ASIENTO
. Parola spagnola, significante in generale "cosa consentita, stabilita, convenuta; assisa; contratto". Poi, più specialmente, indicò il contratto fra lo stato e quei privati che assumono qualche servizio pubblico, qualche fornitura, ecc.; infine, specificamente, il contratto con privati o il trattato con un altro paese che stabiliva la fornitura degli schiavi negri nelle colonie americane della Spagna.
Il primo vero contratto di asiento fu concluso con i tedeschi Eynger e Sayller (1528); ma fu seguito (1532-1580) da un sistema di licenze singole, negoziabili, non aventi carattere monopolistico, concedute in quantità varie, secondo i bisogni dell'erario (23.000 nel 1551) e spesso anzi in pagamento di debiti (nel 1540 ai Genovesi). All'asiento si tornò dopo la conquista del Portogallo; ma poi la separazione dei regni di Spagna e di Portogallo pose la Spagna davanti a fornitori esteri di negri, Portoghesi, Olandesi, ecc. mentre la padronanza dei mari le sfuggiva sempre più. Da ciò la tendenza a rivolgersi ad asientisti esteri, a scegliere fra essi quelli di nazioni meno pericolose, a vietare ad essi ogni cessione dei loro diritti. Grillo e Lomelin italiani, che ebbero l'asiento nel 1662, preferirono il più delle volte comprare i negri dagl'Inglesi di Giamaica, anziché in Africa, aprendo così la porta al contrabbando inglese. È questo il primo asiento in cui si contano gli schiavi per pezzi d'India (un maschio trentenne o un gruppo di altri di capacità di lavoro equivalenti) anziché per teste. Nel 1684, per la prima volta l'asiento passa nelle mani di un olandese, il Coymans, fortemente appoggiato dalla diplomazia del suo paese. Il ritorno di uno spagnolo Guzman (1693) è un insuccesso, e, dopo trattative diplomatiche, succede la compagnia portoghese di Cacheu (1696); poi, all'inizio della guerra di successione di Spagna, subentra la compagnia francese di Guinea che diviene compagnia di Guinea dell'asiento. Ormai non si tratta più, sebbene se ne mantengano le forme, di un contratto privato, ma di un vero e proprio trattato internazionale, e ormai le grandi potenze europee vogliono l'asiento non per il commercio negriero in sé, ma per le larghe possibilità di contrabbando che esso offre. L'Inghilterra nel 1706 avanza un progetto di asiento, e nel 1707 firma a Barcellona un trattato che le accorda il libero commercio delle Indie spagnuole con esclusione di altri stranieri. Nel 1711 nasce in Inghilterra la Compagnia del mare del Sud, e nel 1713 l'Inghilterra e la Compagnia ottengono definitivamente l'asiento che, nelle complesse formule della tratta dei negri, nasconde le possibilità di un largo commercio di contrabbando.
Questa volta l'asiento ha la vera forma di un trattato internazionale: Sua Maestà Britannica s'incarica, per mezzo di persone da essa nominate, di trasportare nelle Indie occidentali in 30 anni 144.000 pezzi d'India, 4800 per anno (art.1), con esclusione di ogni altro Spagnolo o straniero da tal diritto (art. 12), con diritto d'internamento e di residenza in colonia e libera circolazione dei funzionarî inglesi della Compagnia. Anticipazione al governo spagnolo di 200.000 piastre nei primi quattro mesi e in conseguenza diritto d'importazione in franchigia di 800 pezzi d'India, dazio di 33 ⅓ pesos per gli altri 4000, di metà per gli altri in soprannumero, il cui ingresso era permesso nei primi 25 anni. Aperti tutti i porti, Buenos Aires compresa, e compresi i porti del Pacifico, per i quali si potevano armare navi a Panama; permesso fra porto e porto il trasporto di schiavi, e permesso di tenere in ciascuno sei aiutanti inglesi, di affittar terreno presso i banchi e íarlo lavorare da schiavi o da avventizî del paese. Permesso d'importare dall'Inghilterra gli oggetti necessarî alla navigazione e alla tratta, dai cordami alle vesti e ai viveri, e di rivenderli, se deperibili. Oltre a queste clausole, che racchiudevano tutte le possibilità commerciali, si permetteva l'annuale "vascello di permissione", le cui merci, importate dall'Inghilterra, si potevano vendere solo alle fiere, e dovevano esser mantenute in magazzini vigilati dall'autorità spagnola; ma "il vascello non finiva mai di vuotarsi e il magazzino avea sempre una porta segreta".
Il trattato fu firmato il 26 marzo 1713; ma discussioni sulle navi di mercanzia lasciarono ineseguita la clausola per tre anni e condussero a un secondo trattato del 26 maggio 1716, in cui gli Inglesi ebbero partita vinta in tutto. L'asiento continuò ad essere accordato all'Inghilterra fino al 1750. Allora la compagnia lo abbandonò per un compenso di 100.000 sterline, nonostante che il trattato di Aquisgrana del 1748 glielo avesse confermato per quattro anni (art. 16).
Dopo il 1750 l'asiento perde ogni importanza internazionale ed economica. La Spagna cerca di ridargli vita come contratto privato con Spagnoli o stranieri; ma sono contratti brevi e parziali che cedono presto il campo alla libertà del commercio negriero..
Bibl.: Il testo di quasi tutti gli asientos, in J. A. Abreu y Bertodano, Colección de todos los tratados de paz, ecc., voll. 12, Madrid 1740-52; J. Gutiérrez de Rubalcava, Tratado histórico político legal del comercio de las Indias occidentales, Madrid 1750; G. de Ustaritz, Théorie et pratique du commerce et de la marine, traduz. francese, Parigi 1753; B. de Ulloa, Restablissement des manufactures et du commerce d'Espagne, traduz. francese, Parigi 1753; J. Cary, Storia del commercio della Gran Bretagna, tradotta da Pietro Genovesi, voll. 3, Napoli 1764; R. Antúnez y Acevedo, Memorias históricas sobre la legislación y gobierno del comercio de los Españoles con sus colonias en las Indias occidentales, Madrid 1797; J. A. Saco, Historia de la esclavitud desde los tiempos mas remotos hasta nuestros dias, Barcellona 1878; A. Helps, The Spanish conquest of America, Londra 1900; G. Scelle, Histoire politique de la traite negrière aux Indes de Castille. Contrats et traités d'asiento, Parigi 1906.