germoplasma, banca del
locuz. sost. f. – Struttura (detta anche banca genetica) attrezzata per la raccolta e la conservazione del germoplasma di specie endemiche, rare o a rischio di estinzione, e di specie di interesse agronomico e selvatiche. Per germoplasma si intende il materiale in grado di trasmettere i caratteri ereditari da una generazione all’altra. Esso è costituito da tessuti o cellule capaci di ripristinare un organismo intero e rappresenta la variabilità genetica disponibile per una specifica popolazione di individui. In campo vegetale, il germoplasma è rappresentato da spore, polline, tessuti o parti di piante e semi, che sono la struttura più usata dalle piante superiori per perpetuarsi. In campo animale, il germoplasma è costituito dal materiale seminale e dagli embrioni. È inoltre possibile parlare di germoplasma microbico (batteri, funghi) e virale (virus animali, vegetali e batterici). Le prime banche del germoplasma sono state create in università degli Stati Uniti a partire dal 1950. Il loro ruolo era incentrato sul reperimento e sulla conservazione a lungo termine di germoplasma nell’ambito dei territori di pertinenza e principalmente di specie a uso agronomico (animali e vegetali). Oggi, anche in seguito alle principali convenzioni internazionali per la conservazione della natura (come la CBD, Convention on biological diversity), le banche del germoplasma sono divenute anche un mezzo per prevenire la perdita di biodiversità genetica e garantire un futuro alle specie in pericolo di estinzione. Hanno inoltre funzioni di ricerca, principalmente sulla biologia riproduttiva e sull’ecologia delle varie specie per individuarne i punti di forza o di debolezza, in modo da poterle reinserire negli ambienti naturali con più facilità. I campioni di materiale raccolti e introdotti in una banca del germoplasma vengono chiamati accessioni, e rappresentano l’ingresso in tale struttura di un lotto di germoplasma relativo a una singola raccolta identificato in maniera inequivocabile. Ciascuna accessione ha la sua scheda archiviata in uno specifico database, facilmente rintracciabile per qualsiasi tipo di ricerca. Le banche del germoplasma possono essere di quattro tipi: istituzionali, vale a dire quelle che comprendono solo il materiale genetico necessario per i programmi di ricerca di un istituto; nazionali, ovvero quei centri di risorse genetiche che conservano vari campioni di materiale, raccolto a livello nazionale, per i programmi nazionali di ricerca; regionali, cioè quelle istituite tramite un accordo tra paesi appartenenti alla medesima regione o area geografica e finalizzate alla conservazione del germoplasma a livello regionale; internazionali, ossia quelle appartenenti alla rete dei centri IARCs (International agricultural research centers). Le principali collezioni ex situ di risorse genetiche vegetali sono quelle del CGIAR (Consultative group on international agricultural research), una rete di istituti di ricerca patrocinata dalla Banca mondiale, dalla FAO (Food and agricultural organisation) e dall'UNDP (United Nations development programme).
Agricoltura. ‒ La disponibilità di campioni genetici di varietà, cultivar, ecotipi locali, delle diverse specie agrarie, o ancora di specie geneticamente affini a queste ultime, è sempre stata fondamentale per il lavoro di miglioramento genetico in agricoltura, a partire dalla cosiddetta rivoluzione verde degli anni Sessanta del 20° secolo, e oggi si avvale sempre più delle biotecnologie (v. ). Secondo computi della FAO, oltre 6 milioni di semi vengono conservati in 1308 banche genetiche dislocate in 77 nazioni. Tuttavia, più della metà di questi paesi stima di poter incontrare difficoltà nell'opera di conservazione e gestione delle risorse genetiche, fondata su un periodico rinnovamento del materiale di base. Nonostante il valore di queste risorse, un numero stimato tra l'80 e il 95% di campioni disponibili non è ancora stato studiato. Questo è tanto più grave visto l'intenso fenomeno di erosione genetica, ossia di scomparsa di varietà genetica all'interno di una specie, o di deriva genetica. D'altra parte, proprio il lavoro di miglioramento genetico è anche alla base della perdita delle risorse genetiche locali, che vengono abbandonate a causa della loro minore produttività (v. ). Secondo la FAO, infatti, nel corso del 20° secolo è scomparso il 75% delle varietà locali di molte specie agricole. In Italia il processo di conservazione è assicurato da strutture specializzate come l'Istituto del germoplasma del CNR (Consiglio nazionale delle ricerche), che ha collezionato migliaia di accessioni per le specie agrarie erbacee (cereali, leguminose). Altre collezioni si trovano presso istituti universitari e del Ministero delle Politiche agricole e forestali.