ANTONIO da Massa Marittima
Nato nella seconda metà del secolo XIV a Massa e fattosi frate minore, lo troviamo ben presto celebre come oratore, maestro in teologia e conoscitore delle lingue classiche: doti che gli riconosce anche Enea Silvio Piccolomini che lo udì predicare a Siena. A meno che non si tratti di un omonimo, già Gregorio XII si sarebbe servito di lui fin dal 1408. L'anno seguente prese parte al concilio generale di Pisa. Predicò a Firenze nel 1408 e nel 1422; ma già nel 1412 era stato istituito dall'antipapa pisano Giovanni XXIII prima visitatore e poi, nel 1414, ministro provinciale dei frati minori di Toscana. La Repubblica fiorentina ne sollecitò di nuovo la nomina a questo ufficio, dal ministro generale, nel 1422; ma in quell'anno invece, dopo essere stato nominato predicatore apostolico dal papa Martino V, fu inviato nunzio all'imperatore d'Oriente Emanuele II, per trattare l'unione della Chiesa greca con la romana. In questa occasione si occupò anche della ricerca di codici dei classici greci.
A. venne ricevuto una prima volta dall'imperatore il 10 sett. 1422, e si abboccò con lui di nuovo il 10 ottobre, sottomettendogli le condizioni che il 20 ottobre furono pure comunicate al patriarca Giuseppe II. Morto Emanuele II, la risposta che A. ricevette dal figlio Giovanni Paleologo solo il 14 novembre manifestava che tanto l'imperatore quanto il patriarca rilevavano la necessità di differire il concilio per l'unione delle Chiese a causa dell'incombente minaccia turca, proprio perché si riteneva come luogo adatto al sinodo la stessa Costantinopoli. Nel marzo del 1423 era nunzio papale a Venezia, dove pare tenesse la predicazione quaresimale. Intanto nell'ottobre di quest'anno moriva il ministro, generale dell'Ordine francescano, Angelo Salvetti. A., che almeno fin dal 1422 era stato nominato suo vicario per l'Italia, ebbe esteso il suo ufficio a tutto l'Ordine; anzi, nel Capitolo generale, celebrato a Ferrara il 29 giugno 1424, fu eletto ministro, generale e il papa si affrettò a confermarlo. Purtroppo deluse le speranze che erano state poste in lui, perché invece di continuare la già iniziata riforma dell'Ordine, sulla scia del suo predecessore, non seppe frenarne la rilassatezza. Uomo mite e pacifico, non seppe imporsi ai meno amanti della disciplina religiosa. Nei Capitoli generali di Ferrara e di Casale Monferrato (1427), quest'ultimo celebrato con speciale beneplacito apostolico di Martino V, A. si occupò di ordinare meglio le rubriche dell'ufficio divino; pare anche che favorisse le missioni tra gli infedeli e gli scismatici, alle quali si dedicavano specialmente gli osservanti. Ma nel 1429 Martino V, vedendo che la scissione tra i conventuali e gli osservanti si faceva sempre più profonda e che il generale non era all'altezza del suo compito e non favoriva i religiosi più ferventi, gli dette per vicario Guglielmo da Casale Monferrato. Poi convocò ad Assisi il Capitolo generale, già stabilito per Liegi. Qui gli osservanti, guidati da Giovanni da Capestrano, fecero sì che Guglielmo, da Casale fosse messo a capo dell'Ordine in luogo di A., che da Martino V fu destinato vescovo di Massa Marittima. Governò questa Chiesa fino al 1435, quando morì; il suo corpo fu sepolto nella cattedrale, dove gli venne eretto un monumento funebre.
Scritti: Gli atti della sua legazione a Costantinopoli furono pubblicati a Parigi nel 1612, una seconda volta nella Collectio conciliorum regia, Lutetiae Paris, 1644, XXIX, pp. 729-739, e in C. Baronii Annales ecclesiastici, XXVII, Parisiis 1887, pp. 525-528. Scrisse un trattato Adversus graecorum errores e un quaresimale di 49 brevi sermoni non ancora studiati. Inoltre gli si attribuiscono: Regola e vita degli amatori di Iesu Cristo in dodici capitoletti, edita in Rime e prose del buon secolo della lingua, Lucca 1852, pp. 121-124; una Oratione, in terzine, pubblicata anepigrafica e adespota in Laudi spirituali di Feo Belcari e d'altri, rist. da G. Galletti, Firenze 1863, p. 148.
Fonti e Bibl.: Bullarium Franciscanum, VII,Romae 1904, cfr. Indice; Nicolai Glassberger Chronica…, in Analecta Franciscana, II(1887), pp. 279-281, 286, 289; M. Sanudo, Le vite dei dogi, in Rer. Italic. Script., XXII, Mediolani 1733, coll. 945, 958, 979; C. Eubel, Hierarchia Catholica..., I, Monasterii 1913, p. 329; II, ibid. 1914, p. 187; F. A. Mattei, De Antonio Massano, Pisis1760; J. Valentinelli, Bibliotheca manuscripta ad S. Marci Venetiarum, II, Venetiis 1869, p. 170; R. Sabbadini, Le scoperte dei codici latini e greci ne' secoli XIV e XV,I, Firenze 1905, p. 49; L. Wadding, Scriptores Ordinis Minorum, Roma 1906, p. 28; I.H. Sbaralea, Supplementum et castigatio ad Scriptores Trium Ordinum S. Francisci, Romae 1908, p. 87; S. Morpurgo, I manoscritti della R. Biblioteca Riccardiana di Firenze, I, Roma 1900, p. 351; L. Wadding, Annales Minorum, XVII(Index), ad Claras Aquas 1935, p. 22; G. Hofer, Giovanni da Capestrano, Aquila 1955, pp. 167, 170, 173; Archiv. Francisc. Hist., Index generalis annorum I-L (1908-1957), Quaracchi 1960, p. 127; E. Bulletti, Angelo Salvetti (c. 1350-1423) in documenti dell'Archivio di Stato di Siena in Archivum Franciscanum Historicum, LIV(1961), pp. 47, 57, 61.