APULO ("Απουλον, Apulum, oggi Alba Iulia in Romania)
Città romana importantissima, capoluogo della provincia Dacia Apulensis. Giaceva in una fertile vallata alla confluenza dell'Ampoele e del MureŞ, non lungi dalle ricche miniere di oro della Transilvania. Nel luogo sono forse le tracce di una stazione preistorica dell'età del bronzo. Prima della conquista romana Apulum era un villaggio dacio (dava), cosi chiamato dai Daci Apuli che facevano scorrerie fino in Scizia Minore al tempo di Augusto. Nel 107 d. C. Traiano vi fondò i castra stativa della legio XIII gemina, dove risiedeva temporaneamente anche la legio I adiutrix. Da veterani e coloni, fornitori dell'esercito, si costituirono le canabae che presero un rapido sviluppo, trasformandosi in una grande e fiorente città, che superò anche la capitale Sarmizegethusa. Sotto M. Aurelio le epigrafi ci attestano la coesistenza di due centri del tutto indipendenti: un municipium Aurelium A. con quatuorviri e una colonia Aurelia A. con duoviri, fatto che potremmo spiegare colla promozione del villaggio dacio a municipio e coll'acquisto dei diritti di colonia da parte delle canabae militari. Il municipium Aurelium si chiamò più tardi Septimium e durò fino a Gordiano III. La colonia Aurelia ebbe da Settimio Severo lo ius italicum e sotto Decio fu ristorata quale colonia nova Apulensis. Qui era la residenza di un procuratore fiscale e talvolta anche del governatore delle tre Dacie (legatus trium Daciarum). Verso il 260 divenne con la Dacia settentrionale preda dei barbari. La città moderna è costruita sulle rovine del vecchio Apulo. Furono condotti scavi fra il 1889 e il 1912 da B. Cserni, il quale riconobbe la pianta, le mura e le porte del campo e varie costruzioni romane tanto del municipio quanto della colonia, identificata da lui al sud, presso il MureŞ. Molti fondamenti di edifizî, case private, templi, mitrei, terme, acquedotti, tombe e sarcofaghi, ville, pavimenti in mosaico, dinotano una civiltà romana prosperosa. Nel museo di Alba Iulia possiamo studiare le raccolte degli oggetti scoperti, mobili e suppellettile, sculture, vasi, numerosissime iscrizioni, monete, mattoni a sigillum, ecc.
Bibl.: Tomaschek, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. der class. Altertumswissenschaft, II, coll. 290-291; M. Besnier, Lex. géogr. anc., Parigi 1914, p. 63; De Ruggiero, Dizion. Epigr. Ant. Rom., s. v.; cfr. inoltre gli articoli di B. Cserni nell'Ann. della Soc. Stor. Arch. del distretto di Alba (1890-1908) e nelle Memorie del Congresso della Soc. Mus. Transilv. ad Alba-Iulia, Cluj 1913, pp. 45-57, pianta a p. 51.