Altro nome con cui è noto Angelo Broglio (Lavello 1370 ca. - Aversa 1421); soprannominato Tartaglia per la sua balbuzie, figlio di Raimondo del Balzo Orsini principe di Taranto, nel 1406, dopo la morte del padre, ne ereditò la signoria di Lavello. Contemporaneo di Braccio da Montone e Muzio Attendolo Sforza, T. si formò alla scuola militare di Ceccolo Broglia da Trino, dal quale ereditò sul finire del Trecento sia le truppe che il vessillo. Nell’antica Toscanella (od. Tuscania) T. si infeudò e pose il proprio quartier generale; combatté per Firenze, Pisa, Siena, Viterbo, Orvieto, Perugia, Terni, per lo Stato della Chiesa e il Regno di Napoli, partecipando tra l’altro alla battaglia di Casalecchio di Reno (giugno 1402); nel luglio del 1416 fu presente alla battaglia di Sant’Egidio; più volte si alleò con Braccio da Montone in varie imprese, tra cui quella di Roma del luglio-agosto 1417. Tra i suoi titoli più significativi furono rilevanti quelli di rettore del Patrimonio di San Pietro e di conte di Toscanella. Con l’elezione di papa Martino V a Costanza (11 novembre 1417) e con un nemico giurato come Muzio Attendolo Sforza il destino di T. trovò fine nel dicembre del 1421, quando fu catturato, imprigionato e torturato per tre giorni, quindi decapitato nella piazza del mercato vecchio di Aversa; si dice che le spoglie del condottiero lavellese siano seppellite nella chiesa di Sant’Andrea in Aversa. Alla sua morte, oltre a Toscanella, tutta una serie di territori (quali le comunità di Amelia, Castro, Corneto, Bagnorea, Montefiascone, Terni, Sangemini) ritornarono alla Chiesa.