APRILE, Antonio Maria
Figlio di Giovanni, fratello di Pietro e di Giovanni Antonio. Si hanno sue notizie a partire dal 1520 circa. Il 18 febbr. 1522 si impegnò a scolpire con Giovanni Angelo Molinari un pulpito per la cattedrale di Savona, che poi fu trasferito dalla vecchia alla nuova costruzione. Aveva intanto stretto società, con Bernardino Gagini, insieme col quale eseguì varie opere destinate a committenti spagnoli: così il monumento sepolcrale di don Francesco de Zufliga marchese di Ayamonte, già in S. Francesco di Siviglia, ultimato nel 1526, e oggi costituente l'altare maggiore della chiesa di S. Lorenzo presso Santiago di Compostella; i mausolei di don Pedro Enriquez (morto nel 1519) e di Catalina de Ribera, già nella Certosa, poi trasferiti (1836) nella chiesa dell'università di Siviglia: quello di don Pedro, iniziato nel 1520 e ultimato nel 1525, reca la firma di Antonio Maria ("Antonius Maria de Aprilis de Charona hoc opus faciebat in Ianua"), il quale tuttavia, oltre la collaborazione di Bernardino Gagini - al quale si riferirà l'idea generale della composizione - ebbe quella di Pietro Angelo delle Scale e di un altro non identificato Bernardino. Nel 1526, in Genova, lavorava insieme con i fratelli Pietro e Giovanni Antonio e al ricordato Pietro Angelo delle Scale al monumento di Francesco Ruiz vescovo di Avila, oggi nella chiesa dell'università di Siviglia. Il 31 genn. 1528 si impegnava assieme al fratello Pietro e a Bernardino Gagini - e rinnovava l'impegno da solo il 10 sett. 1529 - a condurre lavori scultorei e architettonici per il palmo del marchese di Terifa in Siviglia, per il quale eseguì una fontana e un portale. Con Pace Gagini e con i caronesi Luca e Francesco Casella lavorò alla Certosa di Siviglia; qui è conservato anche il monumento sepolcrale di mons. d'Azevedo, firmato: "Antonius Maria Aprili de Charona faciebat in Ianua". Nel 1529 eseguì un portale per don Ferdinando Colón, figlio naturale di Cristoforo Colombo, e destinato alla sua famosa biblioteca sivigliana. Nel 1535 era nuovamente a Siviglia impegnato in lavori nell'Alcazar. A Genova ultimò quattro grandi finestre del coro del duomo, iniziate dal fratello Giovanni Antonio, e rimaste incompiute alla sua morte (1527). Nel 1542 sembra che l'A. fosse a Bissone.
Nelle opere dell'A. - in particolare nei monumenti sepolcrali eseguiti per la Spagna - si scorge chiaramente come sulla impostazione architettonica "rinascimentale", in rapporto con forme sansovinesche, si sovrapponga un'esuberante ricerca decorativa, che deriva dal diretto rapporto, che talvolta diviene collaborazione, con Bernardino Gagini, e dalle preferenze dei committenti spagnoli: così da confluire e confondersi, per es., nel monumento di don Pedro Enriquez, con il "plateresco", proprio del gusto locale.
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