AMIS e AMILE (Amico e Amelio)
Sono gli eroi di una leggenda cavalleresca e insieme religiosa, probabilmente d'origine orientale. Vi si celebra la virtù del sacrifizio ispirato dall'amicizia. Amis e Amile formano una delle coppie di amici famosi, quali Damone e Pizia, Oreste e Pilade, Eurialo e Niso, ecc. Erano di uguale nobiltà, concepiti nella stessa ora, nati nello stesso giorno, in due paesi della Francia lontani fra loro. I genitori, essendo stati avvertiti miracolosamente essere i due destinati a un'amicizia eterna, li portarono al papa perché fossero battezzati nello stesso giorno e avessero uno stesso padrino. Le loro fattezze avevano tale rassomiglianza da non potersi distinguere l'uno dall'altro. I fanciulli crescono separati; fatti grandi, ecco che entrambi, nello stesso giorno, si pongono in cammino per ritrovarsi. Ritrovatisi, dopo lunghe ricerche attraverso l'Italia, si mettono al servizio dello stesso re (che più tardi è Carlomagno). Amile viene accusato di aver sedotta la figliuola del re, ed è obbligato a giustificarsi mediante un combattimento giudiziario. Senonché egli non potrebbe sostenere la prova, giacché l'accusa è vera. La maravigliosa rassomiglianza dei due salva l'accusato. Essi si scambiano i vestiti e si fanno passare l'uno per l'altro. Così Amis può giurare senza mentire di non aver toccata la principessa, sostenere il combattimento, abbattere l'avversario, sposare la figlia del re e condurla al suo vero sposo. Ma Iddio colpisce quest'ultimo, facendolo diventare lebbroso. Scacciato dalla moglie, egli erra per diversi anni per il paese, mendicando, fino a che non ritrova Amis che lo raccoglie, lo cura e, col supremo sacrifizio dei suoi proprî figliuoli, lo guarisce bagnandolo nel sangue innocente di costoro. I due muoiono nello stesso giorno, reduci dal pellegrinaggio in Terrasanta, in Mortara. Le loro tombe miracolosamente si riunirono.
Una Vita sanctorum Amici et Amelii carissimorum, composta in Italia nella prima metà del XII sec., dà i due amici morti nella battaglia in cui Desiderio fu sconfitto da Carlomagno a Mortara. In questa città, appunto, si mostravano, ancora nel secolo XVIII nella chiesa di Sant'Albino, i resti dei due corpi, venerati come corpi di santi.
La bella leggenda di Amis e Amile ha dato luogo a diverse composizioni latine, in prosa e in versi, a un poema anglo-normanno, a una chanson de geste francese del sec. XII, e a diverse altre composizioni di minore importanza.
Bibl.: L. Gautier, Bibliographie des chansons de geste, Parigi 1897, p. 52 segg.; C. Hofmann, A. et A. und Jourdain de Blaives, 2ª ed., Erlangen 1882; K. Nyrop, Storia dell'epopea francese nel Medio Evo (trad. ital. di E. Gorra), Torino 1888, pp. 193, 197, 260, 351, 417-418; J. Bédier, Les chansons de gest et les routes d'Italie, in Légendes épiques du Moyen-Age, Parigi 1917, II, pp. 178 segg.; A. Monteverdi, Rodolfo Tortario e la sua epistola "ad Bernardum", in Studi Romanzi, XIX; analisi del poema franc., in Histoire littéraire de la France, XXII, pp. 288 segg. (P. Paris).