FIESCHI, Aminta
Nacque a Vescovato (prov. di Cremona) il 6 luglio 1904, da Roberto, medico condotto, e da Antonietta Cicognini. Allievo del collegio "Ghislieri", si laureò in medicina e chirurgia nell'università di Pavia a pieni voti nel luglio del 1928. Allievo interno, fin dal quarto anno di corso, presso la clinica medica diretta da A. Ferrata, dopo la laurea rimase in questo istituto, ove iniziò la sua carriera universitaria: fu assistente ospedaliero il 1º nov. 1928, assistente universitario il 1º luglio 1930, aiuto della clinica il 1º dic. 1939. Nel 1931 frequentò la facoltà medica di Kiel, specializzandosi in istologia patologica; nel 1933 conseguì la libera docenza in patologia speciale medica; nel 1938 frequentò la facoltà medica di Vienna, specializzandosi in gastroenterologia.
Deceduto il Ferrata, fu incaricato di sostituirlo nella direzione della clinica medica di Pavia dal 10 marzo al 31 ott. 1946. Dal 1º novembre dello stesso anno al 31 ott. 1947 ebbe l'incarico ufficiale dell'insegnamento di patologia speciale medica presso l'università di Modena. Insegnò poi patologia speciale medica e metodologia clinica nell'università di Siena, dal 1º marzo 1949 come professore straordinario e dal 28 febbr. 1952 come ordinario. Infine, il 1º nov. 1953, fu nominato professore ordinario presso l'università di Genova dapprima di patologia speciale medica, poi di clinica medica generale e terapia medica. Fuori ruolo nel 1974, fu collocato a riposo nel 1979 col titolo di professore emerito.
Particolarmente attratto dalla ricerca scientifica morfologico-clinica e sperimentale, il F. fu autore di numerosi studi in vari settori della patologia e della clinica medica. Ancora studente, aveva dato un saggio di questa sua disposizione, pubblicando il lavoro Grassi e lipoidi della surrenale in gravidanza, in Boll. della Soc. medico-chirurgica di Pavia, n. s., I (1926), pp. 1289-1303.
Stimolato dagli interessi del Ferrata per l'ematologia, subito dopo la laurea si dedicò a tale campo di studi, conducendo ricerche di ordine istologico, biochimico, morfogenetico, patologico sperimentale, clinico e terapeutico sul sangue e sugli organi emopoietici. Nel 1938 pubblicò a Pavia l'opera Semeiologia del midollo osseo. Studio di morfologia clinica (che uscì in seconda edizione a Milano nel 1946, e che nel 1940 fu edita in tedesco), nella quale l'emopoiesi veniva interpretata in funzione dei reciproci rapporti tra i diversi stipiti cellulari e il loro sviluppo. Pubblicò inoltre a Firenze, nel 1940, in collaborazione col Ferrata, la monografia Le emopatie acute, la cui seconda edizione vide la luce sempre a Firenze nel 1951. Fra i vari studi condotti dal F. in campo ematologico si ricordano quelli sulle colture in vitro delle cellule del sangue e del midollo, di particolare interesse poiché l'argomento era allora in fase iniziale presso la comunità scientifica internazionale e necessitava dell'apporto di valide acquisizioni metodologiche: si ricordano in tale settore i bei lavori pubblicati in collaborazione con G. Astaldi su Il midollo osseo dell'anemia perniciosa nella cultura in vitro, in Gastroenterologia, LXX (1945), pp. 171-197, e Sul comportamento in vitro del tessuto midollare della leucemia linfatica cronica, in Haematologica, XXIX (1946), pp. 25-68, nonché la ponderosa monografia La cultura in vitro del midollo osseo, edita a Pavia nel 1946.
Il F. si occupò anche di nefrologia, interessandosi in particolare della patologia e clinica dell'insufficienza renale. In epoca precedente all'introduzione nella pratica clinica del rene artificiale, si deve a lui un metodo di dialisi realizzato tramite una sonda a tre vie che, introdotta per via orale o nasale fino al digiuno, consentiva di introdurre attraverso la via di afflusso il liquido di perfusione, che veniva poi fatto defluire mediante lieve aspirazione dalla via di deflusso: con tale metodo era possibile sottrarre all'organismo una certa quantità di urea e depurare così il sangue dei nefropatici (La perfusione intestinale con la sonda a tre vie nel trattamento degli stati uremici. Tecnica e primi risultati, in Arch. ital. di urologia, XXIV [1950], pp. 18-29, in collaborazione con M. Baldini). Ancora con M. Baldini fu poi autore di Fisiopatologia e clinica degli stati uremici, Napoli 1953.
Nel settore della gastroenterologia, nel 1940 pubblicò a Milano La gastroscopia. Tecnica e semeiologia gastroscopica, quindi partecipò col Ferrata all'opera Le malattie dello stomaco e del duodeno, edita a Milano nel 1947 e in seconda edizione sempre a Milano nel 1956, in due volumi, col titolo Le malattie della bocca, della faringe, dello stomaco e del duodeno.
Infine, si ricordano le principali pubblicazioni del F. concernenti la clinica medica generale: Manuale di fisiopatologia, edito a Torino nel 1955 e, in successive edizioni, nel 1957 e nel 1963 (e in lingua spagnola in una edizione argentina), che fu il primo testo italiano e tra i primi europei sull'indirizzo fisiopatologico della medicina moderna; Terapia medica, in collaborazione con I. Pannacciulli e P. Boccaccio (e con i contributi di altri autori), alla cui stesura si dedicò dopo la cessazione dell'attività didattica e che vide la luce a Padova nel 1984. Aveva inoltre curato la terza edizione di Diagnostica medica differenziale, in due volumi, edita a Milano nel 1958-60 (le due precedenti edizioni erano uscite a cura del Ferrata).
Il F. stimolò nei suoi allievi un vivo interesse per la ricerca, promovendo studi in tutti i settori della patologia e della clinica medica, creando e potenziando vari gruppi specialistici nell'ambito della medicina interna genovese: un gruppo nefrologico con il suo centro dialitico, un gruppo gastroenterologico con la sua sezione endoscopica e laparoscopica, un gruppo reumatologico con un primo nucleo di fisioterapia, oltre ai gruppi cardiologico, ematologico e pneumologico. Nell'università di Genova fu direttore della scuola di specializzazione in medicina interna e fu tra i fondatori delle scuole di specializzazione in ematologia, in nefrologia, in gastroenterologia e in cardiologia.
Il F. fu relatore a convegni nazionali e internazionali: in particolare, al congresso della Società italiana di ematologia di Bologna del 1954, ove espose il nuovo concetto di suddivisione delle leucemie acute non più sulla base di criteri morfologici, bensì su quella dei caratteri biologici delle cellule; e a vari congressi della Società italiana di medicina interna sull'insufficienza renale, sulle gastriti, sulle pancreatiti, sulle granulocitosi e sulle granulocitopenie, sulla fisiopatologia e la clinica dell'ipersplenismo.
Il F. appartenne a numerose società scientifiche e ricoprì importanti cariche. Nel 1969 ricevette dal ministero della Pubblica Istruzione la medaglia d'oro al merito della scuola. Fece parte del consiglio dell'Ordine dei medici di Genova, interessandosi dei quotidiani problemi dell'esercizio della professione con speciale riguardo a quelli dei cosiddetti medici di famiglia. Negli ultimi anni si dedicò con passione alla seconda edizione del trattato Terapia medica, che uscì a Padova solo nel 1994, dopo la sua morte.
Aderi alla Resistenza partecipando nel 1945 alle trattative di resa del comando tedesco di Pavia. Sposatosi nel 1928 a Ottobiano, in Lomellina, con Iolanda Frosi, ebbe due figli, destinati entrambi a diventare professori universitari: Cesare, ordinario di clinica neurologica nell'università di Roma, e Roberto, ordinario di fisica in quella di Parma.
Il F. morì a Genova il 24 nov. 1991 e fu sepolto a Cremona nella tomba di famiglia.
Fonti e Bibl.: Curriculum univers. del dr. A. F., Siena 1951; Resoconto dell'attività univers. del prof. A. F. nel triennio 1949-52, Siena 1952; Necrologi, in Il Medico d'Italia, 14 dic. 1991 e in Haematologica, LXXVII (1992), pp. 183 s.; C. Sacchetti, Il prof. A. F. (commemorazione alla Soc. ital. di medicina interna in occasione del XCIV Congresso nazionale), Roma 1992.