anca
. La parola è adoperata più volte da D., ma solo nell'Inferno, nel suo significato anatomico, più o meno determinato. Ben preciso è in XXXIV 77 Quando noi fummo là dove la coscia / si volge, a punto in sul grosso de l'anche, in cui sembra indicare la regione dell'articolazione del femore col bacino, cioè la regione che designeremmo oggi ‛ articolazione dell'a. '. Assai vicino è il passo di XXIII 72 noi eravam nuovi / di compagnia ad ogne mover d'anca, dove probabilmente D. pensa all'articolazione dell'a.; ma ovviamente tutta l'espressione nel suo insieme significa " a ogni passo ". Meno precisa sembra la designazione in altri casi (XXI 35 L'omero suo [del demonio]... / carcava un peccator con ambo l'anche), in cui pare si alluda all'attaccatura della gamba al bacino (per a. sinonimo di ‛ gamba ', cfr. Rustico Io fo ben boto 12 " Maraviglia che non gli càscar l'anche ! ").
Non facile a interpretare il passo di XIX 43 Lo buon maestro ancor de la sua anca / non mi dipuose: appoggiato " sulla sporgenza dell'anca (l'osso iliaco) ", spiega il Porena; forse genericamente per " fianco ". Così in XXIV 9 lo villanello... / vede la campagna / biancheggiar tutta; ond'ei si batte l'anca / ... e qua e là si lagna, che ricalca espressioni latine (cfr. Ovid. Met. XI 81, Cic. Brut. LXXX 278 " nulla perturbatio animi... frons non percussa, non femur ").