AVIZ
. Le opinioni sull'origine di quest'ordine cavalleresco, che poi diede il nome a una casa regnante del Portogallo, sono divergenti. Da taluni si crede ch'esso sia la filiazione della Nova Milicia, corporazione di gentiluomini di Coimbra, congregatisi per combattere i Saraceni, con a capo Ferdinando Monteiro (o il principe Pedro Alonso), e con statuti formulati nel 1162 dal monaco Giovanni di Zerita. Altri pretendono che rimonti al 1148, quando alcuni crociati, condotti da Giacomo d'Avesnes, naufragarono, durante il loro viaggio per la Terrasanta, sulle coste portoghesi, ed ebbero da Don Sebastiano l'incarico della difesa di Evora. Le due versioni si fondono poi per l'età posteriore alle origini, da quando cioè, nel 1166, ai difensori di Evora venne concesso in premio, da Alfonso II, il castello di Aviz, nell'Alemtejo, e fu fondato l'ordine di S. Benedetto di Aviz, riconosciuto nel 1204 da Innocenzo III. Per un lungo periodo l'ordine portoghese fu alle dipendenze di quello spagnolo di Calatrava, del quale prese anche le insegne; ma dopo la battaglia di Aljubarrota (1385) riconquistò l'indipendenza e la mantenne anche contro le decisioni del Concilio di Basilea (1431). La Santa Sede non volle mai riconoscere al suo capo il titolo di Gran Maestro, attribuendogli soltanto quello di amministratore; e Giulio III nel 1550 incorporò l'ordine alla Corona di Portogallo. Quando, nel 1385, il bastardo di Pietro I, Giovanni, che era maestro dell'ordine, fu elevato al trono del Portogallo, la nuova dinastia prese il nome di Aviz e durò sino alla invasione spagnola del 1580 (v. portogallo: Storia). I re della casa di Aviz furono singolarmente intelligenti, protettori degli studî, fautori delle scoperte marittime, e notevoli anche per la modalità della vita privata, compatibilmente con i tempi. Sotto il loro governo il Portogallo si accrebbe dei grandi dominî oltremarini, sviluppò l'agricoltura e il commercio, ebbe savia legislazione, importanti centri di cultura, e vide in gran parte abbattuto il regime feudale.
Bibl.: F. de Almeida, Historia de Portugal, I-II, Coimbra 1922-24.