BANCHERO, Angelo Giacinto
Nacque a Sestri Ponente il 30 luglio 1744 da modesta famiglia di lanaioli, ultimo di quattro figli. Rimasto orfano di padre a due anni, il fratello maggiore Giacomo, che poi lo aiutò sempre - pur da lontano - con consigli e incitamenti, provvide alla sua educazione: notando in lui certa inclinazione alla pittura, lo avviò a questo studio, dapprima presso un modesto pittore locale, poi a Roma (1762), ove il B. entrò nella scuola dei Batoni. Di temperamento attento e meticoloso, mostrò presto particolare attitudine al ritratto; nel '68 mandava un autoritratto alla famiglia e l'anno seguente eseguiva quello del cardinale Piccolomini. Nel 1772 fu invitato a Genova per dipingere il ritratto del doge Giambattista Cambiaso, e qui rimase, impegnato per altri ritratti, poco più di un anno. Tornato a Roma, si sistemò nel collegio dei Greci, dove visse e lavorò poi sempre, e dove per alcuni anni ebbe compagno carissimo il pontremolese Pietro Pedroni, chiamato poi dal granduca Leopoldo I a dirigere l'Accademia fiorentina (1781). Fu appunto in amichevole concorrenza con il Pedroni che nel 1776 il B. dipinse per una chiesa di Torino (non meglio identificata) una Madonna del Rosario tra s. Rosa e s. Domenico, primo dei suoi quadri "al pubblico". Di ancor maggiore impegno fu una grande Predica del Battista dipinta l'anno seguente per una nuova chiesa delle romite battistine presso la basilica di S. Maria Maggiore (cfr. Alizeri). Da Roma il B. conservava - specie tramite il fratello Giacomo - stretti rapporti con Genova, ove contava molti ammiratori ed ove inviava frequentemente suoi disegni e piccoli quadri. Tra questi possiamo citare, in quanto tuttora in situ,gli ovali con due Beati cappuccini nella chiesa di quell'Ordine; inoltre si ricordano, benché irreperibili, le quattro sovrapporte con Ercole e Iole, Diana e Endimione, Bacco e Arianna e La fucina di Vulcano, dipinte dal 1780 al 1786 per il palazzo dì Francesco Ferro (poi Elena) presso le Scuole Pie: i dipinti, esposti a Roma prima di essere spediti a Genova (1786), furono assai favorevolmente giudicati. Due anni dopo (1788) il successo si rinnovo all'esposizione del grande quadro con Il Precursore in carcere,che era stato dipinto dal B. per l'oratorio di S. Giovanni Battista di Sestri Ponente e che per otto anni lo aveva principalmente impegnato. In quello stesso 1788 iniziava gli studi per un'altra grande composizione, il S. Siro benedicente il popolo, per la parrocchiale di Nervi, tuttora in loco,opera che non era ancora ultimata quando la morte prematuramente lo colse a Roma il 18 nov. 1794. Fu sepolto in S. Lorenzo in Lucina.
Pur formatosi nell'ambiente dominato dal Batoni e dal Mengs, nel quale il rinnovamento accademico che aveva reagito all'estremo barocco volgeva sempre più chiaramente a rigorose formule neoclassiche, il B. assunse una posizione pressoché indipendente, concordante, piuttosto che con i più attuali atteggiamenti, con quelli che al barocco avevano opposto costante resistenza e che recentemente erano stati propri di un Benefial e di un Subleyras. Ed egli persegue "il bello stile sodo e semplice" (Alizeri), con la nitida ed equilibrata composizione, la forma più modellata che colorita, la sobria evidenza dei moti fisici e interiori, sulla traccia della mai estinta tradizione carraccesca, che gli consente di nobilitare il verismo cui tende risalendo anche al Caravaggio.
Vissuto solitario e schivo, non ebbe gran nome in vita salvo che presso gli amici genovesi, né - spenta la eco della molta considerazione in cui essi lo tennero - ebbe praticamente fortuna critica, certo anche per la rarità delle opere reperibili fra le poche che, diligentissimo e lentissimo, eseguì, e la scarsa evidenza della loro ubicazione. Un notevole gruppo di disegni è nella collezione del Comune di Genova (Palazzo Rosso).
Bibl.: F. Alessi, A. B. in Elogi di Liguri illustri, Torino 1846, III, pp. 66-73; F. Alizeri, Notizie dei professori del disegno in Liguria dalla fondazione dell'Accademia, I,Genova 1864, pp. 389-423; Id., Guida illustrativa... per la città di Genova, Genova 1875, pp. XLVII, 27, 503; O. Grosso, A. B. pittore, in Gazzetta di Genova,LXXXIII(1915), 3, pp. 4-6.