuta dell'impresa di Ortiz de Zárate e la biografia frammentaria di Juán de Garay, il fondatore di Buenos Aires, e del suo successore Mendieta. Gran parte dell'opera s'occupa inoltre del Perù sotto il viceregno di Francisco de Toledo ed anche del Concilio Limense del 1581. Nei tre ultimi canti si parla di Thomas Cavendish e della sconfitta di questo pirata nel Brasile (1592).
L'alto interesse (storico piuttosto che letterario) dell'opera consiste nelle notizie che vi si contengono su Tucumán, sul Rio della Plata, e sulla razza indigena dei Charrúas, verso di cui l'A. non nasconde la sua simpatia e, in parte, la sua ammirazione. Per la storia primitiva dell'America è documento importante: e quasi unicamente ad esso si riduce la letteratura argentina di quei primi tempi.
Bibl.: J. M. Gutierrez, Estudio, in Revista del Rio de la Plata, VI; M. Menéndez y Pelayo, Historia de la poesía hispano-americana, Madrid 1913; II; B. Moses, Spanish Colonial Literature in South-America, New York 1922.