FIASCHI, Alessandro
Nacque a Ferrara il 16 sett. 1516 da Girolamo e da Eleonora Sacrati. Di nobile famiglia, nel 1527 entrò alla corte degli Estensi in qualità di paggio del principe Ercole, primogenito del duca Alfonso I, di cui fu creato in seguito cameriere segreto; fu poi coppiere, maestro di camera e scalco di Ercole II e infine maggiordomo sotto il ducato di Alfonso II.
Tra il 1557 e il 1558, durante la guerra contro la Spagna, fu nominato da Ercole II commissario generale di guerra e in seguito inviato a Firenze per trattarvi i preliminari di pace. Qui egli ottenne uno straordinario successo, riuscendo a salvaguardare l'integrità dei territori estensi e a suggellare la pace con il matrimonio fra il principe ereditario Alfonso e la terzogenita di Cosimo I de' Medici, Lucrezia. Riuscì inoltre a inserire nel trattato di pace la clausola secondo la quale, nell'eventualità non remota che la Francia avesse continuato a non mantenere gli impegni assunti per il pagamento della dote di Renata, moglie di Ercole II, la Spagna avrebbe risarcito quest'ultimo, in cambio del suo schieramento nell'orbita spagnola.
Per lunghi anni l'attività del F. fu legata alla spinosa vicenda di Renata di Francia, le cui propensioni per le idee riformistiche crearono notevoli difficoltà al marito, che non poteva permettere che la sua corte si trasformasse in un covo di eretici. Il F., consigliere di fiducia del duca Ercole sulla questione, concordava con lui il tenore dei dispacci e degli ordini da spedire all'ambasciatore residente in Francia e fu il probabile ispiratore della famosa missiva con la quale, nel marzo del 1554, Ercole si decise ad informare Enrico II del comportamento poco ortodosso della moglie.
Poco dopo il suo avvento al trono, nel 1559, Alfonso II inviò il F. in Francia come ambasciatore residente, dandogli inoltre ampio mandato per il recupero dei crediti che gli Estensi vantavano da quella corte per la dote di Renata e per gli ingenti prestiti a suo tempo concessi da Ercole II.
In seguito alla morte di Renata, avvenuta nel 1575, alla annosa questione della dote non corrisposta si sarebbe aggiunta quella della lite insorta fra il duca Alfonso e la sorella Anna d'Este Savoia, duchessa di Nemours, per l'eredità della madre; e ancora una volta l'incarico di sbrogliare l'intricata matassa fu affidato al Fiaschi.
Tra il 1565 e il 1570 il F. fu incaricato di speciali missioni presso la corte spagnola, ora per ottenere l'appoggio di quel re nelle trattative in corso per le seconde nozze di Alfonso II d'Este con l'arciduchessa Barbara, sorella dell'imperatore Massimiliano II, ora per invocarne la protezione dalle mai sopite mire pontificie nei confronti dei territori ferraresi. In Spagna il F, fu insignito da Filippo II dell'Ordine di Santiago.
Nel 1568 fu inviato in Germania per trattare, insieme con l'ambasciatore residente, Renato Cato, la questione della precedenza tra Medici ed Estensi. Ma il negozio per la precedenza non fu coronato dal successo. Tornato a Ferrara, fu incaricato di brevi missioni a Bologna e a Roma, dove si occupò dell'eredità del cardinale Ippolito d'Este, morto nel 1572, per la quale erano insorti dissapori tra il duca e il fratello di questo, il cardinale Luigi.
Nel frattempo gli era stato commissionato l'incarico di redigere i capitoli matrimoniali per le nozze fra Lucrezia, sorella del duca Alfonso, e Francesco Maria Della Rovere, destinato alla successione del ducato di Urbino. Il matrimonio si rivelò subito infelicissimo e portò ben presto i due alla separazione. Toccò al F. di organizzare il ritorno di Lucrezia in Ferrara e di presentare in Francia i motivi della separazione nel tentativo di arginare lo scandalo e di placare lo sdegno delle corti.
Nel 1574 il F. fu chiamato ad assecondare l'ambizioso quanto velleitario progetto del suo duca di cingersi della corona polacca. Mentre a Varsavia veniva inviato Giovan Battista Guarini per perorare la causa di Alfonso d'Este presso la Dieta, il F. fu incaricato di raggiungere Enrico III in fuga dalla Polonia e di seguirlo poi in Francia, dove sarebbe rimasto ancora una volta come ambasciatore residente per circa quattro anni.
Qui nel 1577 giunse al F. la notizia dell'omicidio commesso dal figlio Alfonso nei confronti di un gentiluomo ferrarese, Filippo Corte, per futili motivi. Grazie all'appoggio della famiglia ducale e in particolare del cardinale Luigi, il F. riuscì a salvare il figlio dai rigori della giustizia, facendolo arruolare nelle truppe di Alessandro Farnese, impegnato a combattere nelle Fiandre, ottenendo poi la pacificazione con la famiglia Corte e il perdono ducale.
Tornato finalmente a Ferrara, continuò tuttavia a servire gli Estensi adoperandosi a sanare la lite con i Medici. La questione della precedenza tra Medici ed Estensi, che aveva tenuto per tanti anni impegnati ingegni, mezzi ed energie del ducato, si risolse con uno scacco per Alfonso II. Nel 1576 un diploma imperiale sancì la legittimità del titolo di granduca, già concesso a Cosimo I dal papa nel 1569. Questo indusse il duca di Ferrara a formare una coalizione con i Gonzaga, i Farnese e i Savoia, ugualmente sdegnati e intenzionati a suggellare il patto con vincoli matrimoniali. Per Alfonso II, rimasto nuovamente vedovo, fu prescelta Margherita Gonzaga, giovanissima figlia del duca Guglielmo. Nelle trattative per il matrimonio e nella redazione dei relativi capitoli ebbe gran parte il F., che poco dopo, ormai anziano e di salute malferma, fu gratificato della nomina a maggiordomo della nuova duchessa.
Nel settembre del 1585 giungeva al F. la notizia della morte del figlio Alfonso, caduto in combattimento nelle Fiandre, e di lì a poco (tra il settembre e i primi di dicembre) a Ferrara si spegneva lui stesso.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Modena, Archivio Fiaschi; Ibid., Archivio Segreto Estense, Casa e Stato, bb. 333-334; Ibid., Cancelleria, Sez. Estero, Ambasciatori, Bologna, b. 4; Firenze, bb. 17, 20, 24; Mantova, bb. 3 e 4; Marche, b. unica; Mirandola, b. 1; Napoli, b. 14; Roma, bb. 54, 65, 85; Torino, b. 4; Venezia, b. 59; Francia, bb. 53-55, 70-71; Germania, bb. 26-28, 31; Spagna, b. 8; Ibid., Cancelleria Sez. Interno, Carteggi di referendari, b. 11; Particolari, b. 516; M. A. Guarini, Compendio historico delle chiese di Ferrara, Ferrara 1621, pp. 48 s.; A. Maresti, Teatro genealogico et istorico dell'antiche et illustri famiglie di Ferrara, I, Ferrara 1678, pp. 169 s.; L. Ughi, Diz. degli uomini illustri ferraresi, Ferrara 1804, pp. 216 s.; A. Frizzi, Memorie per la storia di Ferrara, IV, Ferrara 1848, pp. 371, 383; C. Guasti, Le carte strozziane dell'Archivio di Stato di Firenze, I, Firenze 1884, pp. 207 s.; V. Santi, La precedenza tra gli Estensi e i Medici..., in Atti della Deput. ferrarese di storia patria, IX (1897), pp. 59, 73; B. Fontana, Renata di Francia, duchessa di Ferrara, III, Roma 1899, pp. IX s.; A. Lazzari, I "Ricordi di governo" di Alfonso II d'Este, duca di Ferrara, in Arch. stor. ital., LXXVIII (1920), 1, p. 120.