CANTORE, Antonio Tommaso
Nato a Sampierdarena (Genova) il 4 ag. 1860 da Felice e da Marianna Ferri, dopo gli studi presso l'istituto tecnico era entrato il 1º ottobre 1878 nella scuola militare di Modena. Sottotenente del 29º reggimento di fanteria nel 1880, capitano dell'81º reggimento nel 1888, maggiore nel 1898 col comando del battaglione "Gemona" del 7º reggimento alpini, passava nel 1903, col grado di tenente colonnello, al comando del battaglione "Aosta" del 4º reggimento. Di questo periodo si ricordano la difficile traversata del monte Rutor effettuata con tutto il battaglione, e la guida degli ufficiali del reparto in una impegnativa ascensione del Monte Bianco. Colonnello nel 1908 col comando dell'88º reggimento di fanteria, passava l'anno dopo al comando dell'8º reggimento alpini.
Poco prima della fine della guerra italo-turca il C. ricevette l'ordine di mobilitazione il 12 sett. 1912; il 28 s'imbarcò a Napoli coi battaglioni "Tolmezzo" e "Feltre" per la Libia, donde rientrò in Italia il 7 ag. 1914.
Partecipò alle operazioni di penetrazione nel settore libico seguite alla pace di Losanna (18 ott. 1912), dall'azione di Suani beni Adem (16 novembre) ed Azizia (17), a quella del Garian (2 dicembre), di Tebedut (20-21 marzo 1913) e Assaba (23) - per le quali ebbe la croce di cavaliere dell'Ordine militare di Savoia -, di Chicla, di Mizda, di Jefren, di Nalut, fino al suo rientro con le truppe a Tripoli nel maggio 1913. Inviato in seguito nel settore cirenaico, partecipò alle azioni di Bracsada ed Ettangi (18-19 giugno), di Ras Mdaur (18 luglio) - anche per queste azioni del giugno e luglio ebbe la croce di ufficiale dell'Ordine militare di Savoia -, di Merg (19 agosto), di Tecniz (16 settembre). Promosso maggiore generale il 1º febbr. 1914 col comando della brigata "Pinerolo", continuò a partecipare a operazioni militari nel settore bengasino fino a quando, il 16 luglio 1914, fu esonerato per assumere il comando della III brigata alpini, rientrando in patria.
Alla dichiarazione di guerra all'Austria il C. aveva il comando della zona di Monte Baldo e dei Lessini, nel settore della 1ª armata. Passato il confine il 24 maggio 1915, occupava il 25 il Monte Altissimo ed entrava il 27 in Ala. Promosso generale di divisione ai primi di giugno, veniva spostato nel Cadore, nel settore della 4a armata.
Nel quadro dell'azione d'impegno della linea austriaca da parte del IX corpo d'armata per sostenere le operazioni della prima (23 giugno-7 luglio) e della seconda (18 luglio-3 agosto) battaglia dell'Isonzo, compito del C., schierato nella zona delle Tofane, era l'attacco alla forcella di Travenanzes, per accedere nella valle omonima. Iniziata il 5 luglio l'azione con forti contrasti, e arrestatasi di fronte al Col dei Bois il 14, il 20 il C. procedeva ad una ricognizione personale della linea e della dislocazione nemica. Nel punto estremo dello schieramento, nei pressi del rifugio della Tofana, il C. veniva ucciso da un tiratore scelto (20 luglio 1915).
Noto per il suo amore per la montagna (era soprannominato "l'Alpino"), il C. fu tra i soldati uno dei più popolari ufficiali per il calmo sprezzo del pericolo, e per la capacità di condividere i rischi e le fatiche delle truppe, alla loro testa in marcia e in combattimento. Fu decorato alla memoria della medaglia d'oro al valore militare; era anche insignito della croce d'ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro.
Fonti e Bibl.: Per le vicende della carriera, vedi a Roma, Ministero della Difesa, Direz. gen. per gli ufficiali dell'esercito, Ufficio generali, Stato di Servizio del C.; per l'operato in Libia, v.Ministero della Guerra, Stato Maggiore Centrale, Ufficio storico, Campagna di Libia, I-IV, Roma 1922-25, passim. Numerosa e di vario valore la bibliografia: si possono ricordare P. Peova, Il gen. A. C., Genova 1926; C. Ferrero, Il gen. C., Milano 1940; Il gen. A. C., in Riv. militare, XXIII (1967), pp. 552-57; G. Fabbiani, Il gen. A. C. in Cadore, in Arch. stor. di Belluno,Feltre e Cadore, XI, (1969), pp. 50-60.