ATANASIO di Napoli, santo
Vescovo di Napoli dall'850 al 15 luglio 872, ebbe a padre Sergio, duca di Napoli, di cui il cronista coevo loda l'erudizione e specialmente la conoscenza delle due lingue, latina e greca. Offerto bambino dalla madre Drosa alla Chiesa, fu nell'850 consacrato a Roma vescovo di Napoli da Leone IV. Ebbe grande cura dell'istruzione letteraria del clero, istituendo scuole di grammatica, di cantori e lettori, e una scuola speciale per gli scribi. L'antico biografo racconta che donò alla biblioteca dell'episcopio tre codici di Giuseppe Flavio. Non meno fervido fu il suo zelo per l'ornamento delle chiese, segnatamente per quelle di S. Gennaro e di S. Stefano, da lui arricchite di pitture e tappeti istoriati. Oggetto particolare della sua liberalità furono le chiese devastate dai Saraceni. Negli ultimi anni della sua vita ebbe a sopportare le persecuzioni di un nipote, Sergio, figlio del duca Gregorio, fratello di Atanasio. Confinato da lui nell'isola di Nisida, fu liberato con l'aiuto dell'imperatore Lodovico II. Rifugiatosi prima a Sorrento, poi a Roma, morì, mentre con l'imperatore ritornava a Napoli, presso Monte Cassino, dove ebbe sepoltura provvisoria, finché nell'877 il suo nipote e successore Atanasio II ne fece riportare il corpo a Napoli.
Bibl.: Vita, scritta dal diacono Giovanni continuatore delle Gesta Episcoporum Neapolitanorum (ed. G. Waitz, in Monum. Germaniae Histor., Scriptores rerum Langobard. saecc. V-IX., 1878, p. 433 segg.); cfr. un'altra Vita, alquanto posteriore, e la Translatio S. Athanasii, ibid., pp. 439 segg. e 449; Acta Sanctorum, lugio IV, p. 72 segg.; B. Capasso, in Monumenta ad Neapolitani ducatus historiam pertinentia, I, Napoli 1881, p. 213 segg.