DETTI (de Dettis), Antonio
Nacque a Pistoia intorno alla metà del XV secolo, da Desiderio di Francesco, che apparteneva ad una nobile e antica famiglia oriunda di Gello. Un fratello del D., Tommaso, ricoprì la carica di gonfaloniere del Comune di Pistoia nel 1505.
Dell'infanzia e dell'adolescenza del D. non si hanno notizie precise. Ben presto, tuttavia, egli fu indirizzato agli studi umanistici ed ebbe come maestro di filosofia Benedetto Colucci. Il D. si applicò con notevole impegno agli studi, manifestando notevoli capacità, tanto che il Comune di Pistoia, per venire incontro alle sue difficoltà economiche, si impegnò, con una provvisione del 14 nov. 1477, a mantenerlo per due anni agli studi, assegnandogli una somma di 60 denari. Il D. si iscrisse quindi alla facoltà delle arti dello Studio pisano - che frequentò dal 1477 al 1482 - e il 18 apr. 1481 ottenne dal Comune un'altra borsa di studio, con la quale venne regolarmente pagato per l'anno accademico 1481-82. Numerose sono le testimonianze che riguardano la vita del D. come studente; sappiamo fra l'altro che, nell'ottobre del 1482, fu incaricato della lettura festiva di filosofia per l'anno accademico 1482-83, e che, in questo anno, si iscrisse anche a quella di medicina, frequentandola fino al 1487 e ottenendo forse, in seguito, anche questa seconda laurea.
Il 4 sett. 1483 il D. ricevette un acconto sul suo salario di borsista e il 18 settembre dello stesso anno gli ufficiali dello Studio fiorentino gli concessero di rimandare il conseguimento della laurea in arti fino al novembre del 1484, con la garanzia del maestro Benedetto Torni. Il 17 ottobre successivo il D. fu testimone ad un dottorato, mentre il 12 dicembre gli venne stanziata la somma di 20 fiorini per la lezione festiva. Il 3 febbr. 1484 gli ufficiali della Sapienza di Pistoia gli sospesero la borsa di studio poiché lo statuto della fondazione Forteguerri stabiliva che un solo studente di arti poteva beneficiarne, mentre il D. era stato eletto insieme ad un altro. A sbloccare la situazione intervenne il padre del D., che il 17 febbraio stesso presentò ricorso e ottenne dal papa un breve apostolico con cui si concedeva una deroga al regolamento fissato dalla bolla della fondazione. Il 7 marzo successivo il D. ottenne così il pagamento del salario spettantegli come borsista. Il 9 apr. 1484 nominò come procuratori il Torni e ser Bastiano di Aiuto Cenni a riscuotere il salario della lettura festiva. Nell'ottobre dello stesso anno, essendosi ammalato, gli venne concesso di ritardare la partenza per lo Studio, ma a Pisa il D. dovette ritornare ben presto se il 9 e il 15 dello stesso mese fu testimone ad una laurea. Nel novembre, come si è detto, il D. avrebbe dovuto conseguire il dottorato in arti, tuttavia il 10 febbr. 1485 è attestata la sua presenza a Prato, dove si era nel frattempo trasferito lo Studio.
Il D. comunque si laureò nella prima metà del 1485, dal momento che il 13 giugno di quell'anno fu chiamato ad insegnare logica nello Studio fiorentino per l'anno accademico 1485-86, con il salario di 20 fiorini. Successivamente, il 13 luglio 1487, venne proposto per la lettura straordinaria di filosofia, con il salario di 40 fiorini, ma non accettò.
Nel frattempo, il 6 ag. 1486, il D. stipulò a Prato il contratto di matrimonio con Francesca, figlia di Matteo de Bruni, cittadino fiorentino. L'atto fu rogato in casa del futuro suocero, che versò 500 fiorini come caparra della dote. Dal suo matrimonio il D. ebbe sicuramente almeno due figli: Bernardino, nato a Pistoia nel 1498, che raggiunse ben presto una discreta fama come artista, e Desiderio, che ricoprì numerose cariche pubbliche, fra cui quella di deputato alla riforma dei capitoli della Sapienza nel 1530 e di provveditore del Comune di Pistoia nel 1540.
Il 24 giugno 1488 Lorenzo de' Medici intervenne presso i Priori di Pistoia in favore del D., ma non sappiamo a quale scopo. Sappiamo, invece, che, poco dopo, il 17 luglio dello stesso anno, il D., con la qualifica di "artium doctor et medicinae scholaris Studii Pisarum" nominò un procuratore per riscuotere il salario dovutogli. Nello stesso 1488 - ed è probabile che a questo si riferisse l'intervento di Lorenzo - il D. iniziò l'insegnamento di logica alla Pia Casa di Sapienza di Pistoia: insegnamento che dovette continuare a lungo, per lo meno fin dopo il 1500.
Accanto all'attività didattica il D. non trascurò quella politica, svolta sia pure in tono minore. Così nel 1496 fu fra i Priori del Comune di Pistoia, e, in virtù di questa carica, il 14 giugno di quell'anno, poté ottenere in prestito per due mesi un codice della Retorica di Aristotele e il relativo commento di Egidio già appartenente alla biblioteca del Sozomeno e allora conservati presso l'Opera di S. Iacopo. Si sa, inoltre, che per tale prestito il D. dovette pagare una cauzione di 10 fiorini. Nel 1508, per ovviare alla mancanza di insegnanti, il D. fu incaricato insieme a Tommaso di Cristoforo Bonaiuti di ricercare per la Sapienza "un maestro dotto, morigerato, di buona fama e di scienza, fuori dei maestri che già erano in Pistoia". Nel 1511 fu deputato a redigere insieme a Iacopo di Antonio de' Peri i nuovi capitoli del Comune riguardanti l'organizzazione della Pia Casa di Sapienza. Inoltre ricoprì la carica di gonfaloniere del Comune nei mesi di novembre e dicembre del 1515, nel 1520 sempre nei mesi di novembre e dicembre, nel 1522 nei mesi di luglio e agosto.
Non risulta che il D. abbia lasciato opere scritte. Se dobbiamo credere al poeta pistoiese Tommaso Baldinotti (che al D. indirizzò vari sonetti, conservati nel manoscritto A. 58, 60, 61 della Biblioteca Forteguerriana di Pistoia), il D. si dilettava a scrivere anch'egli poesie. E il Baldinotti, - che del D. era stato discepolo ed amico -, in un suo sonetto, appunto rivolto "ad Antonium. Dettum malum poetam", critica il D. per il suo modo di far poesia e lo invita ad abbandonare ogni velleità (ms. A 60; cfr. Chiti, pp. 14 s.).
Sono ignoti l'anno e il luogo della morte del Detti.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Pistoia, Provv. e Stat. 62, c. 104v; 64, cc. 36r, 52v; 69, c. 104v; 76, c. 110r; 77, c. 153v; Ibid., Sapienza 3, c. 105r; 5, c. 65r; 7, c. 54r; 347 cc. non n.; 390, cc. gr, 11rv, 12r, 68v, 391, c. 19r; 392, cc. 79r, 92r; Arch. di Stato di Pisa, Arch. dell'Università G 2, II, c. 44v; III, cc. 93r, 125r; Pisa, Arch. arcivescovile, Dott. 2, cc. 197v, 220rv; Arch. di Stato di Firenze, Ufficiali dello Studio 5, cc. 110v, 123v; Ibid., Notarile Antecosimiano, A 415 cc. non n.; A 416, cc. 39v, 135r; A 417, c. 208r; B 341, c. 4gr; B 1331, c. 159r; M. A. Salvi, Historia di Pistoia, III, Venezia 1662, pp. 67, 79, 87, 127, 173; A. Fabroni, Historiae Academiae Pisanae, I, Pisis 1791, p. 394; S. M. Fabbruccio, Elogia clarissimorum virorum, [Venetiis] s. d., pp. 73 ss.; V. Capponi, Biografia pistoiese, Pistoia 1878, p. 150; A. Chiti, Tommaso Baldinotti poeta pistoiese, Pistoia 1898, pp. 28, 14 s.; A. Zanelli, Del pubblico insegnamento in Pistoia dal XIV al XVI secolo, Roma 1900, pp. 83, 90, 140, 150; A. Chiappelli, Medici e chirurghi pistoiesi nel Medio Evo, Pistoia 1909, p. 154; R. Piattoli, Ricerche intorno la biblioteca dell'umanista Sozomeno, in La Bibliofilia, XXXVI (1934), p. 280; M. Del Piazzo, Protocolli del carteggio di Lorenzo il Magnifico, Firenze 1956, p. 376; A. F. Verde, Lo Studio fiorentino. 1473-1503, II, Pistoia 1977, pp. 46 s.; III, pp. 83 s.; M. E. Cosenza, Biographical and bibliogr. dict. of the Italian humanists, II, Boston 1962, p. 1206; P. O. Kristeller, Iter Italicum, II, p. 78.