DILIGENTI, Angelo
Nacque nel 1835 ad Albenga (Savona) da una famiglia di attori e debuttò giovanissimo nella compagnia paterna. Alla morte del padre, (di cui non si conosce il nome) nel 1853, entrò a far parte con il ruolo di amoroso della compagnia di Luigi Robotti e Gaetano Vestri. In ditta, accanto a lui, figuravano anche la madre Vittorina, scritturata per parti di seconda donna e di madre, e la sorella Carlotta come servetta. Quando la compagnia si sciolse, nel 1859, passò con Cesare Dondini che dirigeva un eccellente gruppo di attori, T. Salvini, G. Pezzana, C. Cazzola, A. Pedretti e la giovanissima E. Duse, e qui si cimentò come primo attor giovane in un vastissimo repertorio che andava dalla tragedia shakespeariana al dramma romantico, alla commedia goldoniana. Nel 1860 sposò Anna Pedretti, una "eccellente attrice" (Antona Traversi, p. 49), scritturata da Dondini per ruoli primari accanto alla Pezzana. L'anno successivo costituì, insieme a G. P. Calloud, A. Bellotti e C. Vitaliani, la Compagnia romana, considerata una delle migliori del tempo, e qui rimase per oltre dieci anni, ricoprendo con costante successo il ruolo di primo attore a fianco della moglie. Nei panni del protagonista, si affermò ben presto nel dramma italiano contemporaneo e fu tra i primi a misurarsi con le opere di P. Ferrari, G. Giacosa, A. Torelli e P. Cossa, portando al successo Prosa e Goldoni e le sue sedici commedie nuove del Ferrari e Nerone del Cossa.
Il Costetti e il Rasi sono concordi nel considerare quest'ultima la più riuscita tra le interpretazioni del D.: "Già nelle prime scene egli aveva conquistato il suo pubblico, di cui la ammirazione andava ognor crescendo, fino a diventare stupefazione. E tanta arte e tanta verità mise poi nel punto a cui a Nerone si affiochisce la voce, che l'Autore e gli amici che gli facevan corona sulla scena, temetter per un istante che il Diligenti non potesse per un'afonia improvvisa continuar la rappresentazione (Rasi).
Nel 1872 i crescenti dissapori con la moglie, destinati a sfociare in quello stesso anno in una separazione legale, indussero il D. a sciogliere la compagnia. Si recò quindi in Egitto "ov'ebbe - narra il Rasi - la più fortunosa delle vite, ora in lotta per la fame, or possessore di cospicue somme". Nella lunga permanenza all'estero, che lo portò, oltre che in Egitto, a Istanbul, Smirne e Atene, il D. raccolse ampi consensi e si guadagnò la croce dell'Ordine del Megedié e il personale apprezzamento del viceré Ismail.
Tornato in Italia, nel 1874, venne scritturato da Giacinta Pezzana per i ruoli primari e con questa attrice si recò in tournée nella penisola iberica, in America meridionale, in Egitto, in Russia, in Romania e in Ungheria. Nel 1877 passò con Tommaso Salvini e lo seguì in Austria e in Germania, quindi, l'anno successivo, in Francia. Nel 1879 costituì nuovamente compagnia e rinunciò alle parti di primo attore, "sostenendovi sempre il suo ruolo lodevolmente" (Colomberti. p. 127), ora da padre ora da caratterista. Come ricorda la figlia in una lettera al Rasi, il D. si recò ancora più volte in Egitto, accolto sempre con grande favore dal pubblico locale, e continuò a recitare con discreta fortuna fino alla morte.
In una lettera, indirizzata alla figlia Lina dopo la scomparsa del D., il Costetti ne traccia un profilo artistico e umano: "Fu un artista valoroso quanto modesto. Intelligentissimo negli affari, non batté mai la cassa del cerretano. Seppe mettersi in seconda linea, lui, che stette sempre e poteva stare ancora nella prima. Conobbi il mio caro Angelo, quando si era giovani entrambi. Egli venne su con la fioritura del teatro italiano a metà secolo e interpretò, primo, i grandi lavori del tempo ...".
Morì il 22 ott. 1895.
Fonti e Bibl.: Roma, Biblioteca del Burcardo, ms. 3.42.8.33: E. Colomberti, Notizie storiche de' più distinti comici e comiche che illustrarono le scene italiane dal 1780 al 1880, p. 127; Ibid., lettere di G. Costetti a L. Diligenti del 10 giugno 1896 e di L. Diligenti a L. Rasi del 12 giugno 1897; L. Rasi, I comici italiani, I, Firenze 1897, pp. 763 ss.; C. Antona Traversi, Le dimenticate, Torino 1931, p. 49; N. Leonelli, Attori tragici, attori comici, I, Milano 1940, p. 303; Enc. Italiana, XII, p. 844; Enc. d. spettacolo, IV, col. 704.