AUTOCONCETTO (dal gr. αὐτός "stesso" e concetto)
Termine che nell'idealismo moderno, specie nell'attualismo di G. Gentile, vale a designare l'idea con cui vien portata a più profonda soddisfazione la esigenza già spinoziana del conceptus sui. In ogni gnoseologia generalmente realistica e intellettualistica, il concetto è considerato come un'entità, metafisica o mentale, a cui spetta una particolare determinazione oggettiva non solo riguardo agl'individui reali di cui esso si pone come predicabile, ma anche di fronte al pensiero che deve concepirlo, e per cui è quindi, nonostante la sua astratta universalità logica, termine singolo di conoscenza. Nello sviluppo moderno e idealistico della filosofia, la sempre più viva attenzione per la profonda radice soggettiva di ogni determinazione gnoseologica conduce a modificare sempre meglio quell'idea del concetto, nel senso di una sua progressiva inserzione nell'attività della conoscenza stessa. Così l'universale, contemplato instar picturae in tabula (secondo l'espressione spinoziana) da Platone e da Aristotele, diviene per il Kant categoria informatrice e sintetizzatrice dei meri dati sensibili già elaborati dall'intuizione, e per il Hegel posizione di pensiero, e insieme di realtà, crescente a volta a volta su sé stessa nell'incessante negazione di ogni sua determinazione finita e nell'ulteriore determinazione di sé in un grado più alto e complesso, secondo il ritmo dialettico dell'universo. In tal modo, tuttavia, le categorie rimangono ancora molteplici, e distinte, oggettivamente, dal pensiero attuale che ne pensi la loro funzione o il loro divenire. Per l'attualismo, invece, accolta l'assoluta identità dell'ideale e del reale e quindi del concetto e del suo contenuto materialmente rappresentabile come separato, e risolta insieme questa identità nella determinazione concreta dell'atto della conoscenza, il pensiero che pensa il mondo viene totalmente a coincidere col pensiero che pensa sé stesso, coll'autocoscienza, ed è con ciò, se il pensiero si determina universalmente come concetto, autoconcetto. Non solo, quindi, l'auto concetto non è una funzione gnoseologica particolare, ma neppure la totalità del pensiero opposta all'oggetto che essa debba investire; è bensì l'assoluta totalità (l'unica pensabile concretamente come tale) della realtà stessa, nella sua dinamica attività spirituale. Realtà che non ha più bisogno di presupporre, né, con lo Schelling, una natura, né, con Hegel, un logo e una natura, su cui debba sorgere la coscienza e il concetto, perché già contiene logo e natura in sé, come suoi momenti dialettici.
Bibl.: G. Gentile, Teoria generale dello spirito come atto puro, 4ª ed., Bari 1924, p. 207 segg.; id., Il modernismo e i rapporti tra religione e filosofia, 2ª ed., Bari 1921, p. 195; id., Sommario di pedagogia, 3ª ed., I, Bari 1923, p. 66; id., Sistema di logica, II, Bari 1923, p. 134 segg.; V. La Via, L'idealismo attuale di G. Gentile, Trani 1925, p. 263 segg.