SEGHERS, Anna
Pseudonimo della scrittrice tedesca Netty Radványi (nata Reiling), nata a Magonza il 19 novembre 1900. Ha studiato in varie università storia, storia dell'arte e sinologia, addottorandosi a Heidelberg nel 1922; dopo aver compiuto viaggi all'estero, sposò nel 1925 lo scrittore e sociologo ungherese Laszlo Radványi ed entrò successivamente (1929) nel Partito comunista tedesco. All'avvento del nazismo le sue opere vennero messe al bando a causa della loro ispirazione rivoluzionaria, e la S. stessa fu costretta a emigrare, dapprima a Parigi, poi - dopo l'occupazione della Francia da parte delle truppe tedesche -al Messico (1941); tornata a Berlino nel 1947, ha assunto una posizione di sempre maggiore spicco nel panorama letterario della Repubblica Democratica Tedesca, anche in virtù delle numerose cariche che detiene (presidentessa del Deutscher Schriftstellerverband, membro del PEN-Club, della Deutsche Akademie der Künste, ecc.) nonché degli importanti premî che le sono stati conferiti (fra gli altri, nel 1951 il premio nazionale di 1ª classe per l'arte e la letteratura della DDR, e il premio Stalin per la pace).
Ha esordito con un'opera che resta tuttora fra le sue migliori per l'incisivo e asciutto realismo della raffigurazione (al quale non sono estranei gli influssi della coeva "Neue Sachlichkeit"): la lunga novella Der Auf stand der Fischer von St. Barbara (Berlino 1928; trad. it., La rivolta dei pescatori di Santa Barbara, Torino 1949), efficace descrizione di una fallita ribellione dei marinai brettoni contro lo sfruttamento degli armatori, che assieme a Grubetsch (ristampato nel volume miscellaneo Aufdem Wege zur amerikanischen Botschaft, ivi 1930) - dramma della gelosia in un milieu proletario - le valse nel 1928 l'importante riconoscimento del premio Kleist. La tematica politico-sociale, che fin dall'inizio si rivela predominante se non addirittura esclusiva nella produzione letteraria della S., viene poi ulteriormente allargandosi e precisandosi nei romanzi Die Gefährten (ivi 1932), sulle vicende di alcuni militanti comunisti in diversi paesi d'Europa e d'Asia dopo la rivoluzione russa; Der Weg durch den Februar (Parigi 1935), sulla fallita rivolta degli operai viennesi contro il regime di Dolfuss; e Die Rettung (1937), storia di un minatore cattolico che diventa deciso avversario del nazismo. Enorme successo, sia in America (dove se n'è curata anche la riduzione cinematografica), sia in Europa ha poi incontrato il romanzo Das siebte Kreuz (1941; trad. it.. La settima croce, Milano 1947), grandiosa raffigurazione epica del periodo hitleriano attraverso il destino di sette detenuti che fuggono da un campo di concentramento nazista alla vigilia della seconda guerra mondiale. Lo stile narrativo della S., ormai perfettamente maturo, ha avuto quindi modo di cimentarsi con una tematica analoga nei romanzi Transit (1944; trad. it., Visto di transito, Roma 1953), abile ricostruzione dell'atmosfera angosciosa che grava su un porto della Francia in cui si raccolgono, da molti paesi europei, gli esuli incalzati dalle truppe tedesche e ansiosi d'imbarcarsi per l'America; e Die Toten bleiben Jung (Berlino 1949), ampio affresco che rievoca, in una complessa e varia successione di quadri, la tragedia della Germania dal 1918 al 1945. Nel dopoguerra infine la S. si è volta ad ambientare nella nuova realtà della Repubblica Democratica Tedesca e del mondo socialista il suo ormai classico engagement; ma le opere di quest'ultimo periodo (cfr. soprattutto i racconti di Brot und Salz, 1958, e la prima parte del romanzo Die Entscheidung, 1959), se da un lato rivelano sempre la grana soda e schietta della scrittrice di razza, per la quale più d'un critico marxista ha parlato di "realismo socialista", dall'altro tradiscono una assimilazione e resa artistica talvolta schematiche e insufficienti dei nuovi contenuti che l'hanno sollecitata, la presenza dei quali non di rado s'avverte con eccessiva, cruda immediatezza.
Bibl.: M. Ranicki, Epika A.S., Varsavia 1957.