ambulanziere
s. m. Addetto al servizio con un’-au-to-am-bu-lan-za.
• Ci sono gli ambulanzieri della Misericordia schierati e in divisa («ma era na cosa libbera», mi dice uno di loro). (Luca Doninelli, Giornale, 21 gennaio 2008, p. 1, Prima pagina) • «Ieri l’altro ‒ denuncia Vincenzo Pace, ambulanziere ‒ la centrale operativa dell’Ares 118 ha contattato la postazione qui in ospedale perché c’era da effettuare un intervento per un ragazzo con la spalla rotta a Torrino. Dalla centrale è stato espressamente detto agli autisti di portarlo al San Camillo e non al Cto, nonostante la distanza fosse notevole. Qui ormai non portano più nessuno». (Valentina Conti, Tempo, 11 gennaio 2013, Cronaca di Roma, p. 4) • «Gli scrittori in guerra: itinerari virtuali e letterari» è il titolo di uno dei due progetti per le scuole organizzati da WW1, piattaforma no profit (www.grandeguerra100.it). Obiettivo creare un parco letterario lì dove transitarono scrittori che un’uniforme trasformava in soldati, ufficiali, ambulanzieri, così come i semplici cittadini che con cartoline e lettere alimentavano il legame con la vita «di prima». (Maria Serena Palieri, Unità, 25 febbraio 2014, p. 20, Culture).
- Derivato dal s. f. ambulanza con l’aggiunta del suffisso -iere.
- Già attestato nella Stampa Sera del 24 ottobre 1980, p. 10 (Alberto Gedda).