DEL PO, Andrea
Il vero cognome di questo pittore, scenografo e impresario teatrale fu Maffei, essendo nato a Napoli da Andrea Maffei e Porsia Compagna, ma egli assunse il cognome del patrigno, Pietro Del Po, e con quello è solitamente ricordato e conosciuto. La data di nascita va posta probabilmente nel 1643; il 12 giugno del 1644 morì il padre e l'anno successivo la madre si risposò col pittore e incisore Pietro Del Po. Quest'ultimo si trasferì a Roma probabilmente nel 1647 ma il D. compare per la prima volta con la madre a Roma solamente nel 1655, il che dimostra che fu lasciato per alcuni anni a Napoli, probabilmente presso dei parenti; nel 1655 viene indicato come dodicenne. Dal 1655 al 1669 risulta sempre convivente con la madre ed il patrigno nelle parrocchie di S. Maria del Popolo e S.Andrea delle Fratte (Roma, Archivio storico del Vicariato, Stati d'anime delle rispettive parrocchie) mentre non è più con loro nella casa di via Felice nel 1674 (parrocchia di S. Susanna).
Nel 1669 fu chiamato a testimoniare in favore dei pittore siciliano Bellavia (Bertolotti, 1885, p. 177). La successiva notizia è del 1681 allorché è certamente a Napoli (Delfino, 1985); il 2 febbr. 1683 sPOsò a Napoli Anna Galdieri, figlia di Cesare, che morì di lì a poco con il bambino nato da questa relazione; il 3 nov. 1696 nacque dalla seconda moglie, sorella della precedente, Barbarella, il figlio Aurelio (Prota Giurleo, 1953, pp. 69 s.). Compì il suo apprendistato pittorico con il patrigno. Il Celano (1692, p. 1432) e Mongitore (1719-1742, p. 41) gli attribuiscono gli affreschi del coro della distrutta chiesa di S. Spirito che il Parrino (1712, p. 56) assegna invece al fratellastro Giacomo; sempre il Parrino attribuisce inoltre al D. le pitture della chiesa di S. Barbara, solitamente riferite a Pietro Del Po (1712, p. 48). In ogni caso non rimane nessun suo dipinto e poche altre sono le opere ricordate dalle fonti (Prota Giurleo, 1952, p. 69: per un quadro raffigurante la Vergine;D'Addosio, 1913, p. 488: per un pagamento del 1694 per una tela nella chiesa di Gesù e Maria raffigurante Gesù, Maria e s. Agostino). Un inventario del 1700, pubblicato da G. Labrot (1984), in cui sono elencati ben sedici suoi dipinti, permette di sapere che lavorò anche come figurinista in quadri di prospettiva realizzati da altri pittori.
Mancano elementi di confronto certi e non è per ora dimostrabile una collaborazione come ornatista nelle imprese decorative del fratellastro Giacomo, come talvolta viene affermato. L'Antonio Maffeo citato dal De Dominici (1742-45, p. 293) in rapporto con Giacomo non va confuso col D.; il suo nome compare infatti in documenti del tempo (V. Rizzo, Notizie su artisti e artefici dai giornali copiapolizze..., in Le arti figurative a Napoli..., Napoli 1979, p. 235). La personalità del D., essendo perduta la sua produzione pittorica, acquista maggior valore considerando la sua attività di uomo di teatro.
Nel 1690 risultava essere l'appaltatore dei posti nel teatro di S. Bartolomeo (Confuorto, 1930, p. 281), che ottenne per la prima volta in affitto nel 1693-94 e dove svolse gran parte della sua attività.
Nel 1701 era perito per i fuochi d'artificio della festa del S. Gennaro e svolse attività di questo tipo anche nel 1711 (Strazzullo, 1978, pp. 62, 83, 183).
Tra il 1705 ed il 1708 gestì il teatro di S. Bartolomeo, in questa occasione scrisse il libretto per L'incoronazione di Dario (1705) di G.A.V. Aldrovandini; nella prefazione il D. si scusa con il pubblico per le vesti non appropriate usate dagli attori nelle rappresentazioni, singolare testimonianza di scrupolo storicistico (Mancini, 1964, p. 78). Presso il S. Bartolomeo fu anche scenografo di tre opere (171213): L'amor tirannico di C. Feo, Agrippina di G. F. Haendel, La vittoria d'amor coniugale di C. Giordano, con scene dipinte da G. Cusati e F. Fangareci (Maricini, 1964, p. 210).
Nelle alterne vicende per il controllo del teatro un fatto nuovo accadde nel 1721 allorché Aurelio, figlio del D., e Nicola Galdieri, suo zio per parte di madre, riuscirono ad affittare nuovamente il teatro (sino al 1725, secondo il Croce, 1891). Questo fatto fa supporre che il D. fosse nel frattempo morto o ormai incapace di controllare il funzionamento del teatro.
Proprio durante la gestione di Aurelio Del Po il teatro produsse alcune delle rappresentazioni più belle, le cui scene furono realizzate da Giacomo. Ma la gestione dello stabile fu fallimentare e Aurelio costretto a sposare la celebre cantante Anna Strada, sua creditrice. Seguì la moglie in Inghilterra ma nel 1739 erano già rientrati a Napoli.
Aurelio morì il 10 dic. 1773 nella parrocchia di S.Anna in Palazzo (Prota Giurleo, 1953, p. 76).
Fonti e Bibl.: C. Celano, Notizia del bello... di Napoli... [1692], Napoli 1970, III, p. 1432;A. Mongitore [1719-1742], Memorie dei pittori... siciliani, a cura di E. Natoli, Palermo 1977, p. 41;D. A. Parrino, Nuova guida de' forestieri..., Napoli 1712, pp. 48, 56;B. De Dominici, Vite i pittori, scultori e architetti napol. [1742-45], IV, Napoli 1846, p. 308;G. Sigismondo, Descrizione della città di Napoli e suoi borghi, Napoli 1788, II, p. 334;A. Bertolotti, Artisti bolognesi, ferraresi, ed alcuni altri, Bologna 1885, p. 177;B. Croce, Iteatri di Napoli dal Rinascimento alla fine del secolo decimottavo, Napoli 1891, p. 149;G. D'Addosio, Docum. ined. di artisti napoletani dal XVI al XVII secolo, in Arch. stor. per le prov. napol., XXXVIII (1913), p. 488;D. Confuorto, Giornali di Napoli dal 1684 al 1699..., a cura di N. Nicolini, Napoli 1930, I, p. 281; U. Prota Giurleo, Breve storia del teatro di corte e della musica a Napoli nei secoli XVII-XVIII, in Ilteatro di corte del palazzo reale di Napoli, Napoli 1952, ad Indicem;Id., Pittori napol. del Seicento, Napoli 1953, pp. 68-76;Id., Notizie sui pittori Del Po, in Fuidoro, II (1955), p. 259;M. Picone, Per la conoscenza del pittore Giacomo Del Po, II, in Bollettino d'arte, XLVII (1957), p. 315; F. Mancini, Scenografia napol. dell'età barocca, Napoli 1964, ad Indicem;D. N. Rabiner, The paintings of Giacomo Del Po, tesi di dottorato [University of Kansas, 1978], Univ. Microfilms Int., Ann Arbor, Mich., 1980, p. 279;F. Strazzullo, La Real Cappella del Tesoro di S. Gennaro, documenti inediti, Napoli 1978, pp. 62, 83, 183; G. Labrot, Deux collectionneurs étrangers àNaples, in Ricerche sul '600 napoletano, III, Milano 1984, pp. 139 s., 142;A. Delfino, Documentiinediti..., ibid., IV, ibid. 1985, p. 103 n. 43;U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XXVII, p. 165 (sub voce Pò); Diz. encicl. Bolaffi, IX, p. 140 (sub voce Pò).