GASBARRINI, Antonio
Nacque a Civitella del Tronto, in provincia di Teramo, l'11 marzo 1882 da Agostino e da Adelaide Caprara. Rimasto molto presto orfano di padre, con non pochi sacrifici potè studiare medicina e chirurgia presso l'Università di Siena, dove gli fu maestro di istologia ed embriologia A. Ruffini e dove si laureò nel 1908.
Avviatosi subito alla carriera universitaria, fu allievo e assistente di illustri maestri di patologia e clinica medica: C. Golgi e C. Forlanini a Pavia nel 1909-10, A. Ceconi a Torino nel 1911, A. Bignami a Roma nel 1912-13. Divenuto aiuto di L. Zoja, completò la propria formazione clinica alla sua scuola nelle sedi di Sassari, Parma e Pavia. Acquisita la necessaria esperienza, partecipò ai concorsi per la cattedra di patologia speciale medica delle Università di Siena, Messina, Firenze, Padova e Pavia, sempre classificandosi nella terna dei vincitori e risultando inoltre idoneo per l'insegnamento della clinica medica a Pavia. Nel 1924 fu incaricato dell'insegnamento della patologia speciale medica nell'Università di Bologna, quindi divenne titolare della disciplina nell'Università di Siena. Nel 1931 fu chiamato a insegnare clinica medica nell'Università di Bari e, nell'ottobre dello stesso anno, in quella di Padova. Optò per questa seconda sede, ove insegnò fino al 1939, quando fu chiamato a insegnare clinica medica generale e terapia medica nell'Università di Bologna. Qui concluse la sua carriera: lasciato l'insegnamento nel 1952 per raggiunti limiti di età, fu collocato fuori ruolo e nominato professore emerito.
Formatosi presso le più prestigiose scuole mediche italiane, il G. fu un clinico insigne. Le solide basi biologiche e fisiopatologiche, unite al metodo clinico e all'approccio biochimico-funzionale nello studio del malato ereditati dal suo maestro Zoja, gli consentirono di acquisire un sicuro intuito diagnostico e di affrontare numerosi e vari problemi di patologia e clinica medica.
Autore di oltre 300 pubblicazioni scientifiche, recò importanti contributi pressoché in tutti i settori della specialità. Fu autore di studi a impronta biochimica sul potere tossico del siero di sangue (Sul potere tossico del siero di sangue, in Atti della R. Acc. dei Fisiocritici in Siena, s. 5, I [1909], pp. 525-533), sull'importanza teorico-pratica del riscontro di fini alterazioni delle proprietà chimico-fisiche degli umori in varie condizioni morbose (La reazione meiostagminica nella tubercolosi sperimentale (Contributo alla diagnosi dei bacilli della tubercolosi umana, bovina, aviaria ed infezioni relative), in Biochimica e terapia sperimentale, II [1910], pp. 256-265 e in Bollettino della Società medico chirurgica di Pavia, XXIV [1910], pp. 535-541; Meiostagmine e diabete pancreatico, in Folia clinica, chimica et microscopica, III [1910-11], pp. 322-326; Intorno alla reazione meiostagminica nei versamenti, in Bollettino della Società medico chirurgica di Pavia, XXIV [1910], pp. 542-545 e in Clinica medica italiana, XLIX [1910], pp. 720-725), su particolari caratteristiche del contenuto gastrico in alcune malattie dello stomaco (Sulla concentrazione ionica del contenuto gastrico in alcune malattie dello stomaco, in Folia clinica, chimica et microscopica, V [1914-15], pp. 16-28).
Nella ricerca clinica, pur mantenendosi fedele al rigoroso metodo di studio dei problemi presentati dal paziente e alla procedura diagnostico-differenziale, curò sempre la collaborazione con i colleghi anatomopatologi, chirurghi, radiologi. Le sue osservazioni di patologia medica spaziarono dal campo delle malattie infettive e parassitarie (di rilievo quelle sull'echinococcosi: Cisti da echinococco dello spazio del Retzius guarita col metodo Biondi, in Atti della R. Acc. dei Fisiocritici in Siena, s. 5, I [1909], pp. 213-222; Ulteriori osservazioni di echinococchi epatici non suppurati guariti col processo Biondi, ibid., pp. 709-721; Sul valore dell'intradermoreazione nell'echinococcosi umana, in Il Policlinico, sez. medica, XXVI [1919], pp. 441-446; e sull'encefalite epidemica: Contributo allo studio della cosidetta encefalite letargica, in La Riforma medica, XXXVI [1920], pp. 421-423; Encefalite epidemica (sintomatologia, forme cliniche, diagnosi, patogenesi, prognosi e terapia), in Folia medica, VIII [1921], pp. 571-574 e in Archivio di patologia e clinica medica, I [1921-22], pp. 353-376; Ulteriori osservazioni sui postumi della cosidetta "encefalite letargica" con particolare riguardo alle sindromi parkinsoniane, in Rivista sperimentale di freniatria e medicina legale delle alienazioni mentali, XLV [1921-22], pp. 432-457) a quello della diagnosi delle malattie addominali (È sempre possibile la diagnosi differenziale fra gravidanza tubarica destra rotta nel peritoneo e peritonite appendicitica?, in Atti della R. Acc. dei Fisiocritici in Siena, s. 5, I [1909], pp. 509-523; Contributo alla diagnosi differenziale fra cisti para-ovarica a lungo peduncolo e rene migrante, in Rassegna d'ostetricia e ginecologia, XIX [1910], pp. 513-521), alla cardiologia (L'insufficienza del ventricolo sinistro (studio clinico), in Archivio di patologia e clinica medica, III [1924], pp. 363-392; IV [1925], pp. 175-200, in coll. con E. Segré; Angina pectoris, in Giornale di clinica medica, XV [1934], pp. 389-406), alla patologia polmonare (Tumori primitivi del polmone, in Il Policlinico, sez. medica, LVII [1950], pp. 65-101, 193-217), al tono muscolare dello stomaco (Studi clinici sul tono muscolare, I, Sul tono muscolare dello stomaco, in Archivio di patologia e clinica medica, I [1921-22], pp. 105-151).
Fra i numerosi studi clinici del G. i più originali appaiono quelli sull'albuminuria ortostatica, per la cui comparsa dimostrò il valore patogenetico della lordosi posturale (Ricerche sull'albuminuria lordotica, in Gazzetta internazionale di medicina, XV [1912], pp. 1153-1155; Nuovo contributo allo studio dell'albuminuria ortostatica, in Clinica medica italiana, LIII [1914], pp. 133-139); sulla malaria (Das Bordet-Gengousche Phänomen (Komplementablenkung) bei Malarie, in Zeitschrift für Immunitätsforschung und experimentelle Therapie, …, XX [1913], pp. 178-197; Sul comportamento della reazione di Wassermann (metodo originale e modificato) e della prova di Pick e Pribram nella malaria (3° nota), in Malaria e malattie dei paesi caldi, V [1914], pp. 231-253; Studii sulla malaria; ancora sulla deviazione del complemento nell'infezione malarica (2° nota), in Clinica medica italiana, LIII [1914], pp. 665-677; Studii sulla malaria, VI, Ricerche su una particolare forma di emoglobinuria sperimentale, in Lo Sperimentale, LXIX [1915], pp. 301-326; Studii sulla malaria, VII, Contributo allo studio dell'emoglobinuria da chinino nella malaria, in Folia clinica, chimica et microscopica, V [1914-15], pp. 37-56 e in Malaria e malattie dei paesi caldi, VI [1915], pp. 115-130; Studii sulla malaria, VIII, Sulla coaguloreazione di Hirschfeld e Klinger, ibid., pp. 68-81) e sul favismo (Su di una forma ancora insufficientemente conosciuta di anemia acuta con itterizia ed emoglobinuria (il favismo), ibid., IV [1912-14], pp. 374-389; Il favismo, in Il Policlinico, sez. pratica, XXII [1915], pp. 1505-1512, 1537-1541), che si possono giudicare veramente completi in rapporto alle conoscenze dell'epoca; sulle emopatie, con l'enunciazione del concetto, successivamente ripreso da altri autori, dell'esistenza di profonda affinità e di gradi di passaggio fra i tipi più frequenti di malattie maligne degli organi ematopoietici e con la dimostrazione del passaggio in circolo di emoistioblasti nella leucemia linfatica acuta (Contributo allo studio della leucemia acuta linfatica, ibid., XXVI [1919], pp. 952 s., 996-998; Sulla presenza di emoistioblasti e loro derivati nella leucemia linfocitica, in Haematologica, I [1920], pp. 260 s.); sulla possibilità di indurre una evoluzione fibrotica dei focolai tubercolari polmonari mediante inoculazione nel parenchima polmonare di sostanze sclerosanti nei casi non suscettibili di trattamento collassoterapico mediante pneumotorace (Azione sclerosante di liquidi iniettati nel parenchima polmonare; possibilità di applicazione all'uomo con intento terapeutico nella tubercolosi polmonare, in Rivista di patologia e clinica della tubercolosi, XII [1938], pp. 609-628); soprattutto sulla patologia e sulla diagnostica pancreatiche, con la dimostrazione dell'esistenza, nelle necrosi acute del pancreas, di autodigestione triptica (Prove per determinare la funzionalità del pancreas, in Il Policlinico, sez. pratica, XXVII [1920], pp. 296-300; Pancreatite acuta e cronica, in XXXVII Congresso della Soc. ital. di medicina interna, Bari… 1931. Fascicoli delle relazioni, Roma 1932, pp. 1-298, in coll. con G. Gherardini; La diagnosi di carcinoma primitivo della testa del pancreas, in Giornale di medicina militare, LXXXII [1934], pp. 1199-1209; Adenocarcinoma latente del corpo del pancreas, in Il Policlinico, sez. pratica, XLII [1935], pp. 477-492; Le indagini funzionali e l'indice di Zoja nello studio delle malattie del pancreas, in Archivio per le scienze mediche, LXXXII [1946], pp. 201-214).
Del G. sono ancora da ricordare gli studi storici sull'insegnamento della patologia e della clinica medica in Italia, nei quali seppe tratteggiare in modo mirabile le figure dei grandi maestri delle nostre università e la continuità e l'evoluzione del pensiero medico (Le tradizioni delle scuole mediche di Bologna e di Padova. Metodi e problemi dell'insegnamento clinico, in Il Policlinico, sez. pratica, XLVII [1940], pp. 3-14; Patologia e clinica medica, in Un secolo di progresso scientifico italiano 1839-1939, V, Roma 1939, pp. 43-59; Le grandi figure della clinica medica italiana dell'ultimo secolo, in Rivista di storia delle scienze mediche e naturali, XLIII [1952], pp. 1-46) e la collaborazione a importanti trattati e manuali (Il ricambio organico ed inorganico nella tubercolosi polmonare, in Trattato della tubercolosi diretto da L. Devoto, II, Milano 1931, pp. 493-542, in coll. con G. Gherardini; Malattie della bocca, dell'esofago, dello stomaco e del duodeno, in Medicina interna. Manuale pratico per medici e studenti…, II, Torino 1932, pp. 261-358; Malattie degli organi urinari, in Manuale pratico di medicina interna…, II, Napoli 1935, pp. 111-386, in coll. con L. Jacchia; Semeiotica e diagnostica delle malattie degli organi urinari, in Semeiotica e diagnostica medica…, I, Torino 1941, pp. 789-900, in coll. con G. Bassi). Il G. fu, inoltre, autore del trattato Clinica medica generale, I-III, Bologna 1951-52.
Il G. appartenne a numerose società scientifiche italiane e straniere e fondò varie società mediche: quelle regionali di cardiologia, di gastroenterologia, di gerontologia, di idrologia; quella medica abruzzese, della quale fu il primo presidente; l'Associazione medica dell'amicizia italo-svizzera. Direttore di vari periodici medici, tra cui Archivio di patologia e clinica medica, nel 1931 trasformò la Rivista sanitaria in Abruzzo medico. Membro del Consiglio superiore della sanità dal 1956 al 1958, ricevette la stella d'oro al merito della scuola e la medaglia d'oro del ministero della Pubblica Istruzione. Fu archiatra di due pontefici, Pio XII e Giovanni XXIII.
Morì a Bologna il 13 nov. 1963.
Fonti e Bibl.: Necr. in Università di Bologna. Annuario dell'anno accademico 1963-64, Bologna s.d., pp. 239-242; Atti e memorie dell'Acc. patavina di scienze, lettere ed arti, CCCLXV (1963-64), 76, I, pp. 59 s.; G. Lambertini, Ricordo di A. G., in Medicina e morale, XIV (1964), 1, pp. 3-7; G. Dell'Acqua, Il pensiero clinico di A. G., in Archivio di patologia e clinica medica, XLII (1965), pp. 337-342; G. Sotgiu, In memoria di A. G., in Archivio italiano di malattie dell'apparato digerente, XXXIII (1966), pp. 311-323; D. Furfaro, A. G. storico della medicina, in Archivio di patologia e clinica medica, XLV (1968), pp. 178-189; G. Cosmacini, Medicina e sanità in Italia nel ventesimo secolo. Dalla "spagnola" alla 2° guerra mondiale, Roma-Bari 1989, pp. 174 s., 253, 259, 289; I. Fischer, Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte…, I, p. 481.