BRESCIANO, Andrea
Ritenuto generalmente originario di Brescia, esercitò l'arte della stampa a Perugia nella seconda metà del sec. XVI, lavorando agli inizi nella tipografia dei più noti tipografi perugini di quell'epoca, i Cartolari. Secondo alcuni, egli fu fratello di Girolamo Bresciano, che nel 1581 stampava nella vicina Assisi, ma l'affermazione resta, nel campo delle ipotesi.
Le fonti ricordano un primo pagamento a "Bressiani stampatore" nel 1544; il 27 giugno di quell'anno i magistrati gli pagavano cinque scudi e trentatré baiocchi, di cui tre per l'acquisto di carta e il resto per la stampa dei bollettini dei maestri di strada. Resta tuttavia il dubbio se il B. lavorasse a quell'epoca in proprio o ancora nell'officina di Girolamo Cartolari, da cui pare fosse stato anche adottato (G. B. Vermiglioli, p. 307). Infatti la Bullapotestatis testandi edificandi alienandi... per S. N. D. Sixtum IIII,Julium II et Leonem X Pont. Max. omnibus in urbe existentibus concessa..., che fu stampata in quell'anno, porta in due esemplari la sottoscrizione del B., ma in un'altra, posseduta dalla Biblioteca Trivulziana di Milano, quella di Girolamo Cartolari. Lo studio dei caratteri, la presenza della xilografia raffigurante il grifo di Perugia sotto le chiavi pontificie, apparsa in altre edizioni del Cartolari, farebbero pensare, a una compartecipazione del B. nell'edizione, piuttosto che al prelievo e quindi all'uso da parte sua del materiale tipografico dell'officina presso la quale lavorava. Del resto non risulta che il B. avesse stampato altro fino al 1550, anno in cui uscirono con la sua sottoscrizione due operette di Lodovico Bobbio.
Al dire dello stesso B., l'arte tipografica a Perugia non ebbe vita facile in quegli anni; nella nota al lettore dell'edizione del 1560 dell'Institutionumiuris canonici commentarium, scusandosi degli errori che, nonostante la cura del tipografo, potevano essere sparsi nell'opera, sottolinea che il volume non era stato stampato né a Venezia né a Lione, ma a Perugia: "hoc est in eo loco, in quo nec correctores nec impressores, nec ulla propemodum sit ars excudendi denique ubi maior prope sit imprimendi labor, quam lucubrandi".
Tuttavia da questo anno fino al 1568 la produzione della tipografia del B. ebbe ritmo più intenso; nelle fonti compaiono con frequenza i bollettini di pagamento al tipografo, detto anche "bibliopola seu librario". Si avverte quindi una battuta d'arresto più marcata a partire dal 1570, dovuta forse al fatto che il 7 gennaio aveva aperto la propria officina a Perugia il mantovano Valente Panizza. Il B. rivolse una petizione ai Priori, affinché al concorrente non fosse lecito ristampare quanto era stato già impresso nella sua officina e affinché, finito l'anno, questi cessasse dalla sua attività. I Priori accolsero la sua richiesta, ma dovettero intervenire fatti nuovi, poiché il Panizza continuò a stampare a Perugia fino al 1573 definendosi tipografo dei decemviri e del Collegio dei legisti. Dal 1581 la tipografia del B. segnò una ripresa, sia pure un po' lenta, fino al 1589; passò quindi agli eredi che lavorarono fino al 1598.
Tra le edizioni commissionate ufficialmente al B. si segnalano: Capitoli della confraternita di S. Andrea et Santo Bernardino di Perugia detta della Giustizia (1565); Costitutioni et Capitoli generati delle Fraternite de S. Agostino,S. Domenico e S. Francesco di Perugia... (1565); Reformationes ac decreta super modo observandi edicta,statuta locorum... tam in civitate perusina quam in universa provincia Umbriae... (1573); Ordinationi fatte da Monsignore... vescovo Savello... ridotte e raccolte insieme a maggiore comodità delli Reverendi Provosto et Canonici et Ministri del Domo (1577); ConstitutionietCapitoli della Ven.Confraternita dell'Annuntiata di Perugia... (1587). Tra le edizioni fiorite nell'ambito dello Studio cittadino si ricordano: G. P. Lancellotti, Institutionumiuris canonici commentarium (1560); C. Sassi, Rhetor ex variis rhetoribus ac oratoribus tam diligenter formatus... (1563); R. Pilorci, De scribendi rescribendique epistolas ratione... (1563); G. Tinnoli, Prefatio in Priora Analytica Aristotelis... (1567); V. Menni, Regoledella thoscana lingua... (1568); S. Paparella, De indicationibus curativis liber (1573); O. Cardaneti, Oratio habita in funere Fr. Vincentii Herculani episcopi perusini (1586).
Le edizioni del B. presentano una composizione equilibrata dei frontespizi e delle pagine a larghi margini, ingentilite spesso da belle iniziali, decorate da elementi fioreali e architettonici. Il carattere più frequentemente usato è il romano, alternato al corsivo; ancora incerti i rari caratteri greci.
Ritorna molto spesso nelle stampe del B., come marca tipografica, una bella figura di donna che tiene un putto in braccio; due, in piedi, sono ai suoi lati. La raffigurazione è racchiusa in un ovale con la scritta: "Caritas Domini manet in eternum".
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Perugia, Consigli e riformanze, 135, c. 94r; 138, cc. 144v, 185v, 242r; 141, cc. 166v, 231v-232r; 142, c. 190r; 147, c. 128r; Scritture diverse 31 (13); Perugia, Bibl. Augusta, ms. 1678: A. Mariotti, Studi stor. sulla tipogr. perugina, cc. 1-2; ms. 1558: A. Brizi, Annali tipogr. perugini, cc. 95, 100, 109-110, 118, 120, 124-134, 160-162, 166, 176-178; G.B. Vermiglioli, Della tipografia di Cartolari in Perugia..., in Biografia degli scrittori perugini, I, Perugia 1822, pp. 307-309; G. Cecchini, Mostra dell'arte della stampa umbra (catal.), Perugia 1943, pp. 68-71; F. Ascarelli, La tipografia cinquecentina italiana, Firenze 1953, p. 149; F. Morotti, Tipografia ed editoria in Umbria: Assisi, Perugia 1966, p. XI (rec. di J. M. Potter, in The Library, april 1968, p. 70).