AMBA ALAGI (II, p. 777)
ALAGI Nell'aprile 1941, dopo l'occupazione britannica dell'Eritrea e della Somalia, le truppe italiane ritiratesi da Cheren si raccoglievano in parte sull'Amba Alagi sotto il comando di Amedeo duca d'Aosta. Le operazioni contro l'Amba furono precedute da quelle contro le posizioni di Dessiè, che può dirsi costituissero un avamposto sul fronte sud del ridotto. L'attacco fu condotto tra il 19 e il 26 aprile, mentre le comunicazioni fra le due località venivano interrotte. La caduta di Dessiè, isolò il ridotto dell'Amba Alagi. La sua organizzazione difensiva era limitata alla parte più elevata del massiccio, comprendente l'Amba, e alle sue propaggini immediate (pilastro orientale del passo Toselli, M. Corarsi) sino ai passi Togorà, ad occidente, e Falagà, ad oriente. Il mattino del 1° marzo i Britannici sferravano il primo attacco in forze contro passo Falagà, ma venivano respinti. Il 4, erano respinti anche a passo Togorà, poi, sotto massiccia azione d'artiglieria, sbandatosi un reparto coloniale, il passo Togorà cadeva. L'azione contro l'Amba continuava nei giorni 5, 6 e 7. L'8, reparti indiani attaccavano ripetutamente il passo Falagà costringendo i difensori a ripiegare entro il perimetro interno del ridotto. Perduto successivamente il M. Corarsi e il pilastro orientale del passo Toselli, la resistenza del presidio si protraeva sulla sommità dell'Amba, pur sotto l'azione implacabile delle artiglierie e degli aerei da bombardamento britannici, fino al mattino del 17 maggio, giorno in cui il duca d'Aosta decideva di trattare la resa. Allo stremato presidio dell'Amba, il nemico rendeva l'onore delle armi.