ARMADILLO (dallo spagnuolo armadillo, diminuitivo di armado "armato ", perchè rivestito di corazza; fr. tatou; ted. Gürteltier; ingl. armadillo)
Genere del sottordine Loricati, ordine Xenartri, caratterizzato dalla forma generale tozza, spesso appiattita, con testa allungata, occhi e bocca piccoli, orecchi a cartoccio di medie o modeste dimensioni; arti brevi, muniti, specialmente gli anteriori, di lunghe e robuste unghie scavatrici. Un singolare scheletro esterno a placchette o scutelli, che, esempio unico tra i mammiferi viventi, constano di ossificazioni dermiche, rivestite esternamente da uno strato corneo epidermico, protegge la superficie dorsale della testa e del tronco e generalmente anche la coda, come pure la superficie anteriore e laterale degli arti. Sulla testa, sulla regione scapolare e sulla pelvica, le singole placche si fondono spesso in solide corazze o carapaci; la regione dorsale è generalmente segnata da una serie di cinti trasversali. Dovunque lo scheletro non forma una corazza ininterotta, le sue placche si alternano con peli setolosi, che hanno sviluppo e ordinamento caratteristici per le singole famiglie e generi. Anche le parti nude, cioè le inferiori del tronco e le interne degli arti, sono rivestite di peli generalmente setolosi. Nel cranio l'arcata zigomatica è completa, ma sprovvista o quasi di apofisi discendente; lo pterigoide non è rigonfiato; il premascellare non è molto ridotto. I denti sono pioliformi, senza radice e in via definitiva senza smalto; subeguali tra di loro e in numero lievemente variabile anche entro una stessa specie; secondo le specie, il loro numero complessivo può variare da 24 a 90: v'è una muta dentaria parziale. Nello scheletro v'è tendenza alla fusione delle vertebre cervicali; le singole coste sono molto slargate e quasi a contatto tra di loro; la clavicola è robusta; nel femore v'è un terzo trocantere. La lingua è vermiforme, ma non molto lunga e munita di papille; le ghiandole salivari sono sviluppatissime; lo stomaco semplice; l'intestino breve; manca lo scroto, il pene è lunghissimo, le mammelle sono in numero di 2 0 4. I loricati viventi sono modesti residui di periodi geologici passati. Abitano l'America Meridionale e Centrale fino al Messico, a seconda della specie, sia nelle foreste anche di montagna, sia nella pianura con terreni leggeri e vegetazione poco abbondante, ove scavano e si affondano nel terreno con grande rapidità. Di abitudini prevalentemente notturne e dotati di olfatto buono, si nutrono d'insetti e larve, termiti, formiche, vermi, molluschi, carogne e anche di sostanze vegetali svariate. Il sottordine degli Armadilli si suddivide nelle famiglie: Armadillo, Dasipo, Tolipeute e Clamidoforo. Della prima si tratta qui appresso, delle altre tre alla voce dasipo.
La famiglia degli Armadilli (lat. scient. Tatusidae Burnett 1830) si distingue per il tronco piuttosto compresso, incapace di arrotolarsi, muso lungo e stretto; da
= 28 fino a
= 36 denti, preceduti da denti latteali meno l'ultimo. Orecchi relativamente grandi, con porzione basale tubolare, molto ravvicinati tra di loro all'attacco esterno nella regione occipitale. Il piede anteriore è apparentemente tetradattilo, mancando esternamente il dito 5°. Il dito 2° e il 3° sono molto più lunghi degli altri due e subeguali tra di loro; anche il dito 1° e il 4° sono subeguali tra di loro; il più lungo di tutti è il 2°, e il più breve il 1°. Le unghie dei diti 2° e 3° sono assai lunghe e compresse. Il piede posteriore è più grande dell'anteriore e simmetricamente pentadattilo, ossia col dito 3° più lungo e robusto degli altri e col 2° e 4°, rispettivamente 1° e 5°, subeguali tra loro; le unghie sono larghe e robuste. L'armatura si presenta rigida al tatto. Lo scudo cefalico, pressoché piriforme con acuta punta posteriore, è composto di piccoli e numerosi scutelli assai irregolari; mancano scutelli cervicali; gli scudi scapolare e pelvico aderiscono al tronco fino all'attacco degli arti, e sono composti da scutelli piccoli con figura centrale più o meno tondeggiante. Vi sono da 6 a 10 cinti dorsali, composti di scutelli grandi con figura centrale triangolare. Gli arti sono armati con piccoli scutelli isolati, più o meno esagonali. La regione basale della coda ha un rivestimento segmentale di anelli completi, formati ciascuno da tre serie longitudinali di scutelli; la porzione distale della coda è ricoperta da scutelli allungati, più o meno esagonali, senza ordinamento segmentale. Il pene è relativamente breve e grosso, munito di punta terminale e su ciascun lato d'un lobo subterminale; vi sono 2 capezzoli pettorali e due inguinali; il numero dei neonati varia da 4 a 10. Sono animali silvicoli, digitigradi, assai rapidi nella corsa e nello scavare. Sono assai apprezzati per la bontà delle loro carni. Lasciando in disparte il genere Scleropleura A. M. Edwards 1871, della provincia brasiliana Ceará, di cui è nota la sola pelle, caratterizzata dalla debolezza e scarsità dell'armatura del tronco nelle parti mediane, è consigliabile riunire tutte le specie della famiglia sotto il genere Armadillo (Tatu Liais 1775, dal nome adoperato dagl'indigeni del Paraguay). Vi appartengono 17 specie e sottospecie, forse non tutte ben definite, distribuite dal Messico alla Patagonia settentrionale. La meglio nota è l'Armadillo comune, Tatu novemcinctum L., diffuso dal Messico al Paraguay, lungo circa cm. 40, con coda di cm. 40, con 9 (talvolta anche 8 0 10) cinti dorsali e rivestimento peloso scarso. Ben noto è pure l'Armadillo ibrido, Tatu hybridum Desm., che dal Brasile centrale si estende fino alla Patagonia settentrionale, più piccolo del precedente, con 7 o 8 cinti dorsali. L'Armadillo peloso, Tatu pilosum Fitzinger dell'Ecuador e Perù, anch'esso piuttosto piccolo, con 11 cinti dorsali, è caratterizzato dall'abbondanza del suo rivestimento peloso.
Bibl.: Desmarest, Mammals, 1820, p. 368; Burmeister, Tiere Brasiliens, 1864, p. 268-301; Peters, in Sitzungsber. Ak. Wiss., Berlino 1864, p. 179-180; Gray, Catalogue of Edentata of the British Museum, Londra 1869, pp. 376-379; Edwards, in Ann. Sc. Nat., XVI (1872), p. 3, e in Arch. Mus. Hist. Nat., VII (1872), p. 172; Fitzinger, in Sitzungsber. Akad. Wissensch., LXIV (1871), pp. 209-276 e 329-390; Garrod, in Proc. Zool. Soc., Londra (1878); Römer, in Jen. Zeitschrift Naturw., n. s., XX (1892); Flower e Lydekker, Mammals, 1891, pp. 194-196; Lahille, in Ann. Mus. La Plata, Zool., II (1894), pp. 1-30; Weber, Die Säugetiere, 1904, pp. 454-457; Heck, in Brehm, Tierleben, X, 1912, pp. 502-505; Anthony, in Ann. Sc. Nat., Zool., V (1922), pp. 351-388, e in Bull. Mus. Hist. Nat., 1923, pp. 131-134; Winge, Patterdyr Slaegter, I, 1923, pp. 274-253. Per altre famiglie v. dasipo.
Armadillo Gigante. - È una specie (Priodon giganteus) del genere Priodon F. Cuv., della sottofamiglia Cabassu (v. eufratto).