BERNASCONI, Andrea
Nato a Milano nel 1706 da un ufficiale francese di origine italiana come risulta dal registro dei morti della Frauenkirche di Monaco, in cui è segnato il suo decesso, all'età di settantotto anni (secondo il Fétis sarebbe nato invece a Marsiglia nel 1712), viene indicato in alcuni libretti delle sue opere come "di Parma", poiché in questa città si era stabilito giovanissimo con il padre.
La sua prima attività musicale, iniziata presumibilmente molto presto, fu rivolta al canto, poi agli strumenti a tastiera e infine alla composizione. Si ignora quali siano stati i suoi maestri, tuttavia è interessante notare che in molti libretti delle sue prime opere viene indicato come "dilettante", e questo farebbe pensare che la sua educazione musicale fosse iniziata piuttosto tardi. Il suo esordio come compositore ebbe luogo al Teatro di corte a Vienna nel 1737 con l'opera Flavio Anicio Olibrio (libretto di A. Zeno e P. Pariati); ritornato in Italia, il B. fece rappresentare a Venezia l'Alessandro Severo (libretto di A. Zeno, Teatro S. Giovanni Grisostomo, 27 dic. 1738; ripresentato poi in una versione abbreviata e modificata con il titolo Salustia al Teatro S. Salvatore di Venezia per la fiera dell'Ascensione, maggio 1753) e a Padova il Temistocle (libretto di Metastasio, Teatro degli Obizzi, 6 giugno 1740; ripreso a Salisburgo, carnevale 1740; a Venezia, Teatro S. Giovanni Grisostomo, autunno 1744; a Monaco, Teatro di corte, carnevale 1754).
Nel 1743 il B. sposò a Parma la vedova d'un valletto di camera del duca di Würtemberg, certa Wagele, figlia di un capitano austriaco; nello stesso anno era ancora a Venezia, da dove parti di nuovo per Vienna. Secondo l'Eitner, in questo periodo fu anche a Roma; tuttavia ignoriamo per quanto tempo e con quali mansioni vi si sia recato. Successivamente passò a Milano e a Verona, dimorandovi brevemente; poi tornò a Venezia e vi rimase dal 1746 al 1747, come maestro di cappella nell'ospedale della Pietà, dove fece eseguire il suo oratorio in lingua latina Adonias. Pare che subito dopo abbia dimorato per lo più a Vienna.
Il 24 nov. 1753 l'elettore di Baviera Massimiliano Giuseppe III chiamò il B. a Monaco come vicemaestro di cappella; nello stesso tempo divenne maestro di contrappunto del suo illustre protettore, buon dilettante di musica. Il 5 giugno 1754 gli venne, inoltre, affidato l'incarico di insegnare musica alle principessine Maria Anna Giuseppina e Giuseppina Maria; l'anno successivo, essendo morto il maestro di cappella titolare, G. Porta, fu chiamato a succedergli nell'incarico. Dedicatosi in prevalenza alla composizione di opere, il B. riuscì a dominare completamente il teatro di Monaco, tanto da oscurare, in virtù del prestigio acquistato, musicisti famosi come lo Jommelli.
Nel 1756, rimasto vedovo, sposò Caterina de Loewe, dalla quale ebbe la figlia Giuseppa. Dal 1772 in poi trascurò quasi completamente il teatro, che gli aveva dato la celebrità, preferendo dedicarsi alla composizione di musica sacra e strumentale e al suo incarico di maestro di cappella presso la corte bavarese, che mantenne fino alla morte, avvenuta il 29 gennaio 1784.
Delle numerose opere del B., oltre venticinque, e tutte inedite, per lo più conservate alla Bayerische Staatsbibl. di Monaco, si ricordano Demofoonte (libretto di Metastasio, Roma, Teatro Alibert o delle Dame, carnevale 1741;Monaco, Teatro di corte, carnevale 1766), Didone abbandonata (id., Milano, Teatro ducale, 26 dic. 1738, secondo il Manferrari; Venezia, Teatro S. Giovanni Grisostomo, carnevale 1741; Monaco, Teatro di corte, carnevale 1756 e 1760), Bajazet (libretto di A. Piovene, Venezia, Teatro S. Giovanni Grisostomo, autunno 1742;Monaco, Teatro di corte, 12 ott. 1754), Germanico (libretto di N. Coluzzi, Torino, Teatro Regio, carnevale 1744). Su libretto di Metastasio: Antigono (Vienna, Teatro di corte, 1745; Venezia, Teatro S. Giovanni Grisostomo, carnevale 1745), Adriano in Siria (Monaco, Teatro di corte, carnevale 1755), Il trionfo della Costanza (ibid. 1755), Artaserse (ibid., carnevale 1763), L'Olimpiade (prima rappresentazione col titolo Die Olympischen Spiele, ibid., gennaio o maggio 1764), Semiramide (ibid., 5 genn. 1765 o 5 maggio, secondo il Manferrari), La Clemenza di Tito (ibid., gennaio 1768), Demetrio (ibid., gennaio 1772; Mannheim, Teatro di corte, carnevale 1772). Su libretto d'ignoto, Agelmondo (ibid., carnevale 1760). Sue musiche furono inserite nei pasticci Euridice (favola pastorale, rappresentata a Vienna nel 1750 con arie di Wagenseil, Holzbauer, Jommelli, Hasse e Galuppi) e Andromeda (ibid., con musiche di Wagenseil, Hasse, Abos, Saro, Jommelli, Leo e Haendel). Inoltre compose Endimione (serenata, libretto di Metastasio, Venezia, Teatro S. Giovanni Grisostomo, 6 febbr. 1762, e Monaco, 1766), La ninfa Apollo (scherzo comico-pastorale, libretto di F. De Lemene, ritoccato probabilmente da G. Boldini, Venezia, Teatro S. Giovanni Grisostomo, carnevale 1743), Davidis lapsus et poenitentia (Venezia, 1744), L'Huomo (festa teatrale su testo della margravia Wilhelmine von Bayreuth, Bayreuth 1754), L'ozio fugato dalla gloria (componimento drammatico, Monaco, Teatro di corte, inverno 1754), La Betulia liberata (oratorio, libretto di Metastasio, ibid. 1754)e Scipione dormendo (Nymphenburg e Monaco, 1755).Numerosa anche la musica strumentale e da camera (sinfonia, cantate e un concerto per flauto, due violini e basso, ecc.), conservata manoscritta in varie biblioteche, per lo più tedesche, ma soprattutto copiosa la musica sacra e religiosa per cori, soli e strumenti (34 Messe, 4 Credo, 14 Offertori, 2 Requiem, 12 Motetti, 17 Litanie, 9 Miserere, 6 Stabat Mater, 4 Salve Regina, 4 Avo Regina, 8 Regina Coeli, 3 Alma Redemptoris, 4 Tantum Ergo, 4 Veni Sancte Spiritus, 3 Te Deum, 34 Salmi, 11 Magnificat, ecc.), la maggior parte della quale è conservata alla Bayerische Staatsbibliothek di Monaco. Delle sue composizioni è stata pubblicata soltanto un'aria dell'Adriano in Siria, inserita in Ausdem goldenen Zeitalter des Bel Canto, New York 1910, di H. E. Krehbiel.
Musicista eclettico e fecondissimo, il B. fu variamente giudicato sia dai contemporanei sia dalla critica recente: alcuni videro in lui un semplice artigiano per la rigida ossequienza alle regole del bel canto, altri lo innalzarono come rappresentante di un gusto raffinato ed elegante. Per avere una idea della stima e della notorietà di cui godette ai suoi tempi, è sufficientemente indicativo il fatto che Faustina Bordoni preferì le sue arie a quelle del marito, il compositore J. A. Hasse; tuttavia, anche se tale preferenza è giustificata dalla singolare raffinatezza delle arie e dalla perfezione stilistica dei recitativi, non si comprende l'entusiastico giudizio che ne dava il La Borde, il quale considerava le opere del B. un esempio di perfetto stile teatrale. Il Rudhart, invece, riferendosi alle opere rappresentate a Monaco, sosteneva di ritrovarvi costantemente "la stessa desolante monotonia, le stesse frasi insignificanti, interminabili e fredde melodie, rigide nella forma e con interminabili recitativi secchi", e a questo giudizio fa eco anche il Fétis, che pur ne riconosceva la purezza di stile e la sapiente abilità delle situazioni sceniche. Grande stima ne aveva G. B. Martini, che ebbe con il B. rapporti epistolari.
Bibl.: B. de La Borde, Essai sur la musique ancienne et moderne, III, Paris 1780, pp. 168, 250; F. R. Rudhart, Geschichte der Opera am Hofe zu München, I, Die italienische Oper von 1654-1787, Freising 1865, pp. 130, 138 ss.; P. Breggi, Serie degli spettacoli rappresentati al Teatro Regio di Torino…, Torino 1872, p. 16; G. Gaspari, Catal. della Bibl. del Liceo music. di Bologna, I, Bologna 1890, p. 150; V, a cura di U. Sesini, ibid. 1943, p. 48; Archivalische Excerpte über die horzoglich. bayer. Hofkapelle…, in Kirchenmusikalisches Jahrbuch, XVI(1891), p. 77; J. A. Fuller-Maitland-A. H. Mann, Catalogue of the music in the Fitzwilliam Museum, Cambridge, London 1893, pp. 49, 86; T. Wiel, Iteatri musicali veneziani del Settecento, Venezia 1897, pp. 136, 138, 140, 144, 149, 155, 196; H. Abert, N. Yommelli als Opernkomponist, Halle 1908, pp. 3, 85; N. Pelicelli, Musicisti in Parma nel sec. XVIII, in Note d'arch. per la storia music., XII(1935), pp. 84-86; U. Manferrari, Diz. univ. delle opere melodrammatiche, I, Firenze 1954, pp. 111 s.; A. Loewenberg, Annals of Opera, 1597-1940, Genève 1955, p. 196; F. J. Fétis, Biogr. univ. des Musiciens, I, Paris 1873, pp. 370 s.; G. Grove's Dict. of Music and Musicians, I, London 1954, p. 678; Die Musik im Geschichte und Gegenwart, I, coll.1782 s.; R. Eitner, Quellen Lexikon der Musiker, I, Graz 1959, pp. 472 s.; Encicl. dello Spett., II, coll. 363 s.; Encicl. della musica Ricordi, I, Milano 1963, p. 249.