BIBOLINI, Aldo
Nato a Sarzana (La Spezia) il 16 ag. 1876 da Giovanni e da Maria Mazzi, seguì gli studi universitari a Pisa e conseguì nel 1898 la laurea in ingegneria civile presso la Scuola di ingegneria di Roma, dove frequentò anche il corso speciale di elettrotecnica. Dopo essere stato assistente di fisica tecnica, poi di meccanica applicata alle macchine, negli anni 1900-1902 fu vicedirettore della Società italiana dei forni elettrici in Roma, poi direttore tecnico della Società italiana per automobili Bernardi a Padova.
Sul problema delle fonti di energia adatte all'automobile il B. pubblicò L'elettricità nell'automobile (L'elettricista, s. 2, I [1902], n. 7, pp. 167-172, e Annali della Società degli ingegneri e degli architetti italiani, III[1903], pp. 109-138), in cui affermava che i motori elettrici - di cui esaminava a lungo le applicazioni - erano particolarmente convenienti per le vetture leggere dei servizi urbani.
Nel 1902 vinse il concorso per ingegnere del Corpo delle miniere e, destinato all'ufficio distrettuale di Firenze, andò a perfezionarsi all'Ecole des mines di Liegi, dove frequentò anche l'annesso Istituto elettrotecnico Montefiore, laureandovisi nel 1904. Al ritorno in Italia, il 31 dicembre, fu destinato all'Ufficio distrettuale di Caltanissetta, dove insegnò costruzioni, mineralogia, geologia ed elettrotecnica nell'annessa scuola mineraria, di cui poi divenne vicedirettore. A Caltanissetta il B. diresse anche la miniera di Testasecca e riordinò le collezioni cristallografiche della scuola. Risale a questo periodo lo studio La macchina elettrica d'estrazione (Rass. dell'industria solfifera, 1905, n. 20, pp. 1-9; n. 21, pp. 1-10; n. 23, pp. 1-9; 1906, n. 27, pp. 17-37).
Muovendo dalla constatazione che "il motore a gas povero sembra dover essere la sorgente di forza motrice generalmente più adatta" alle miniere siciliane quasi tutte scarseggianti "di acqua, di combustibile e di mezzi di comunicazione", il B. sosteneva "la particolare attitudine di tali miniere alle installazioni elettriche, necessariamente connesse alle centrali a gas povero".
Il 1º nov. 1908 fu trasferito nel distretto minerario di Vicenza con l'incarico della direzione della scuola mineraria di Agordo (Belluno). Nel 1913-1914 frequentò a Parigi il laboratorio del Museo di mineralogia e petrografia annesso alla Sorbona. Nel 1917, essendo la scuola di Agordo chiusa per l'invasione austriaca, il B. fu trasferito a Iglesias; quando quella riaprì, continuò a interessarsene e nel 1920-21 fu rappresentante del comune di Agordo nel suo consiglio di perfezionamento.
Sono di questo periodo, oltre ad alcuni studi minero-geologici come La miniera di rame di Canal S. Bovo o Pralongo (La miniera italiana, I[1917], n. 10, pp. 365-368) e Gli affioramenti piritiferi di Valle S. Valentino in Comune di Iavrè (Boll. d. Soc. geolog. ital., XXXVI [1917], pp. LXXVIII LXXX), le ricerche, già iniziate a Caltanissetta nel 1905, relative alla realizzazione, in collaborazione con P. Riboni, di una nuova cernitrice elettrostatica con il corrispondente raddrizzatore statico per alti potenziali (vedi, su questo, la relazione fattane molti anni dopo all'adunanza del 28dic. 1924dell'Accademia delle Scienze di Torino, pubblicata negli Atti del 1925, LX, pp. 138-144).
L'invenzione venne poi perfezionata e nel 1913tutelata da brevetti italiano, francese, inglese e statunitense; le sue caratteristiche furono esposte dal B. nella pubblicazione Sulla utilizzazione pratica di talune proprietà elettriche dei minerali nella preparazione meccanica. Teoria di una nuova cernitrice elettrostatica (L'Industria, XXXII [1918], n. 15, pp. 461-464; n. 16, pp. 484-489; n. 20, pp. 597-601) ed ulteriormente precisate in occasione di un intervento al Congresso scientifico internazionale a Liegi nel 1922 (Note sur la séparation électrostatique des minerais à propos d'une nouvelle électro-trieuse, in Congrès scientifique international organisé par l'Association des Ingénieurs... Liège,18 au 24 juin 1922, Liège 1923, pp. 301-329).
Secondo E. Camerana, che in veste di commissario dell'Ente autonomo per il progresso tecnico ed economico dell'industria solfifera aveva sperimentato la cernitrice (Nota sugli esperimenti di separazione elettrostatica dei minerali di zolfo col sistema Bibolini-Riboni, in La miniera italiana, VII [ 1923], 1, pp. 11-15), la resa in zolfo e l'alto costo non consentivano di parlare di "vero e propro raggiungimento di risultati industriali" e ponevano in risalto "i limiti di applicabilità del sistema".
Nell'aprile del 1918 al B. furono affidate la fondazione e la direzione dell'ufficio geologico e minerario di Asmara.
Il B. compì esplorazioni soprattutto in Dancalia e nel nord-est dell'Eritrea. Le sue osservazioni sulla geologia generale, la stratigrafia, la tettonica, la petrografia e la mineralogia della regione sono rimaste affidate a un gruppo di scritti pubbl. tra il 1920 e il 1936 (Risultati preliminari delle osservazioni fatte nel NE della Colonia Eritrea [con 5 tavole], Asmara 1920; Sui conglomerati di Rora Bagla e dei Monti Haggar,in Colonia Eritrea, in Boll. d. Soc. geolog. ital., XI, [1921], pp. 169-176; Contribution à l'étude de la géologie de l'Afrique Orientale Italienne, in Congrès géologique international..., Bruxelles 10-19 août 1922, II, Liège 1925, pp. 797-814). A parte l'indiscusso contributo alla conoscenza degli indizi petroliferi e dei giacimenti saliferi e potassici dell'Eritrea (Sull'importanza industriale dei giacimenti saliferi della Dancalia, in La miniera italiana, VI[1922], n. I, pp. 1-8; Sull'importanza industriale dei giacimenti potassici della Dancalia, in Boll. delle informazioni del R. Ministero delle Colonie, X[1922], n. 3, pp. 323-336; Indizi petroliferi nel Mar Rosso meridionale e in Colonia Eritrea, in La miniera italiana, VII[1923], n. 12, pp. 365-367, e in l'Industria mineraria, X[1936], n. 6, pp. 187-189; Giacimenti auriferi dell'Eritrea, in Giorn. di geologia, s. 2, V [1930], pp. 57-70), gli si fa credito della scoperta dell'esistenza di formazioni geologiche primarie, successivamente confermate da altri studiosi, e del rilevamento di affioramenti ferriferi successivamente esplorati con l'ausilio di adeguati mezzi geofisici (L. Stragiotti).
Il 3 ag. 1920 il B. vinse il concorso per la cattedra di tecnologia mineraria nel politecnico di Torino, e dal 1935 al collocamento a riposo ricoprì quella di arte mineraria.
A lui va buona parte del merito del graduale completamento del corso di perfezionamento in miniere, la sistemazione definitiva della sezione di ingegneria mineraria e l'ampliamento e l'ammodernamento dei laboratori tecnologici (vedi I laboratori tecnologici nell'insegnamento minerario al R. Politecnico di Torino, in La miniera italiana, VIII[1924], n. 3, pp. 85-86). Notevole fu anche il suo contributo all'arricchimento dei musei naturalistici del politecnico ed al riordinamento delle collezioni. Vicedirettore del politecnico, denominato allora Istituto superiore d'ingegneria, dal luglio 1933 al novembre 1938, fu da quell'anno direttore sino all'aprile 1945; gli si deve anche la preparazione del progetto di costruzione di una nuova sede a Cascina Ceresa.
Il B. morì il 30 giugno 1949 a Torino. Era stato membro del Comitato per la geologia nel Consiglio nazionale delle ricerche dal 1929, socio nazionale dell'Accademia delle Scienze di Torino dal, 1937, membro effettivo dell'American Institution of Mining & Metallurgical Engineers dal 1939.
Tra i primi ad occuparsi della petrografia dei minerali (in particolare dei combustibili fossili), il B. diede impulso agli studi micrografici e introdusse in Italia la micrografia in luce riflessa. Segnalati, anche all'estero, i suoi studi sulla preparazione meccanica dei minerali specialmente per fluttuazione (Lezioni di preparazione meccanica dei minerali, Torino 1923; 2 ediz., 1926; La preparazione dei minerali da fluttuazione e la sua attuabilità nei saggi di laboratorio, in Associazione mineraria del Piemonte, luglio 1933, pp. 1-5) e i suoi studi sull'arricchimento dei minerali poveri, come quelli condotti prima del 1932, per incarico del Consiglio nazionale delle ricerche (Studi sull'arricchimento dei minerali poveri, in Ricerca scientifica, III[1932], n. 5, pp. 287-301). Sulla fluidodinamica nella preparazione dei minerali, al termine di una lunga serie di ricerche e dopo l'osservazione di tutti i metodi di arricchimento idrogravimetrici, condensò i risultati in una relazione svolta al Congresso minerario italiano di Iglesias nel 1948 (solo in parte pubblicata: Atti..., Iglesias 1950, sez. 4, pp. 473-495). In essa, dopo aver trattato Della caduta libera di sfere e grani minerali e Della caduta ostacolata dei grani nelle sospensioni granulari (parti non pubblicate), dimostrava L'applicabilità del teorema della quantità di moto alle sospensioni granulari e concludeva rilevando la fondamentale importanza della "estensione applicativa del teorema della quantità di moto nella interpretazione teorica del funzionamento degli apparecchi di concentrazione idrogravimetrica".
Il B. ideò anche un volumetro (atto ad eseguire determinazioni di peso specifico come controllo delle operazioni di preparazione meccanica e specialmente della fluttuazione), un apparecchio diagrammatore (destinato a determinare il rapporto di equivalenza nella caduta ostacolata nelle sospensioni granulari), un mulino autoclassificatore per minerali (brevettato in Italia, in Germania e nel Lussemburgo come "apparecchio per la macinazione autostacciante a circuitazione regolabile"), una nuova bussola da geologo costruita dalla Salmoiraghi (Un nuovo tipo di bussola da geologo, in Boll. d. Soc. geolog. ital., XLVII [1928], n. 2, pp. 291-294, e in La miniera italiana, XIII[1929], n. 1, pp. 16-26) e altri apparecchi per laboratorio.
Per un elenco degli scritti del B. vedi Annuario del Politecnico di Torino per gli anni 1948-49 e 1949-50, Torino 1950, pp. 363 ss.; Boll. della Soc. geolog. ital., LXIX (1950), pp. 110 ss.
Bibl.: C. Alimenti,La questione petrolifera italiana, Torino 1937, p. 97; Atti dell'Acc. delle Scienze di Torino, LXXXIV(1949), I, p. 213; Ann. del Politecnico di Torino per l'anno accad. 1965-66(centenario della fondazione), Torino 1966, p. 34; G. Dainelli,Geologia dell'Africa orientale, Roma 1943,ad Indicem; A. Desio,Bibl. geologica ital. dell'Africa sino al 1948 incluso, Roma 1950, pp. 35 s., 42, 62, 64, 68, 71; O. Gatti,Il volumetro barometrico Bibolini, in Ass. miner. del Piemonte, marzo 1933, pp. 8-11; La Stampa, 1ºluglio 1949 (necrologio e notizia); L. Stragiotti,Prof. ing. A. B., in L'industria mineraria, n.s., 1 (1950), n. 2, p. 66; A. Sabella, Il Corpo delle Miniere nei suoi cento anni di vita (1859-1959), III, in L'industria mineraria, n.s., VIII (1958), n. 8, p. 455; L. Stragiotti, A. B. (1876-1949), in Boll. d. Soc. geolog. ital., LXIX (1950), pp. 106-110; Id., A. B., in Ann. dal Politecnico di Torino per gli anni 1948-49 e 1949-50, Torino 1950 pp. 357-362.