ASER (ebraico 'Āšēr "felice")
Nome sia dell'ottavo figlio di Giacobbe, sia della tribù israelitica che l'ebbe come progenitore eponimo. A. fu il secondo dei figli che Zelpha, ancella di Lia, partorì a Giacobbe, quasi per aiutare la propria padrona nella gara di fecondità (cfr. Genesi, XXX, 8) che costei aveva impegnata contro Rachele; perciò Lia si proclamò felice per la nascita di A., a cui mise tal nome (XXX, 13). A. ebbe a sua volta quattro figli e una figlia (Gen., XLVI, 17), la cui discendenza è elencata in I Cronache, VII, 30-40.
Quanto al numero dei componenti della tribù, la Bibbia dà queste cifre: poco dopo l'uscita dall'Egitto 41.500, escluse le donne e gli uomini minori di venti anni (Numeri, I, 41); sul finire della dimora nel deserto 53.400 (Num., XXVI, 47); ai tempi di David concorsero in Hebron per la sua proclamazione a re 40.000 guerrieri di questa tribù (I Cronache, XII, 36). Nessun condottiero di essa appare nella lista dei condottieri di David (I Cronache, XXVII, 16-22: testo forse lacunoso). Del resto la tribù di A. figura assai poco nella storia d'Israele ed è nominata rare volte nella Bibbia.
Il suo territorio è circoscritto in Giosuè, XIX, 24-31. Esso aveva a occidente il mare; a sud sembra che il confine legale fosse rappresentato dal fiume Labanath (l'odierno Nahr az-Zerqā'), quantunque la sottostante tribù di Manasse lo oltrepassasse fino a occupare la città di Dor (Giosuè, XVII, 10-11); a oriente esso confinava con la tribù di Zabulon, secondo una linea che partendo dai contrafforti meridionali del Carmelo risaliva da Amaad verso il nord, comprendeva Cabul e Nehiel, per piegare ancora verso oriente fino ad includere Ahalab (tuttavia cfr. Giudici, I, 31), e quindi risalire verso il nord a oriente di Rohob e Cana, fino a raggiungere, a settentrione, i confini di Tiro.