SPLENDORE, Alfonso
SPLENDORE, Alfonso. – Nacque a Fagnano Castello (Cosenza) il 25 aprile 1871 da Luigi e da Gaetana Gallo.
Dopo aver completato gli studi secondari al liceo Umberto I di Napoli, si laureò con lode in medicina e chirurgia a Roma, il 24 luglio 1897, discutendo la tesi Come si difendono gli organismi mono e pluricellulari (animali e vegetali) dagli agenti deleteri, poi pubblicata in Brasile nel 1899.
Fu assistente volontario all’istituto d’igiene di Roma diretto dal malariologo Angelo Celli (1857-1914), dove ebbe tra i suoi maestri il medico Claudio Fermi (1862-1952). Nel 1899, per approfondire la parassitologia, lasciò l’Italia e si trasferì a San Paolo del Brasile. Ottenuta l’abilitazione dalla facoltà di medicina di Rio de Janeiro, che gli aveva automaticamente riconosciuto il titolo italiano, Splendore non solo si dedicò alla professione medica, ma proseguì anche le sue ricerche collaborando con Adolpho Lutz (1855-1940) all’Instituto bacteriológico. A San Paolo diresse inoltre il laboratorio di batteriologia dell’hospital da Real Sociedade de beneficência portuguesa e fondò quello dell’hospital Humberto I. Con Lutz lavorò sulla pebrina, l’atrofia dei bachi da seta causata dalle spore del protozoo Nosema bombycis, che dalla seconda metà del XIX secolo minacciava la sericoltura francese e italiana (Centralblatt für Bakteriologie, Parasitenkunde und Infektionskrankheiten, 1902, vol. 32, 2, pp. 150-157; 1904, vol. 36, 5, pp. 645-650; 1908, vol. 46, 4, pp. 311-315; Rivista di patologia vegetale, X (1903), pp. 337-345).
In questi anni Splendore studiò vari tipi di micosi e parassitosi. Al VI Congresso brasiliano di medicina e chirurgia, insieme a Lutz, illustrò un caso umano di sporotricosi (Revista médica de São Paulo, X (1907), 21, pp. 443-450; Annali d’igiene..., XVII (1907), 4, pp. 581-606; Centralblatt für Bakteriologie, Parasitenkunde und Infektionskrankheiten, 1907, vol. 45, pp. 631-637; 1908, vol. 46, 1, pp. 21-30; 2, pp. 97-104). Successivamente, ritenne di aver identificato in una paziente italiana una sottospecie dello Sporothrix schenckii, da lui denominata Asteroides. Nel 1908 scoprì inoltre che la miasi, parassitosi provocata dalle larve dei ditteri, poteva essere trasmessa anche dalla Sarcophaga lambens, una mosca diffusa nell’America meridionale.
La nota Un nuovo protozoo parassita de’ conigli incontrato nelle lesioni anatomiche d’una malattia che ricorda in molti punti il Kala-azar dell’uomo, comunicata il 16 luglio 1908 e apparsa poi sulla Revista da Sociedade científica de São Paulo (III (1908), 10-2, pp. 109-112), fu decisiva per la storia della toxoplasmosi. Lo stesso protozoo venne rinvenuto anche in un piccolo roditore africano, lo Ctenodactylus gondii, presso l’Istituto Pasteur di Tunisi, da Charles Nicolle (1866-1936) e Louis Manceaux (1865-1934), che lo denominarono toxoplasma. Splendore – che per primo, durante il I Congresso internazionale di patologia comparata (Parigi, 17-23 ottobre 1912), aveva intuito i possibili pericoli per la salute umana – lo definì invece «toxoplasma cuniculi». Splendore è associato anche alla scoperta del fungo (Paracoccidioides brasiliensis) responsabile della blastomicosi sudamericana, una malattia infettiva nota oggi come malattia di Lutz-Splendore-Almeida. Risalgono al 1911 le osservazioni su una nuova forma di leishmaniosi.
Nel 1912, ritornato in Italia, conseguì la libera docenza in batteriologia prima all’Università di Parma e poi, dopo aver chiesto il trasferimento, all’Università di Roma, dove venne incaricato degli insegnamenti di microbiologia tropicale e protozoologia. I programmi dei suoi corsi (1914-15, 1916-17, 1918-19) erano aggiornati ai principali risultati delle sue ricerche in Brasile. In una lettera del 10 ottobre 1912 al rettore dell’Università di Roma, Giovanni Battista Grassi (1854-1925), direttore dell’istituto di anatomia comparata, chiese di nominare Splendore conservatore straordinario al posto di Francesco Neri (Università di Roma La Sapienza, Archivio generale, Fascicolo personale, AS 3809).
Durante il primo conflitto mondiale Splendore, con il grado di tenente colonnello medico di complemento, su incarico del ministero dell’Agricoltura si occupò del problema dell’invasione delle arvicole in Puglia, responsabili, soprattutto nel foggiano, della devastazione di interi raccolti di cereali.
I rimedi fino ad allora sperimentati – meccanici (trappole per impedire il passaggio dei roditori), chimici (veleni come il fluoruro di zinco) e biologici (trasmissione per via sottocutanea o digerente di ‘virus’ muricidi come il bacillo di Löffler o di Danysz) – si erano rivelati inefficaci. Splendore perseguì la via biologica, innescando un’epizoozia tra le arvicole. Partendo, infatti, da dati raccolti a Roma presso il laboratorio di entomologia e poi sul posto, a Cerignola (Foggia), Splendore registrò un’anomala mortalità dei roditori a causa di un microrganismo, da lui poi denominato Bacterium pitymysi. Sfruttando il cannibalismo osservato in natura tra i roditori, Splendore facilitò la trasmissione della malattia, liberando nelle aree più infestate arvicole precedentemente inoculate con il microrganismo, che avrebbero così infettato gli individui sani, fino a completa estinzione della popolazione infestante. I risultati furono molto incoraggianti e vennero illustrati nei Rendiconti della Reale Accademia dei Lincei (Per la lotta contro le arvicole, s. 5, 1916, vol. 25, 2, pp. 46-49, 218-224; Ancora per la lotta contro le arvicole, ibid., pp. 516-521), nel Bollettino del ministero di Agricoltura... (s. B, 1918, vol. 2, 1-6, pp. 1-9) e negli Annali d’igiene (1920, vol. 30, pp. 445-468).
In riconoscimento dei suoi meriti nella lotta alle arvicole, Splendore ricevette un’onorificenza dai Consorzi antifillosserici della provincia di Foggia (cfr. Gallo - Tagarelli, 2002, p. 292, n. 17).
Nel 1920 Splendore ritornò definitivamente in Brasile. Per effetto del decreto ministeriale del 1° aprile 1929, non avendo insegnato tra il 1920-21 e il 1924-25 senza legittimo impedimento, decadde dalla libera docenza. Nel 1925 rifiutò anche la cattedra di microbiologia offertagli dall’Università di Bologna. È di questo anno il suo ultimo intervento pubblico, in occasione della commemorazione di Grassi, pubblicato poi in Brasile (Ars medica, II (1925), pp. 1-14).
In seguito, si ritirò dalle scene, fino alla morte avvenuta a San Paolo il 30 aprile 1953. Non sono infatti note attività di ricerca negli anni 1925-53.
Socio corrispondente di numerose società scientifiche internazionali (come la Sociedade científica de São Paulo, che contribuì a fondare), Splendore si spese molto anche per i suoi connazionali in Brasile, abbracciando la causa di diverse associazioni italiane. Per il sostegno al patronato degli emigranti, venne insignito della medaglia d’oro e del diploma di benemerenza della Società di mutuo soccorso Galileo Galilei di San Paolo.
Sposato con Marietta Schiffini, originaria di Orsomarso (Cosenza) e figlia di Luigi (1855-1920), imprenditore di successo della ‘colonia italiana’ di San Paolo, Splendore ebbe otto figli, uno dei quali, Eduardo, morì prematuramente. La cadeira n. 5 dell’Academia de medicina de São Paulo, a lui dedicata, è dal 1986 ricoperta dal nipote, Affonso Renato Meira (nato nel 1931), figlio di Gaetana Splendore.
Fonti e Bibl.: Università di Roma La Sapienza, Archivio generale, Fascicolo personale, AS 3809; Attività didattiche, facoltà di medicina e chirurgia, libretti, bb. 7, 9, 11. Per il carteggio Splendore-Grassi: Roma, Museo di anatomia comparata Battista Grassi, Fondo Grassi, Corrispondenza; Archivio privato casa Gallo-Splendore (cfr. Gallo - Tagarelli, 2002).
M. Gallo - A. Tagarelli, A. S. parassitologo calabrese, in Peste e pestilenze, stampa medica. Croce rossa italiana. Medicina oggi. Atti del XLI Congresso nazionale... 2001, a cura di A.E. Distante - M.L. Portulano-Scoditti, Mesagne 2002, pp. 287-292; A.R. Meira, A.S.: facetas da vida do descobridor do Toxoplasma, in Scientia medica, XX (2010), 1, pp. 9-12.