BALESTRAZZI (Balestrazzo, Balestrazo), Antonio
Uomo d'armi della seconda metà del sec. XIV, fu al servizio dei Carraresi, fino alla cacciata di costoro da Padova (1389-90), e quindi di Gian Galeazzo Visconti. Nella Cronaca carrarese di Galeazzo e Andrea Gatari lo si incontra una prima volta quale capitano, insieme con il bolognese Ugolino Ghisilieri e con Bartolomeo da Prato, di un corpo di spedizione carrarese che si scontra con forze scaligere presso Conegliano nel 1386. L'episodio rientra nell'ambito del conflitto suscitato, dopo la morte (3 genn. 1381) di Marquardo patriarca di Aquileia, da Urbano VI col conferimento dell'amministrazione di quella chiesa al cardinale Filippo d'Alençon, della casa reale di Francia, conflitto cui parteciparono, da una parte, Francesco il Vecchio da Carrara, e dall'altra Venezia e gli Scaligeri.
Nei fatti d'arme del 1386-87 si incontra spesso, nella citata cronaca carrarese, la figura del B.: è ricordato, sempre nello stesso anno 1386, per azioni svolte nel Friuli al servizio del patriarcato di Aquileia; nel 1387, dopo un primo rovescio delle forze scaligere, interviene, a Cerea, al parlamento indetto da Francesco Novello da Carrara per decidere della prosecuzione della guerra contro lo Scaligero; alla vigilia della battaglia di Castagnaro (11 marzo 1387) partecipa con gli altri condottieri carraresi al consiglio di guerra convocato al campo dall'Acuto e dall'Ubaldini e nella battaglia combatte nella terza schiera carrarese condotta da Francesco Novello.
Le vicende successive alla caduta della signoria scaligera, che vedono l'inevitabile urto fra Milano e Padova, alleati di ieri, e che portano all'allontanamento dei da Carrara da Padova, stretti fra Venezia e Milano, corrispondono al passaggio del B. al servizio di Gian Galeazzo Visconti. Il contrasto fra Milano e Padova si manifesta già nel 1388, alle prime iniziative carraresi contro Vicenza, e porta all'accordo di Milano con Venezia ai danni di Padova. Nel 1388 troviamo il B., ancora al servizio dei da Carrara, impegnato in scorrerie nel territorio vicentino dove viene sorpreso da Ugolotto Biancardo da Parma, capitano di Giacomo dal Verme, comandante delle forze viscontee, che frattanto, operando nel Padovano, determina l'allontanamento dalla città e la temporanea caduta dei da Carrara (23 nov. 1388). Il passaggio del B. al servizio di Gian Galeazzo Visconti dovette essere immediatamente successivo a questi avvenimenti. Il 26 giugno 1390, quando Francesco Novello da Carrara è già rientrato in Padova spalleggiato dalle forze della lega contro Gian Galeazzo Visconti, lo ritroviamo a fianco di Ugolotto Biancardo nella feroce repressione del tentativo di restaurazione della signoria scaligera a Verona nella persona di Can Francesco, figlio di Antonio della Scala, ora alleato di Francesco Novello da Carrara. Il 25 luglio 1391, sempre a fianco delle milizie di Gian Galeazzo Visconti, prende parte, nella pianura di Marengo presso Alessandria, allo scontro che porta alla sconfitta ed alla morte del conte d'Armagnac. Nel 1397 è ancora ricordato dalla cronaca carrarese nel novero dei capitani viscontei contro l'esercito della lega: la battaglia di Governolo, dello stesso anno, è l'ultimo episodio d'armi in cui lo si ritrova quale comandante della settima schiera viscontea insieme al parmense Lodovico Gabriotto Cantelli.
Fonti e Bibl.: Galeazzo e Bartolorneo Gatari, Cronaca carrarese confrontata con la redazione di Andrea Gatari (1318-1407), in Rer. Italic. Script.,2 ediz., XVII, 1, a cura di A. Medin e G. Tolomei, pp. 244, 258, 264, 268, 270, 273, 297, 321, 435, 436, 453, 461; per un inquadramento della figura dei B. nel periodo storico si vedano C. Cipolla, Storia delle signorie italiane…, Milano 1881, pp. 223-231, e L. Simeoni, Le signorie, Milano 1950, I, pp. 232-244.