PROVANA, Antonio
PROVANA, Antonio. – Nacque a Nizza, ducato di Savoia, il 23 ottobre 1662, da Orazio Provana di Castel Reinero e Castel Brilland, conte di Pratolungo, e da Margherita Borriglione d’Aspremont. Orazio fu residente sabaudo a Roma, primo presidente del Senato sabaudo e ambasciatore presso Luigi XIV di Francia. Giuseppe, fratello di Antonio, fu segretario di Guerra di Vittorio Amedeo II.
Conclusa l’educazione nel collegio gesuita di Nizza, Provana entrò al noviziato gesuita di Milano il 15 febbraio 1678, e divenne sacerdote a Lione nel 1691. Si imbarcò a Lisbona per la Cina come missionario di patronato portoghese nel 1693, ma a causa di avarie alla nave posticipò la partenza di un anno, impiegato nella predicazione a Evora. Sbarcò a Macao il 4 ottobre 1695, assumendo il nome cinese di Ai Xunjue Ruose (= José). Da Macao raggiunse la missione assegnatagli a Jiangzhou (Shanxi), dove emise la professione solenne il 2 febbraio 1696 e fu superiore fino al 1707. Percorse le province di Henan e Shanxi, fondando chiese e confraternite dei laici. I rapporti dei superiori all’Archivio romano della Compagnia di Gesù sottolineano le sue doti di infaticabile evangelizzatore, ma anche la sua indole indipendente e temeraria.
Alla fine di agosto del 1705 si recò a Pechino ad accogliere Carlo Tommaso Maillard de Tournon, legato pontificio che giungeva per esercitare controllo sulle missioni e informare il governo cinese della proibizione papale contro i ‘riti cinesi’, difesi dai gesuiti e dal loro patrono, l’imperatore Kangxi. Provana desiderava parlare a Tournon e «aprirgli il suo animo […] per l’antica familiarità» che li legava (Archivum Romanum Societatis Iesu, Japonica-Sinica, 199-I, c. 122). Entrambi aristocratici savoiardi ed educati dai gesuiti, potrebbero essersi frequentati anche a Nizza, dove Tournon studiò teologia e diritto nel 1687-90. Il legato sarebbe giunto solo nel dicembre del 1705 e Provana ritornò alla sua missione, lasciandogli un rapporto sui riti.
La legazione papale fu un disastro diplomatico e Kangxi ordinò ai portoghesi di porre Tournon agli arresti domiciliari a Macao sulla via del ritorno. Convinto che avesse tradito le direttive papali, l’imperatore decise con il suo arresto di screditarlo e diede ordine ai gesuiti di fornire nuove informazioni al papa. Gli inviati imperiali Antoine de Beauvollier e Antonio de Barros si imbarcarono nel gennaio del 1707 diretti a Roma con documenti degli archivi di palazzo circa la legazione. Più tardi l’imperatore decise di inviare altri due gesuiti con ulteriore documentazione. Provana tornò a Pechino il 17 febbraio 1707 con il neofito Luigi Fan Shouyi e Kangxi lo ricevette il 22 febbraio. Il viceprovinciale Antoine Thomas propose che uno dei nuovi inviati agisse da procuratore della missione a Roma, e Provana, malgrado dissidi interni, venne eletto assieme al visitatore della Cina e Giappone a Canton, Raymundo de Arxo.
Lasciò Pechino il 27 ottobre 1707, ma una volta a Macao le autorità portoghesi gli proibirono di incontrare Tournon. Provana non poté far altro che inviargli un’accorata lettera di scuse ed esortazioni il 13 gennaio 1708 e imbarcarsi con Fan e i confratelli Arxo e François Noël. Attraverso lo stretto della Sonda e il capo di Buona Speranza, essi giunsero il 3 giugno a São Salvador de Bahia (Brasile), dove appresero del naufragio di Beauvollier e Barros nel gennaio del 1708. Provana e Fan si imbarcarono in tutta fretta il 3 luglio e giunsero a Lisbona il 7 settembre 1708. Re Giovanni V li ricevette e decise di inviare un ambasciatore straordinario a Roma per dirimere la questione, Rodrigo Anes de Sá Meneses e Meneses, marchese di Fontes. Provana ebbe un ruolo cruciale nella scelta dell’inviato, scrisse al papa annunciando il proprio arrivo e il motivo della missione e in quattro mesi a Lisbona informò gli ambasciatori stranieri sui fatti di Cina.
Provana, Fan e Noël giunsero a Roma il 20 febbraio 1709, accolti dal savoiardo Ercole Turinetti, marchese di Priero, plenipotenziario del sacro romano imperatore Leopoldo I, e dal residente di Portogallo. I documenti imperiali vennero consegnati al papa il 25 febbraio, alla presenza del generale Michelangelo Tamburini. Clemente XI lesse le carte nella traduzione latina e convocò la prima di molte congregazioni del S. Uffizio sulla materia. Intanto una campagna diffamatoria contro Provana insinuava che non avesse credenziali diplomatiche, e per difendere l’onore della Compagnia e i riti cinesi, nel luglio del 1709 questi presentò al papa cinque memoriali, affermando le prerogative dell’imperatore e la liceità dei metodi gesuitici. I memoriali furono confutati dal procuratore di Tournon, Giovanni Iacopo Fatinelli, in una congregazione coram Sanctissimo dell’8 agosto, ma circolarono manoscritti, provocando la pubblicazione nel 1709-10 di trattati polemici del gesuita Luigi Vincenzo Mamiani della Rovere e di Fatinelli.
Provana rimase a Roma fino alla fine del 1711, quando ebbe il permesso di recarsi in visita alla famiglia, nella speranza di tornare in Cina. Il pontefice e Propaganda Fide si allarmarono dopo la sua partenza, temendo un suo improvvido ritorno a Pechino e, attraverso il generale, obbligarono il gesuita e il suo compagno Fan a rimanere in collegi gesuiti a Milano (1712-14) e a Torino (1715-17). Negoziati tra il Portogallo e la S. Sede sul patronato delle missioni cinesi continuarono, ma questo non impedì a Clemente XI la promulgazione nel marzo del 1715 della costituzione di condanna dei riti cinesi Ex illa die. Quando, nell’ottobre 1716, Kangxi apprese la notizia, la sua furia si appuntò sul mancato rientro di Provana. Un editto richiedente il ritorno dell’inviato con la risposta papale fu stampato in versione mancese, cinese e latina, e inviato in Europa in molte copie. Non appena il documento raggiunse Roma, Clemente XI si vide costretto a far richiamare Provana e a concedergli di tornare in Cina con Fan, anche se la sua salute era precaria. Il 16 gennaio 1718 i due giurarono fedeltà alla Ex illa die nelle mani del papa prima e del segretario di Propaganda Pier Luigi Carafa poi.
Una volta a Lisbona, dove arrivarono con il marchese di Fontes il 9 aprile 1718, Provana e Fan vissero nel collegio di S. Antão e nella casa professa di S. Roque per un anno, sia per riprendersi in salute sia per volere dei superiori, che ne ritardavano la partenza come il papa aveva auspicato, sperando viaggiassero con il legato pontificio Carlo Ambrogio Mezzabarba, in partenza per la Cina. Il 19 luglio 1718 il segretario di Stato Fabrizio Paolucci inviò una perentoria missiva a Provana, ingiungendogli di «giustificare la tardanza del suo ritorno colà a ragione delle sue indisposizioni» e comunicare a Kangxi che un legato sarebbe giunto per dare risposta ai suoi quesiti (Archivum Romanum Societatis Iesu, Japonica-Sinica, 178, c. 82). Un breve pontificio del 30 settembre 1719 indirizzato a Kangxi reiterava come Provana non fosse autorizzato a discutere alcunché. Nel gennaio-febbraio 1719, Provana chiedeva al marchese di Fontes aiuti economici e sollecitava la partenza con Fan al più presto, senza essere accompagnato da altri gesuiti, di cui non si fidava. Ricevuti dal re, Provana e Fan vennero provvisti di doni per Kangxi e imbarcati il 15 maggio 1719, con l’ordine al capitano di portare l’inviato imperiale «vivo o morto» in Cina.
Il viaggio fu tormentato, con una sosta di tre mesi all’isola di Santa Catarina (Brasile), e all’altezza del capo di Buona Speranza, Provana morì il 15 marzo 1720.
Il suo corpo venne sigillato in una bara, per poter essere consegnato alle autorità cinesi. Il vascello giunse a Macao nel luglio del 1720 e Fan viaggiò fino alla villa di caccia a Chengde, dove il 25 agosto furono consegnati a Kangxi documenti sul viaggio, inclusa la lettera di Paolucci. Il monarca ebbe conferma delle trame di Roma, e questo danneggiò la missione Mezzabarba. Kangxi non dimenticò i servigi resi da Provana e ordinò un funerale d’onore a Canton il 17 dicembre 1722, alla presenza di un ministro imperiale, di gesuiti, altri missionari, mercanti inglesi, francesi e spagnoli, e cristiani cinesi. Sulla lapide venne posto il titolo di inviato imperiale, ultimo atto della sua carriera terrena, anche se le cerimonie funerarie attirarono il biasimo degli avversari ai riti, e nel 1724 Jean-François Foucquet compose per l’occasione un critico Judicium de quibusdam funebribus honoribus Sinensium (Biblioteca apostolica Vaticana, Borg. lat. 542, cc. 1-74v).
Fonti e Bibl.: Nizza, Archives départementales Alpes-Maritimes, S. Reparata, Battesimi 1662-70; Archivum Romanum Societatis Iesu, in partic. Japonica-Sinica, 105, c. 307v; 116, c. 293v; 125, c. 245; 134, cc. 388v, 398v, 406, 408 s., 412; 138, cc. 80, 606, 724 s., 746 s., 787, 826; 168, cc. 304 s.; 170, cc. 121 s., 335 s.; 171, cc. 218 s.; 172, cc. 46, 149-155, 251 s.; 173, cc. 12, 220-225; 174, c. 38; 178, cc. 82, 263, 360-362, 374-376, 407 s., 410; 182, c. 290; 197-II, cc. 344-346v; 199-I, cc. 122 s., 191 s.; Fondo gesuitico, 722.2, cc. 72-73v; 722.4, cc. 21 s.; 730-II, cc. 400 s., 437-440, 460 s.; Archivio segreto Vaticano, Albani, 236; 237; 243; 255, cc. 67 s.; altri archivi europei e cinesi. Ulteriori riferimenti a volumi e carte negli archivi qui menzionati sono rintracciabili in F. Margiotti, Il cattolicismo nello Shansi dalle origini al 1738, Roma 1958; J. Dehergne, Répertoire des jésuites de Chine de 1552 à 1800, Roma-Paris 1973, pp. 211 s.; J. Witek, P. A., in Diccionario histórico de la Compañía de Jesús, IV, Roma-Madrid 2001, pp. 3246 s. [L.V. Mamiani della Rovere], Osservazioni sopra la Risposta fatta dal procuratore del Sig. Cardinale di Tournon a’ cinque memoriali del P. Provana procuratore de’ missionari della Cina della Compagnia di Giesù, s.l. [ma Roma] 1709; [A.G.F. Provana], Atti imperiali autentici di varj trattati, passati nella regia corte di Pekino tra l’Imperatore della Cina, e M. Patriarca Antiocheno al presente Sig. Cardinale di Tournon, Colonia [luogo falso] 1709-1710; G. Fatinelli, Apologia delle risposte date dal procuratore dell’Em. Sig. Cardinale di Tournon alli cinque memoriali del Padre Provana contro le Osservazioni fatte sopra di esse da un’autore anonimo, s.l. [ma Roma] 1710; Chen Yuan, Kangxi yü Luoma shijie guanxi wenshu yingyin ben (Documenti in facsimile sui rapporti tra Kangxi e le legazioni romane), Beiping 1932; A. Vasconcelos de Saldanha, De Kangxi para o Papa, pela via de Portugal, I-III, Macau 2003.
L. Barberis, Il conte Orazio Provana ambasciatore sabaudo (1630-97), in Bollettino storico-bibliografico subalpino, XXX (1928), pp. 65-113; L. Pfister, Notices biographiques et bibliographiques sur les jésuites de l’ancienne mission de Chine, Shanghai 1932, pp. 477-479; A. Rosso, Apostolic legations to China of the eighteenth century, South Pasadena 1948, pp. 331-334; Yan Zonglin, Kangxi shichen Ai Ruose shiji buzhi (Note sulle attività di A. P., inviato diplomatico di Kangxi), in Guoli Zhongshan daxue wenshi jikan (Rivista di storia e letteratura dell’Università nazionale Sun Yat-sen), I (1948), pp. 35-40; G. Di Fiore, La legazione Mezzabarba in Cina (1720-1721), Napoli 1989; J. Witek, Sent to Lisbon, Paris and Rome: Jesuit envoys of the Kangxi Emperor, in La missione cattolica in Cina tra i secoli XVIII-XIX: Matteo Ripa e il Collegio dei Cinesi, a cura di M. Fatica - F. D’Arelli, Napoli 1999, pp. 317-340; Tang Kaijian - Liu Qinghua, Kangxi shiqi Ai Ruose chushi Luoma shimo kao (1707-1720) (Disamina sull’ambasceria a Roma di A. P. nel periodo Kangxi, 1707-1720), in Ming Qing shiqi de Zhongguo yü Xibanya guoji xueshu yantaohui lunwenji (Atti del convegno internazionale Cina e Spagna nel periodo Ming e Qing), a cura di Li Xiangyu - Li Changsen, Macao 2009, pp. 233-280.