ANGINA, (lat. angĭna [forse dal gr. ἀγχόνη "strangolamento"]. pronunziato nel lat. scient. angīna; fr. angine; sp. angina; ted. Bräune, Angina; ingl. quinsy, angina)
Denominazione generica di processi infiammatorî del palato molle, ugola, tonsille. Sono affezioni molto frequenti che prediligono i giovani e soprattutto alcuni individui dotati di una spiccata predisposizione alla malattia, che si ripete ogni qual volta si presentino le cause occasionali più comuni di essa, specialmente per influenza del freddo, dell'umidità, delle correnti d'aria. L'angina è molto più frequente nella stagione invernale che negli altri periodi dell'anno. Altri elementi che ne favoriscono l'insorgere sono le inalazioni di vapori irritanti o comunque nocivi. Alcune volte l'angina costituisce la malattia fondamentale, si accompagna ad altissima febbre, tende alla formazione di essudati purulenti; presenta diffusione endemica ed epidemica e riconosce, fra gli agenti microbici più comuni, i cocchi della suppurazione (streptococchi e stafilococchi), nonché i bacilli difterici. L'angina può anche manifestarsi quale effetto della propagazione di una malattia delle vicinanze, di una laringite, stomatite, oppure essere una manifestazione parziale d'infezioni acute generali, come la scarlattina (angina scarlattinosa), il morbillo, l'eresipela, la poliartrite reumatica. I sintomi consistono in dolore e senso di costrizione alle fauci che si esasperano nei tentativi di deglutizione e di fonazione; la voce assume allora carattere nasale, la deglutizione può esser gravemente ostacolata; inoltre si ha malessere generale, inappetenza, dolori al capo. La durata varia da pochi giorni a poco più d'una settimana; può prolungarsi per complicanze da diffusione del processo agli organi vicini (cavo orale, laringe, cavità nasali). Spesso vi si associa l'herpes labialis (v.). La sequela più importante dell'angina è la nefrite nelle sue diverse forme.
I tipi principali di angina, oltre alla forma difterica che forma una malattia autonoma (v. difterite), sono: a) l'angina catarrale, che si manifesta con arrossamento diffuso del palato molle e dell'ugola, arrossamento e tumefazione delle tonsille, talvolta con chiazze di essudato facilmente asportabile, con scarso risentimento delle ghiandole sottomascellari; b) l'angina follicolare. o tonsillite acuta, che presenta, oltre ai sintomi della precedente, forte intumescenza delle tonsille rivestite alla loro superficie da chiazzette bianco-giallastre formate da piccoli zaffi emergenti dalle lacune tonsillari, facilmente asportabili, costituiti da ammassi di epitelî desquamati, corpuscoli del pus, accumuli di batterî e detriti cellulari; se predomina il carattere suppurativo dell'infiammazione, si formano piccoli ascessi lacunari che, aprendosi, lasciano scoperta una superficie ulcerata; inoltre esiste un'imbibizione sierosa con infiltrati cellulari di tutta la massa tonsillare e vi si associa l'ingrossamento delle linfoghiandole; c) l'angina parenchimatosa, in cui le tonsille possono ingrandirsi tanto da venire in reciproco contatto sulla linea mediana e determinare gravi disturbi nella deglutizione e fonazione. Il processo può regredire rapidamente, oppure dar luogo all'ascesso tonsillare o peritonsillare. Di rado, anziché risiedere sulle tonsille, il processo si diffonde a carico del palato molle dando luogo all'angina flemmonosa; d) l'angina necrotica, che determina la formazione di masse grigio-biancastre dovute al disfacimento del parenchima tonsillare. Il tessuto mortificato e in preda a sfacelo viene poi eliminato dal processo di demarcazione infiammatoria che interessa le parti sfuggite alla necrosi, lasciando scoperte vaste ulcerazioni. La malattia, altamente febbrile, si accompagna a gravi condizioni generali; l'agente microbico causale è vario; e) l'angina di Plaut-Vincent che è un processo ulceroso che colpisce tonsille, palato molle, ugola e gengive, talvolta disgiunto da gravi disturbi generali, ma per lo più accompagnato da febbre, dolori articolari, albuminuria. La caratteristica della malattia sta nel reperto batterioscopico sui preparati ottenuti dal materiale asportato dal focolaio morboso, e che consiste nella presenza di spirilli e bacilli fusiformi insieme associati (cosiddetta simbiosi fuso-spirillare). La cura locale dell'angina consiste nell'uso di gargarismi con sostanze antisettiche (acqua ossigenata, acido borico, permanganato potassico), di pennellazioni con soluzioni di neosalvarsan (nella forma di Plaut-Vincent), di inalazioni con soluzioni alcaline, di applicazioni, calde o fredde, sotto forma di impacchi o cataplasmi al collo. (V. tavv. a colori).
Col nome di angina agranulocitica o di agranulocitosi si designa una rara e particolare malattia descritta nel 1922 dallo Schulz. I pochi casi noti si riferiscono a donne nell'età media della vita che, senza precedenti morbosi acquisiti o ereditarî notevoli, improvvisamente sono state colpite da febbre elevata, segni generali d'infezione grave, lesioni ulcerative necrotiche delle tonsille e della mucosa della bocca, paragonabili a quelle della difterite maligna. Non si riscontra alcuno dei sintomi della diatesi emorragica, nessuna alterazione significante a carico dei globuli rossi e delle piastrine; invece diminuzione notevole dei globuli bianchi, specialmente dei polinucleari, o granulosi. Spesso si ha albuminuria, cilindruria, ittero. Non si conosce la causa della malattia; le diverse cure tentate non ne hanno arrestato il decorso, rapidamente letale.
Bibl.: W. Schulz, Gangräneszierende Prozesse und Defekt der Granulozystensystems, in Deutsche med. Wochensch., XLVIII (1922); M. Roch e I. Mozer, Angina agranulocitica, in Presse médicale, LXXIV (1926).