BRUSANTINI, Alessandro
Nacque a Ferrara intorno al 1580 da Paolo e Anna Laderchi. Visse per lo più all'ombra del padre, come cortigiano degli Este, dividendone le vicende di fortuna e d'abbattimenti. Anche culturalmente non fu più che un dilettante: firmò la dedica al duca Cesare dei Dialoghi del padre e una sua poesia venne raccolta da Leonardo Sanudo nella miscellanea Vita,azioni,miracoli,morte,resurrezione ed ascensione di Dio umanato (Venezia 1614, p. 66). Sue lettere ad Alfonso e a Cesare d'Este sono, con altri documenti, a Modena, nell'Arch. di Stato, Serie particolari: Brusantini Alessandro. Trasferitosi a Modena nel 1598, servì il duca Cesare in qualche missione, la più importante delle quali sembra un'ambasceria alla corte di Vienna nel maggio 1612 (Arch. Comunale di Modena, Cronaca dello Spaccini, 5 maggio 1612). Alla fine del 1611 aveva sposato Vittoria Prosperi, di ricca famiglia ferrarese: costei - trascurata dal marito, a cui il cronista Spaccini attribuisce inclinazioni particolari - incapricciatasi di un cavaliere ferrarese di dubbia moralità, Gerolamo Brugnoli detto Tagliapietra, tramò la morte del marito e del suocero, secondo la relazione del 15 febbr. 1612 dei due funzionari inquirenti per conto del duca (cfr. Santi, 1888, pp. 76-80). Il duca cercò di sanare i rapporti tra le due famiglie, e Vittoria (che aveva confessato la sua colpa: Cronaca dello Spaccini, cit., 13 marzo 1613) fu chiusa nel convento di S. Maria Maddalena di Reggio, dove restò almeno quattro anni.
Nell'estate 1613 il B. fu accusato, insieme con alcuni medici, di aver operato sortilegi per poter estrarre dal monte Valestra un tesoro ivi nascosto (Tassoni, Secchia rapita, IX, 76). Il processo inquisitorio si tenne presso la Curia vescovile di Modena il 29 ag. 1613 e, sebbene nulla emergesse a carico del B., l'opinione comune lo colpì, perché era un fatto notorio ch'egli si dilettasse di scienze occulte e magia. Anche più tardi, nel 1621, fu implicato con Maiolino Bisaccioni in un nuovo processo per "negromanzia". Per queste vicende, e per i libelli diffamatori diffusi, a Modena nel 1614, su di lui, ancor più che sul padre, riversò il suo odio A. Tassoni, che lo beffeggiò nel conte di Culagna e, con acrimonia non minore, nelle lettere.
Nel gennaio 1617, finito il favore estense, il B. si ritirava a Ferrara. Per qualche tempo si riunì con la moglie e ne ebbe un figlio, ma nel marzo 1624, trovandosi a Roma, fu oggetto di un attentato, di cui restò vittima un servo. L'attentatore, Marc'Antonio Bellati, già domestico di casa Brusantini, venne imprigionato insieme con Vittoria, Camillo e Alfonso Prosperi; la moglie finiva di nuovo in strettissima clausura. Subito dopo questa vicenda familiare il B. si avventurava in una causa civile col marchese Niccolò Tassoni, il quale riusciva a farlo imprigionare con l'imputazione d'aver falsificato certi documenti addotti in causa. Il 22 giugno 1626 veniva condannato a sette anni di relegazione a Civitavecchia e a un'ingente multa. In appello la sentenza venne riformata probabilmente a favore del B., ma non ne sono note le esatte risultanze. S'ignora la data di morte.
Fonti e Bibl.: G. B. Spaccini, Cronaca modenese (1588-1636), I-III, Modena 1911-1936, ad Indices (in parte ancora inedita nell'Arch. Comunale di Modena, Camera Segreta); A.Guarini, Lettere, Ferrara 1611, p. 153; A. Tassoni, Lettere [1616-1621], a cura di G. Rossi, I, Bologna 1901, pp. 63, 229, 281 s., 292, 341-43, 345-47, 349; F. S. Quadrio, Della storia e della ragione d'ogni poesia, VII, Bologna 1752, p. 176; G. Carducci, Di A. Tassoni e della Secchia rapita, in A.Tassoni, La secchia rapita, Firenze 1861, pp. xxiv s.; U. Ronca, La Secchia rapita di A. Tassoni, Caltanissetta 1884, pp. 12-14, 86; V. Santi, Paolo e A. B. nella storia e nella Secchia rapita, in Rassegna emiliana, I (1888), pp. 33-50, 69-84, 223-32, 409-21, 709-46; Id., La storia nella "Secchia rapita", II, Modena 1909, pp. 95-113.