GHISELLI, Antonio Francesco
Nacque a Bologna, in località Faburlino, nell'antica abitazione di famiglia, il 27 luglio 1634 da Vincenzo e da Angela Ghezzi. Ebbe un fratello, Lorenzo, e una sorella, Antonia Francesca, professa nel monastero bolognese di S. Agostino. Scarse sono le informazioni sui suoi studi, dei quali il G. non parla nemmeno nelle parti autobiografiche delle sue voluminose Memorie antiche manuscritte di Bologna raccolte et accresciute sino a' tempi presenti (Bologna, Bibl. Universitaria, ms. 770), composte da 92 volumi. Destinato sin dalla nascita alla carriera ecclesiastica, il 19 apr. 1647, appena tredicenne, vestì l'abito clericale per conseguire il beneficio semplice della cappellania di S. Gregorio nella chiesa di S. Maria del Baraccano. Prese possesso del beneficio il 5 maggio 1655, accompagnato dallo zio Gregorio, capo della famiglia e titolare del patronato.
Nel 1666 cominciò a scrivere le Memorie antiche manuscritte, come riferisce l'anonimo compilatore dei due volumi di indici, che fornisce anche informazioni sul metodo di stesura dell'opera.
Inizialmente l'interesse del G. si era indirizzato alla raccolta di cronache sulla storia di Bologna dalle origini ai suoi tempi. La ricerca lo portò poi ad ampliare testi considerati fondamentali per la storiografia bolognese, come l'Argumentum historiae Bononiensis Caroli Sigonii ab anno 531 urbis conditae, usque ad annum Christi 1257 (Bologna, Biblioteca comunale dell'Archiginnasio, ms. B.581), e a copiare cronache antiche di autori cittadini, molti esemplari delle quali sono conservati a Bologna, nella Biblioteca Universitaria e nella Biblioteca comunale dell'Archiginnasio. In quegli anni il G. si legò a intellettuali bolognesi riformatori come Rinaldo Duglioli, che ebbe continui rapporti con il fondatore dell'Accademia delle scienze Luigi Federico Marsili.
Il G. accolse le istanze del nuovo pensiero critico in materia di storiografia, dedicandosi quindi alla ricerca di documenti nell'archivio pubblico bolognese e negli archivi di privati e di corporazioni religiose. Tale lavoro gli permise di scrivere varie opere compilative, tra cui gli otto volumi delle Scritture varie concernenti la città di Bologna (Bologna, Bibl. Universitaria, ms. 75). Le Memorie antiche manuscritte sono quindi fondate su una vasta documentazione: atti e scritture riguardanti i pubblici affari, lettere e narrazioni che commentano gli avvenimenti di maggiore importanza e i dibattiti culturali locali, ma anche italiani ed europei.
Secondo le sue stesse affermazioni, fino al 1709 aveva scritto gli otto volumi della Historia portante ciò che successe in Roma sotto Innocenzo XI per il franco degl'ambasciatori, col marchese di Lavardino e i dodici volumi dell'Affare della successione della Spagna dopo la morte di Carlo II. A quella data aveva inoltre tradotto molte opere dal francese - tra cui la maggior parte delle commedie e tragedie di Corneille e di Racine - e copiato un numero considerevole di documenti, mostrandosi informato delle posizioni più avanzate in ambito storiografico e dichiarando apprezzamento per l'opera del padre bolognese Antonio Pellegrino Orlandi, legato a L.A. Muratori e a molti dei rinnovatori (Memorie antiche, LXXV, pp. 738-740).
Appartenente a una famiglia della piccola nobiltà bolognese, il G. aderì pienamente - insieme con le famiglie del suo rango - all'opposizione al governo oligarchico. Il G., esaltando l'antica Repubblica bolognese e la molteplicità dei corpi sociali su cui essa in passato si era fondata, denunciò il monopolio del potere esercitato dal ceto senatoriale, di cui condannava lo stile di vita ricercato e vuoto, nonché la scarsa considerazione per la preparazione culturale necessaria in chi doveva ricoprire cariche pubbliche.
Il decadimento del ceto dirigente cittadino era per lui la causa principale della perdita dell'antica libertà bolognese nei confronti del potere pontificio. Il G. avvertiva l'importanza delle sue origini e il legame con i suoi antenati, come scrisse nelle Notizie historiche e cronologiche di casa Ghiselli (in Arch. di Stato di Bologna, Raccolte e miscellanee, Arturo Romagnoli, b. 1). In quest'opera manifestò l'intento di ricostruire, facendo più storia che cronaca, le vicende della sua casata e le parentele che avevano nobilitato o gettato onta sulla famiglia, la quale tuttavia aveva sempre mantenuto la sua nobile cittadinanza bolognese. Delle sue opere nel manoscritto ricorda innanzitutto la raccolta di numerosi testi storici, politici e comici, La coronazione del re de Romani, o sia parallelo delle due coronazioni di Ferdinando III imperatore, e di Luigi XIV re di Francia e Il pontificato d'Innocenzo XI. Il G. dichiarò inoltre di aborrire la stampa, cosa che probabilmente spiega perché nessuna delle sue opere fu mai pubblicata. Tutte le informazioni raccolte in queste opere confluirono poi nelle Memorie antiche manuscritte, di cui egli stese ogni volume prima in una versione provvisoria, quindi nell'esemplare definitivo.
Dal 6 aprile al 20 luglio 1683, su invito di Francesco Ghiselli, appartenente al ramo romano della famiglia, il G. si recò a Roma, dove ebbe contatti con l'ambiente curiale. Il volume XLIV delle Memorie è dedicato quasi interamente alla sua permanenza nella capitale dello Stato pontificio: relegando in secondo piano le vicende bolognesi, oltre a descrivere i monumenti civili e religiosi che visitò, egli racconta gli incontri con i prelati bolognesi residenti a Roma, i rapporti di amicizia che strinse con i monsignori Antonio Lorenzo Ratta e Niccolò Pietro Bargellini, legami che egli riteneva vantaggiosi per la sua carriera ecclesiastica, e infine la partecipazione a un'udienza del papa insieme con l'ambasciatore bolognese a Roma.
Nel febbraio 1685 il papa conferì al G. un seggio canonicale nella collegiata di S. Petronio, del quale prese possesso il 4 aprile. Probabilmente dopo questa data egli scrisse le Notizie varie concernenti la chiesa, e capitolo di S. Petronio, dal tempo in cui furono fatte le constituzioni di esso capitolo del cardinale Reatino fino al 1651. Nel settembre 1686 andò a Modena per rendere omaggio al principe Rinaldo d'Este promosso al cardinalato, il quale lo rassicurò sulla sua protezione. Il 14 apr. 1707 l'arcivescovo di Bologna, cardinale Giacomo Boncompagni, gli conferì il beneficio della badia di S. Nicolò di Panzacchia.
Il 1° nov. 1716 il G. stipulò a favore del conte F. Ranuzzi Cospi una donazione causa mortis di tutti i manoscritti da lui posseduti e di tutti i volumi delle Memorie antiche manuscritte, con l'obbligo di corrispondergli una pensione annua di 60 scudi.
Nonostante l'avanzata età, lavorò alla stesura definitiva di quest'opera fino alla morte, avvenuta a Bologna il 28 genn. 1730. Fu sepolto nella chiesa di S. Procolo. Un mese dopo il suo erede G. Ghiselli consegnò all'erede del Ranuzzi tutti i volumi scritti o posseduti dal Ghiselli.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Bologna, Raccolte e miscellanee, Arturo Romagnoli, b. 1 (Notizie historiche e cronologiche di casa Ghiselli, pp. 91-97); Fondo notarile, Notaio Antonio Giuseppe Carboni, 28 febbr. 1730; Bologna, Bibl. Universitaria, ms. 770: A.F. Ghiselli, Memorie antiche manuscritte di Bologna raccolte et accresciute sino a' tempi presenti, XXVI, p. 986; XXIX, p. 462; XXXI, p. 646; XXXII, pp. 839 s.; XLIV, ad indicem; XLVII, pp. 59 s., 207, 221-225, 375 s., 378 s.; XLVIII, pp. 641 s.; LXXV, pp. 243-248, 738-740; Indici, I, pp. 1-3; II, p. 198; ms. 4207: L. Montefani Caprara, Delle famiglie bolognesi, 39, cc. 10-15; Ibid., Bibl. comunale dell'Archiginnasio, ms. B.455, cc. 188-216; G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, IV, Bologna 1784, pp. 139 s.; G. Guidicini, Cose notabili della città di Bologna, II, Bologna 1869, p. 14; Id., I riformatori dello Stato della libertà di Bologna dal 1394 al 1797, I, Bologna 1876, p. 155; A. De Benedictis, Politica e amministrazione nel Settecento bolognese. La congregazione del Sollievo (1700-1725), Bologna 1978, passim.