CAPELLAN, Antonio
Scarsissime sono le notizie biografiche di questo incisore veneziano, la cui data di nascita al 1740, generalmente accolta, va arretrata, accogliendo l'osservazione del Meschini (fatta propria anche dal Pallucchini) che l'impegno per i rami dell'edizione delle Vite vasariane curata dal Bottari (1759) presuppone nel C. un'esperienza e una maturità superiori a quelle possedute a diciotto anni o giù di lì.
Il fatto che Giuseppe Wagner, stabilitosi a Venezia nel 1739, sposi nel 1742 Camilla Cappellan e che successivamente il C. sia accolto nella sua bottega come apprendista, fa supporre che tra lui e la moglie del maestro corressero rapporti di parentela. Assieme al senese Fabio Berardi, che sarebbe diventato genero del Wagner, il C. si forma sotto la guida del maestro tedesco e lavora alle sue dipendenze per alcuni anni, incidendo da solo o in collaborazione col Berardi, dal Maggiotto e dal Piazzetta.
Di questa sua attività veneziana conosciamo alcune incisioni da lui firmate, ma recanti anche il nome del Wagner come quello del supervisore artistico ("Ant. Capellan sc. [ulpsit] Jos. Wagner recognovit") o, più semplicemente, dell'editore ("appo Wagner"): dal Maggiotto, Apollo e Dafne,Diana ed Endimione,La scuola di disegno,Scene di genere; dal Piazzetta, Interno di cantina con soldati,Scena galante ("Dorme il marito ed al furtivo amante ..."). Altre incisioni vennero condotte (come scrive il Moschini, ma quelle che conosciamo recano solo il nome del C.) in collaborazione col Berardi e sempre sotto il controllo del Wagner: dal Maggiotto, le dodici Inclinazioni degli uomini (mezze figure in 4º); dal Piazzetta, quattro soggetti rustici (Pastorella addormentata sull'erba,Pastorella con canestro di erbe e frutta,Pastorella a dialogo con un soldato,Pastorella a dialogo col marito ed il figlio).
È anche probabile che varie incisioni che recano solo il nome del Wagner siano in realtà, almeno parzialmente, frutto dell'opera anonima del Capellan.
Per conoscere la data dell'arrivo a Roma del C. ci si può basare solo sui numerosi ritratti incisi da lui presso la "Calcographia R.C.A. apud Pedem Marmoreum": si tratta di ritratti di neocardinali - creati nei concistori del 1756, 1759, 1761, 1766, 1771, 1777 - conservati a Roma nel Gabinetto nazionale delle stampe: vol. 50 H 29 (F.C. 90081, 90092); vol. 50 H 30 (F.C. 90110, 90115, 90125, 90128, 90131, 90133, 901134, 90136, 90139, 90154, 90155): la contemporaneità della nomina e della diffusione dell'effigie sembra evidente.
Nel 1759, quindi, quando uscì il primo tomo delle Vite del Vasari, a cura del Bottari, con il frontespizio firmato dal C., questi doveva essere già a Roma da qualche tempo. Il terzo volume delle Vite (1760) contiene i rami firmati dei ritratti di Michelangelo e del Vasari: il Gori Gandellini scrive che i ritratti degli artisti che corredano le Vite sono stati incisi quasi tutti dal C., ma i rami firmati sono solo i tre ricordati.
Fra gli altri numerosi ritratti incisi dopo il suo trasferimento a Roma si possono ricordare: Il beato Lorenzo da Brindisi da un disegno di D. Corvi, L'abbadessa Maria M. Martinengo,Van Dyck (1780, dedicato a Pio VI), i cardinali Giancarlo Boschi (1766), Giovanni Corner (1778), Romualdo Guidi (1778).
Ma l'opera del C. resta soprattutto legata alle imprese di riproduzione di pitture e sculture famose conservate nelle collezioni private, nei palazzi e nei musei di Roma, realizzate a fianco di incisori come Bartolozzi, Volpato, Cunego, Pazzi, Gregori. Nella raccolta Picturae Dominici Zampieri vulgo Domenichino quae extant in Sacello Sacrae Aedi Cryptoferratensi adjuncto (Roma 1762) sono del C. i rami con S. Nilo che accoglie Ottone III (tav. IV), S.Eustachio,S. Odoardo (tav. XXIII); nella raccolta Schola Italica Picturae, edita da G. Hamilton nel 1773, quelli con Il peccato originale e la cacciata e la Creazione di Eva (da Michelangelo, Cappella Sistina: tavv. III-IV, 1772), Il Matrimonio mistico di s. Caterina (dal Correggio: tav. XVII, 1772), Il Riposo durante la fuga in Egitto (dal Barocci: tav. XIX, 1772); nel Museum Capitolinum, diciannove rami del quarto volume (1783: nn. 15-19, 26-28, 33-34, 36-37, 45-47, 56-59); e nel secondo tomo delle Statue del Museo Pio-Clementino, la Fortuna e l'Augusto velato (1765: tavv. XII, XLVI).
Tra le incisioni di soggetto archeologico va anche ricordata la Lotta dei centauri contro le tigri dal mosaico di villa Adriana (1779). Incise poi da vari autori: dal Guercino (Esemplari per disegno: Roma, Gabinetto nazionale delle stampe, vol. XXVI L. 51, F.C. 2185-2187), da Raffaello (La predicazione di s. Giovanni,Madonna col Bambino: "alpresente sta occupato nell'intagliare le opere di Raffaello esistenti nella Eccellentissima Casa Borghesi, per commissione del Sig. Morison, antiquario e pittore inglese", scriveva nel 1771 il Gori Gandellini), da F. Pannini (Portico di Villa Albani,Giardino Vaticano di Belvedere: Calcografia della Rev. Camera Apost., 1765), da fra' Bartolomeo (Vergine col Bambino e s. Giovannino segnato "J. D. Campiglia del. Ant. Capellan sculp. Romae apud montagnam ad Plateam Pasquini": Roma, Gabinetto nazionale delle stampe, vol. 58, 1, 12015), dal Bartolozzi (Cleopatra), dal Batoni, da G. Bottani (S.Bonaventura da Bagnoregio).
Il C. morì a Roma nel 1793.
Incisore di estrema correttezza e di buon mestiere, il C. mostra di essersi saputo adeguare con sensibile intelligenza interpretativa allo stile di traduzione tipicamente romano (impersonato dal quasi coetaneo Volpato), passando dal tessuto pittorico (e pittoresco) di ascendenza wagneriana a una tessitura bulinistica più disponibile e duttile, atta sia alla nitida traduzione del reperto archeologico sia all'interpretazione e resa della grande pittura del Cinque e Seicento romano, sia al vedutismo classicheggiante del Pannini.
Fonti e Bibl.: G. Gori Gandellini, Notizie istor. degli intagliatori, Siena 1771, I, p. 222; M. Huber, Notices générales des graveurs..., Dresde-Leipzig 1789, pp. 41, 305, 322 s., 366, 380; F. Basan, Dict. des graveurs, Paris 1789, I, pp. 115 s.; K. H. von Heinecken, Dict. des artistes..., Leipzig 1789, III, p. 573; M. Huber, Manuel des curieux et des amateurs de l'art, Zürich 1800, IV, pp. 223 s.; L. De Angelis, Notizie degli intagliatori… aggiunte a G. Gori Gandellini, VI, Siena 1810, pp. 296 s.; S. Ticozzi, Dizionario degli architetti, scultori,pittori..., Milano 1830, I, p. 273; G. K. Nagler, Neues Allgemeines Künstlerlexikon, II, München 1835, p. 346; Ch. Le Blanc, Manuel de l'amateur d'estampes, I, Paris 1854, pp. 584 s.; G. K. Nagler, Die Monogrammisten…, I, München 1858, n. 2247, pp. 946 s.; G. Duplessis, Les merveilles de la gravure, Paris 1869, p. 85; G. A. Meschini, Dell'incisione in Venezia, Venezia 1924, pp. 113, 119, 127 s.; R. Pallucchini, Mostra degli incisori veneti del Settecento, Venezia 1941, p. 40; Bryan's Dictionary of painters…, Port Washington, N. Y., 1964, I, p. 246; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 536.