BARBIANI
Famiglia di artisti attiva dal sec. XVI al sec. XIX.
L'attività dei Barbiani si svolse nel breve ambito di Ravenna e dintomi, lasciando traccia in altre città romagnole, Faenza, Forlì, San Mauro, Cesena, Rimini. Quello che più bisogna osservare è che i Barbiani dei sec. XVII e XVIII costituirono, con altri artisti, una specie di scuola locale che raccolse in sé le poche attitudini pittoriche dei Ravennati in quegli stessi secoli: sono, si può dire, una propaggine provinciale della pittura bolognese e perpetuano nelle loro opere l'imitazione dei grandi maestri che fiorirono a Bologna. L'attività artistica della famiglia, che si esplicò anche nel campo dell'architettura, finì nella prima metà dell'Ottocento con Giovanni Antonio.
Giovanni, figlio di Iacopo, nacque a Ravenna il 20 ott. 1566 nella parrocchia di S. Maria in Foris e morì nella stessa città nel 1641. Il suo nome era stato confuso con quello del figlio Giovanni Battista al quale furono attribuite opere che invece spettano a lui.
Oltre a lavori d'armi, insegne, mazze, fra le sue pitture si ricordano a Ravenna: Madonna di Loreto coi ss. Apollinare e Francesco (datata 1605 e firmata, nella chiesa delle cappuccine); S. Monica e le ss. Regina, Vittoria, Maura e Fosca (firmata e datata 1607, in S. Maria in Porto); Sant'Antonio abate che adora la Vergine (firmata, in S. Giovanni Battista); Madonna e i ss. Giuseppe, Gioacchino, Anna ed Elisabetta per i monaci di S. Vitale. Dallo stile di alcune di queste tele, sembra essere stato aiutato dal figlio Giovanni Battista insieme con il quale dipinse la grande pala di S. Maria a Monte di Cesena. GIOVANNI BATTISTA, figlio di Giovanni e di Francesca Fabretti, nacque a Ravenna il 3 nov. 1593. Appena tredicenne, nel 1607, colorava la carta per gli addobbi di una festa religiosa, tirocinante accanto al padre, dal quale senza dubbio e da lui solo, apprese i rudimenti del disegno e della figura. là un pittore statico che non sembra nemmeno accorgersi del gran cambiamento portato dai Bolognesi. L'arte nuova, giungendo a Ravenna coi lavori del Reni e del Guercino, lo scuote ma non lo trasforma perché irretito nelle sue formule e incapace di uscire dal suo involucro. là pittore coscienzioso che sa il suo mestiere, di corretto disegno e colore, d'invenzione ordinata e seria.
Morì a Ravenna il 26 ag. 1650.
Opere: A Ravenna, Madonna col Bambino, s. Pietro e s. Maddalena per la chiesa di S. Agata; Madonna e i ss. Andrea Corsini, Liborio, Caterina ed Eufrosina per S. Giovanni Battista; Totila davanti a san Benedetto, in collaborazione col padre Giovanni, per il refettorio di Santa Maria a Monte di Cesena (firmata e datata 1629); ancora a Ravenna affrescò nel 1632 la cupola di S. Rormialdo (oggi Sacrario dei Caduti) con l'Immacolata fra un coro d'angeli e gli Apostoli; restaurò i mosaici di S. Apollinare in Classe; dipinse ad olio la cupola della cappella della Madonna del Sudore in duomo, con la Vergine Assunta fra un trionfo d'angeli e la pala con S. Chiara per il convento delle Suore Tavelli. È del B. la pala con la Madonna in trono fra i ss. Rocco e Sebastiano nella parrocchiale di S. Mauro di Romagna.
Da Pasquale, fratello di Giovanni Battista, nacque Gian Carlo orefice, che sposò Caterina Benincasa: da essi il 13 aprile 1675 nacque a Ravenna PiER DAMIANO. Si dedicò all'arte della pittura, ma la sua attività è tra quella del verniciatore e quella del pittore, sicché negli innumerevoli documenti in cui figura il suo nome non v'è cenno di una vera e propria opera d'arte. I suoi migliori clienti furono i monasteri di Classe e di S. Vitale a cominciare dal 1702. Ebbe parecchi figli, fra i quali Andrea e Domenico, che egli educò all'arte e che lo superarono di gran lunga in abilità e fama.
Morì a Ravenna il 30 marzo 1752.
Opere: Paliotti, ancone di altari, copie o restauri di quadri, ritratti di cardinali legati, ecc.; tela rappresentante il vescovo S. Severo nell'Archivio storico di Ravenna. Nel 1739 i benedettini di S. Vitale gli affidarono il restauro pittorico dei mosaici di S. Vitale e di Galla Placidia.
ANDREA, figlio di Pier Damiano e di Maria Contarùú, nacque a Ravenna il 21 luglio 1708 nella vecchia casa dei Barbiani in parrocchia S. Eufemia. Dopo aver fatto pratica col padre, fu scolaro di Giacomo Anziani, un cignanesco di scarso valore. Nel 1745 perorò la causa del sussidio per l'erezione della cappella del Crocefisso in S. Domenico. Sposò Alessandra Zanotti. Fu molto operoso. Morì a Ravenna il 14 dic. 1779 e fu sepolto nella chiesa dei SS. Giovanni e Paolo, di cui era rettore il fratello Giuseppe.
Opere a Ravenna: S. Luigi Gonzaga in seminario, firmata e datata 1733; SS. Lucia ed Apollonia per S. Maria delle Croci; Crocefisso per i SS. Nicandro e Marciano; Madonna col Bambino e i ss. Antonio da Padova, Chiara, Francesco d'Assisi, Francesco di Sales, e Luigi Gonzaga per la chiesa delle cappuccine; Madonna col Bambino e i ss. Domenico, Antonio da Padova e Rocco firmata e datata 1745 (raccolta Piancastelli); Vergine, ss. Antonio da Padova e Francesco di Paola in S. Maria Maddalena; S. Apollinare e s. Romualdo in S. Maria Maddalena; cappella del Crocefisso in S. Domenico (1755; la decorazione è stata danneggiata e quasi completamente distrutta da un incendio nel 1903); quadro per S. Severo (1755) trasportato poi a Savio; Natività della Vergine per la chiesa di S. Maria del Suffragio (1756); S. Apollinare che battezza il tribuno per S. Eufenda; S. Ubaldo in S. Maria in Porto; Evangelisti nei pennacchi della cappella della Vergine del Sudore in duomo (1758); disegno degli armadi della sagrestia della stessa cappella; Missione e Martirio di s. Apollinare, conservati nel palazzo arcivescovile; nella Galleria dell'Accademia si conserva un suo Presepe e nella Bibl. Classense un S. Pier Damiano; importante è anche la serie di ritratti di arcivescovi, cardinali legati, prelati, ecc.(Cardinale Cesare Rasponi, Cardinale Gaetano Fantuzzi, Arcivescovo Ferdinando Romualdo Guiccioli, ecc., tutti conservati nell'Accademia di Belle Arti); ritratto del Padre camaldolese Mariangelo Fiacchi, nella Biblioteca Classense. Fuori Ravenna: nel duomo di Faenza decorò la cappella di S. Nevolone nel 1765; S. Luigi Gonzaga, s. Cecilia ed il Bambin Gesù per la chiesa dei gesuiti (poi chiesa del Suffragio) di Rimini; pala con S. Angelo martire, s. Francesco e s. Domenico per il Carmine di Forlì.
DOMENICO, figlio di Pier Damiano e di Maria Contarini, nacque il 13 marzo 1714. Sposò Teresa Montanari. Lavorò da giovanetto per le quattro abbazie insieme con il padre in apparati per solennità come il Corpus Domini, in copie di quadri, in ritocchi, cornici e spesso collaborò con il fratello Andrea; ma in particolare si dedicò all'architettura.
Morì il 3 febbr. 1777 e fu sepolto anche lui nella chiesa dei SS. Giovanni e Paolo.
Opere (ancora tutte esistenti): A Ravenna, progetto del palazzo Guiccioli, poi Baronio e Rasponi, ora Casadio, in via Romolo Gessi, unico suo lavoro di architettura civile; due disegni dell'oratorio di S. Andrea in Arcivescovado sono conservati nella Bibl. Classense (Mob. 3, Cassetto sin., A/14), uno è finnato: "Domenico Barbiani fece"; progetti per il nuovo scalone e la libreria per i monaci di S. Vitale (1745); progetto per la chiesa dei benedettini di S. Vitale a S. Giovanni in Marignano dove egli si trattenne per gli anni (1747-51) in cui durò la costruzione; progetto per l'edificio della cosiddetta "Fabbrica Vecchia" nei pressi della bocca del Porto di Marina di Ravenna; architettura della cappella della Vergine del Sudore nel duomo di Ravenna (1745-46); ricostruì dalle fondamenta la cappella del Crocefisso in S. Domenico (1746-55) e disegnò l'altar maggiore di S. Maria Maddalena. Oltre alla chiesa parrocchiale di S. Giuseppe a Camerlona, si deve a Domenico la ricostruzione della chiesa di S. Stefano degli Ulivi (1747, oggi caserma dei vigili del fuoco) a Ravenna, il rifacimento della chiesa parrocchiale dei SS. Giovanni e Paolo (1748) e la facciata di S. Chiara. Dei suoi lavori di ornato si ricordano: pitture a fresco per la chiesa della Madonna del Torrione; ornati per la cappella Rasponi in S. Apollinare Nuovo; decorazione della cappella della sagrestia di S. Romualdo, oggi sala Santi Muratori; decorazioni della cappella Dal Corno in S. Francesco (1755); decorazione della cappella Rasponi, ora cappella del seminario arcivescovile, in S. Girolamo, (1756-57); decorazione dell'ancona nella chiesa di S. Eufemia (1758) e del battistero detto 'di S. Apollinare nella sagrestia di detta chiesa; decorazione dell'altare di S. Giustina; riedificazione e decorazione dell'oratorio di S. Carlino (1762-68, firmato * Dominicus Barbiani architectavit et pinxit A. D. 1768"); ornati della cappella di S. Nevolone nel duomo di Faenza; ornati dell'oratorio di S. Pietro in Vincoli a Faenza; serie cronologica degli arcivescovi ravennati, di cui rimangono quelli della navata centrale, in S. Apollinare in Classe (1772-73).
LUIGI, figlio di Domenico e di Teresa Montanari, fu battezzato a Ravenna il 12 genn. 1771. Sposò Colomba Boncini. Studiò a Firenze e nel 1803 era maestro di pittura nelle pubbliche scuole di Ravenna. Fu consigliere comunale nel 1822-1825. Morì a Ravenna il 22 ott. 1831.
L'unica opera che di questo artista conosciamo ha la firma e la data del 1806: rappresenta un busto d'uomo, forse un profeta, a grandezza naturale (Ravenna, presso la signora Bianca Merighi Bravi).
GIOVANNi ANTONIO, figlio di Luigi e di Colomba Bencini, nacque fuori di Ravenna nel 1795. Sposò la contessa Margherita Vitelloni. Ebbe dal padre i primi rudimenti dell'arte, poi passò a Firenze con Pietro Benvenuti, indi a Venezia e a Roma. Ottenne, per il tramite del conte Giulio Rasponi, aiuti finanziari dalla magistratura di Ravenna. Patriota, negli ultimi anni della vita soffrì persecuzioni politiche e fu per molti mesi in carcere.
Morì a Ravenna il 16 dic. 1847; il suo corpo venne sepolto nella basilica di S. Maria in Porto.
Opere: Busto di S. Maria Maddalena presso la Biblioteca Classense; Trionfo di Bacco, vasta tela triangolare per il soffitto della sala da pranzo del palazzo Rasponi Murat; incisione rappresentante lo storico Girolamo Rossi con la scritta: "Barbiani dis. Parmiani inc.", presso l'Accademia di Belle Arti.
Fonti e Bibl.: Per Giovanni: Archivio di Stato di Ravenna, S. Vitale, p. 1087, CC. 22, 27 r; S. Bernicoli, Arte e artisti in Ravenna, in Felix Ravenna, 11 (1912), pp. 311 s. Per Giovanni Battista: Ravenna, Parrocchia di S. Agata, Inventario, ms., a. 1907; Archivio di Stato di Ravenna, Classe, V. 431, CC. 433 r, 192 r; F. Beltrarni, Il Forastiero istruito... della città di Ravenna..., Ravenna 1783, p. 66; C. Grigioni, Un quadro del Pittore ravennate G. B. B. a San Mauro in Romagna, in Rassegna bibl. d. arte ital., XIV (1911),p. 75; L. Faenzi, L'opera di G. B. B. nella chiesa ravennate di S. Rornualdo, in Rivista camaldolese, 1 (1926), pp. 43-47. Per Pier Damiano: Archivio di Stato di Ravenna, Classe, vol. 301, n. 94; vol. 497, settembre 1732, gennaio 1734; vol- 514, p. 337; Ibid., San Vitale, voll. 1122, 1124, 1132, 1134, passim; 1126, p. 124 e passim; 1131, C. 251 e passim; G. Gerola, La tecnica dei restauri ai mosaici di Ravenna, in Atti e Mem. d. R. Dep. di storia Patria Per le Romagne, s. 4, VII (1917), pp. 134 S. Per Andrea: Ravenna, Arch. storico com., Arch. vecchio comunale, n. 83, mandati per spese ordinarie dal 1757 al 1765, p. 166; Archivio di Stato di Ravenna, San Domenico, p. 1774 (alla data 1753); Ibid., Classe,voll. 81, C. 138 r; S17, 521, C. 251; 533, p. 538; Ibid., Sez. Corp. Rel., busta 2424, 27 ag. 1755; Ravenna, Bibl. Classense, B. Fiandrini, Annali ravennati, ms. (1794), tomo III, P. 105; Ibid., Mob. 3, 5 A 2124, Inventario ossia descrizione di tutti li Quadri esistenti nella Comunale Residenza che si passano alla pubblica Biblioteca, Ravenna 24 luglio 1822; Ravenna, Archivio parrocchiale di S. Eufemia, Scritture appartenenti alla nuova chiesa, Memorie intorno alla fabbrica della nuova chiesa di S. Eufemia..., CC. 33 s.; cfr. nello stesso archivio un Inventario fatto in occasione di una sacra visita nel 1759 e un altro del 1772; Ravenna, Archivio della Madonna del Sudore, tomo II, C. 71 r; C. F. Marcheselli, Pitture delle chiese di Rimini descritte..., Rimini 1754, p. 54; F. Mordani, Operette, III, Firenze 1874, p. 426; G. Mazzatinti-E. Calzini, Guida di Forlì, Forfl 1893, p. 43; L. e C. Tonini, Guida... di Rimini, Pesaro 1923, p. 30; L. Faenzi, La decorazione della cappella di S. Nevolone nel Duomo di Faenza, in Boll. diocesano di Faenza, 1929, n. 12. Per Domenico: Ravenna, Arch. stor. com., Archivio vecchio comunale, cancelleria, n. 121, C. 46 s.; Archivio di Stato di Ravenna, S. Vitale, V. 1134, pp. 10, 64, 381, 607; Ibid, Domenicani, V. 1722, C. 152 e passim; Ibid., Classe, vol. 517 n. 130; 521, C. 177 r; 533 p. 542; Ibid., Confraternita di S. Giustina, Vol. 2350, C. 77 v; Ibid., Santa Chiara, busta 2051; Ravenna, Archivio della Madonna del Sudore, II, C. 61 v; Ravenna, Biblioteca Classense, Mob. 3, cass. sin. A/22 (disegno di interno); Ibid., B. Fiandrini, Annali ravennati, ms. (1794), 11, pp. 251, 259, 266 s., 288; III, p. 20; Ravenna, Arch. parrocchiale di S. Eufemia, Scritture appartenenti alla nuova chiesa, Memorie intorno alla fabbrica..., CC. 33 S.; L. Faenzi, L'oratorio di S. Pietro in Vincoli e l'opera di D. B.,Faenza, Chiesa catted., 13 maggio 1928; Id., La decorazione della capp. di S. Nevolone nel Duomo di Faenza, in Bollett. diocesano di Faenza, 1929, n. 12. Per Luigi: Ravenna, Arch. stor. com., Atti comunali, 25 febbr. 1803; Diario Sacro, 1825, pp. 67-74; 1826, pp. 66-69. Per Giov. Antonio: Ravenna, Arch. stor. com., Atti consiliari, 1825, p. 207; A. Maccolini, Alcune traduzioni di F. Alordani, Ravenna 1838; G. Martinetti Cardoni, Vite brevi degli artefici defunti che fecero a Ravenna opere..., Ravenna 1873, pp. 5, 6. Per la famiglia: U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikm, II, pp. 471 s.; Encicl. Ital., VI, p.143.