ALFÖLDI, András
(App. II, I, p. 124)
Archeologo e storico ungherese, nato a Pomàz (Budapest) il 27 agosto 1895, morto a Princeton, USA, il 12 febbraio 1981. Formatosi presso il Museo Nazionale ungherese (1919-23), dopo aver insegnato Storia antica all'università di Debrecen (1923-29) e di Budapest (1930-47), emigrò, per ragioni politiche, in Svizzera, presso le università di Berna (1948-52) e Basilea (1952-56) e, infine, negli USA presso l'Institute of advanced studies di Princeton (fino al 1965). È stato socio straniero dell'Accademia Nazionale dei Lincei (dal 1962).
Storia, archeologia, numismatica, epigrafia, storia delle religioni costituiscono altrettanti aspetti della sua ricerca, volta alle fasi estreme della storia di Roma (le origini e il tardo antico) e a momenti o figure centrali che riassumano o prefigurino questi due estremi, come per es. Cesare. Non minore la sua competenza e il forte interesse per la storia dell'antica Ungheria (Pannonia) e delle regioni carpatiche in generale, che suggeriscono ad A. modelli interpretativi suggestivi, ma talvolta discutibili per lo studio di Roma antica. Non a caso il tema pannonico-carpatico dà avvio alla sua grande produzione storiografica con i due volumi Der Untergang der Römerherrschaft in Pannonia (1924-26) e con i due studi Zur Geschichte des Karpatenbeckens im 1. Jahr v. Chr. e Zu den Schiksalen Siebenbürgens (1944), seguiti dalle numerose ricerche tardo-antichistiche, e da quelle sulle origini dei Latini e di Roma, sulla 'monarchia' di Cesare e, in generale, sugli aspetti e la simbologia del potere. Nella tarda antichità e nell'impero romano in genere, A. ricerca forme e trasformazioni del potere, rapporti tra monarchia e aristocrazia, conflitti tra ideologia aristocratica pagana e fede cristiana. Al riguardo, accanto a studi sul cerimoniale monarchico alla corte imperiale (1932) e sulle insegne e l'abbigliamento imperiale (1935), si ricorda il fondamentale lavoro, numismatico e insieme ideologico, Die Kontorniaten (1943), su fraintese emissioni monetarie, interpretate da A. come mezzo di propaganda dell'aristocrazia pagana cittadina contro l'impero cristiano. In questo quadro si collocano i volumi The conversion of Constantine (1948), A conflict of ideas in the late Roman empire (1952) e Konsulat und Senatorenstand unter den Antoninen (1978), come pure la sua attività di direttore degli Historiae Augustae Colloquia periodicamente tenuti a Bonn.
Più tarda la produzione su Roma arcaica: sulle insegne del patriziato (Der frührömische Reiteradel und seine Ehrenabzeichen, 1952), sui miti delle origini (Die trojanischen Urahnen der Römer, 1957) e sulle analogie strutturali tra i popoli cavalieri e pastori della pianura ungherese e quelli del Lazio antico (Early Rome and the Latins, 1963 [ma 1965]; Die Struktur des voretruskischen Römerstaates, 1974; Römische Frühgeschichte. Kritik und Forschung seit 1964, 1976, bilancio critico e difesa del volume del 1963). Della presenza degli Etruschi nella Roma e nel Lazio arcaici A. ha accentuato i caratteri fino a configurare un loro dominio, interpretazione eccessiva ma che recupera un ruolo storico degli Etruschi nella koinè culturale dell'Italia centrale, a fronte delle rappresentazioni pangrecistiche della storia di Roma, mai del resto esplicitamente avallate o prodotte dalla storiografia greca.
Alla figura di Cesare e ai problemi relativi alla sua forma di governo sono dedicate le Studien über Cäsar Monarchie i (1952-53) e le raccolte postume di articoli Caesariana. Gesammelte Aufsätze zur Geschichte Caesars und seiner Zeit (1984) e Caesar im 44. v. Chr. Studien zu Caesars Monarchie und ihren Wurzeln (1985).
Bibl.: G. Alföldi, in Gnomon, 53 (1981), pp. 410-14; K. Christ, ibid., 58 (1986), pp. 715-23.