FELICANI, Aldino
Nacque a Vicchio, in provincia di Firenze, il 19 marzo 1891 da Torquato e da Vittoria Corsi. Frequentò la scuola fino alla terza classe elementare prima di trasferirsi al seguito della famiglia a Sant'Agata Bolognese, dove lavorò come sarto e barbiere. All'inizio degli anni Dieci, dopo aver militato per qualche tempo nelle file del sindacalismo rivoluzionaro, il F. si avvicinò all'anarchismo. Collaborò alla redazione del foglio modenese La Bandiera rossa e poi iniziò ad inviare corrispondenze per il giornale anarchico bolognese L'Agitatore, firmandole con lo pseudonimo di Gavroche. Stabilitosi a Bologna nel marzo 1912, trovò un lavoro stabile presso la tipografia La Scuola moderna, gestita dall'anarchico D. Zavattero, dove si stampava L'Agitatore.
L'ambiente anarchico felsineo viveva un momento di grande fermento in seguito al caso G. Masetti (il soldato che il 30 ott. 1911, presso la caserma "Cialdini", aveva sparato contro il colonnello del suo reggimento per protestare contro l'impresa tripolina). Nella virulenta polemica di quei mesi si era distinto il quindicinale antimilitarista Rompete le file!, animato da Maria Rygier. Nel novembre 1911 la Rygier era stata arrestata e il giornale aveva dovuto sospendere le pubblicazioni.Fu il F. a promuovere allora una raccolta di fondi, grazie alla quale nel maggio 1912 riuscì a far riapparire il giornale, stampandolo presso la tipografia La Scuola moderna ed assumendone la gerenza. Il F. svolse un'intensa campagna in favore della Rygier e di Masetti e s'impegnò direttamente nella propaganda contro la guerra di Libia. L'8 luglio e il 10 settembre il F. subì due arresti per aver distribuito manifestini che incitavano i militari alla disubbidienza e vilipendevano l'esercito. Alla fine del 1913 il Rompete le file! venne soppresso d'autorità e il F. fu incriminato per reati di stampa. Avendo buoni motivi per ritenere imminente il suo arresto e prevedibile una dura condanna, il F. reputò opportuno allontanarsi dall'Italia. Riparò prima in Svizzera e raggiunse poi gli Stati Uniti, stabilendosi a Cleveland. Qui apprese che il 10 luglio 1914 la corte d'assise di Bologna lo aveva condannato a otto mesi di reclusione per reati di stampa.
A Cleveland, dove era stato chiamato dai suoi compagni di fede che animavano il Circolo di studi sociali, il F. sembrava aver trovato l'ambiente propizio per portare avanti il suo impegno politico. Si dedicò con rinnovato entusiasmo al lavoro di propaganda e il 23 apr. 1914 fece uscire il settimanale La Gioventù libertaria. Non ci volle tuttavia molto tempo perché si rendesse conto di avere a che fare con un ambiente anarchico molto diverso da quello lasciato a Bologna.
Il F. lamentava soprattutto la scarsa propensione al dibattito teorico: "sento già la nostalgia delle discussioni, che costituivano la nostra maggiore attrazione alla Camera del lavoro... - scrisse il 30 apr. 194 all'amico Mario Balestra - Potrò sbagliarmi, ma la ginnastica intellettuale non è per questo ambiente" (lettera pubblicata in Controcorrente, 1967, n. 52, p. 34).
Appena al terzo numero il settimanale dovette cessare le pubblicazioni, ufficialmente per mancanza di fondi, ma con molta probabilità a causa di divergenze sull'orientamento da imprimere al periodico, che fecero venir meno al F. il sostegno del gruppo editore e finanziatore. Tutto ciò confermava come, "con una mentalità formatasi negli ambienti del sindacalismo rivoluzionario, ben difficilmente il Felicani avrebbe potuto inserirsi nel circoli galleanisti degli anarchici nordamericani e gettare la basi per un piano comune di lavoro" (Bettini, II, p. 194).
Il F. si trasferì a New York, dove il 18 ott. 1914 uscì il nuovo periodico di propaganda anarchica La Questione sociale, di cui fu direttore fino alla chiusura nel 1916. Nel 1918 il F. cambiò ancora città, stabilendosi a Boston, dove trovò lavoro come linotipista presso il giornale La Notizia.
Nel Massachusetts vi era una nutrita presenza di immigrati italiani di fede anarchica e due di loro, Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, furono al centro di un clamoroso caso giudiziario. Il 5 maggio 1920 essi vennero arrestati con l'accusa di rapina e duplice omicidio e sottoposti a processo mentre montava un clima di grande intolleranza nei confronti dei "sovversivi italiani".
Il F., che era legato da vincoli di amicizia oltre che da comunanza d'ideali a Sacco e Vanzetti, fu uno dei più tenaci animatori della mobilitazione a loro favore. Contribuì alla costituzione di un comitato di difesa pro Sacco e Vanzetti, di cui divenne tesoriere e fu direttore de L'Agitazione, organo del comitato, edito a Boston dal dicembre 1920 al febbraio 1925. L'iniziativa del comitato, dapprima limitata all'ambito dell'immigrazione italiana di Boston, si estese in tutti gli Stati Uniti e un po' in tutto il mondo.
L'Agitazione divenne lo strumento principale di questa campagna, ebbe una diffusione internazionale e i suoi articoli vennero tradotti e ripresi dai giornali di vari paesi. Dopo oltre un anno di interruzione l'organo di stampa del comitato riapparve nel dicembre 1926 con la nuova testata Protesta umana, che sopravvisse fino all'aprile 1927. E proprio il 9 apr. 1927 Sacco e Vanzetti furono condannati a morte con una sentenza che sollevò proteste e indignazione. In tutto il mondo ci furono manifestazioni per salvare dalla sedia elettrica i due anarchici italiani, ma tutti i tentativi furono vani e la condanna venne eseguita il 23 agosto di quello stesso anno.
Dopo l'esecuzione il F. s'impegnò per la riabilitazione della memoria di Sacco e Vanzetti, ma il clima politico negli Stati Uniti e gli orientamenti che cominciavano a prevalere in seno alla comunità italoamericana rendevano senza speranza la sua generosa battaglia. Raggiunto un livello di relativo benessere, molti immigrati mostravano di riconoscersi nel sistema americano e assegnavano semmai al fascismo il ruolo di vindice delle umiliazioni e delle ingiustizie da loro patite in terra straniera. Ma proprio in quegli anni giungevano negli Stati Uniti molti intellettuali e politici antifascisti, con i quali il F. riuscì a stabilire un rapporto di grande solidarietà umana e anche un'intesa politica che andavano al di là dei contrasti d'idee. In particolare ebbe la stima e l'amicizia di Gaetano Salvemini.
Il F., che nel 1925 aveva acquistato una piccola azienda tipografica, dedicò molte delle sue energie e dei suoi guadagni alla causa antifascista. Nel 1927 promosse a Boston l'uscita di The Lantern, primo giornale in lingua inglese sorto con lo specifico intento di lottare contro il fascismo e al quale collaborarono Henri Barbusse, Francesco Saverio Nitti, Gaetano Salvemini e John Dos Passos. Nel 1929 il giornale sospese le pubblicazioni, sempre a causa della mancanza di fondi, e trascorsero circa dieci anni prima che il F. si cimentasse in una nuova esperienza editoriale. Nel 1938 fondò Controcorrente, potendo ancora una volta contare sulla collaborazione di Salvemini e altri intellettuali antifascisti come Max Salvadori, Niccolò Tucci, Giorgio de Santillana. Dopo la caduta del fascismo Controcorrente interruppe le pubblicazioni, per riprenderle nel 1957. Tra il 1957 e il 1966, anno di chiusura definitiva, la rivista propose, tra l'altro, una serie di testimonianze e di carteggi inediti relativi all'anarchismo italiano dei primi decenni del secolo.
Il F. morì a Boston il 20 apr. 1967.
Fonti e Bibl.: Le Memorie del F. sono raccolte manoscritte presso la Biblioteca americana della facoltà di magistero dell'Università di Firenze; Ricordi, Pagine di diario del F. nei nn. 50-52 di Controcorrente (Boston 1966-1967); Roma, Archivio centrale dello Stato, Casellario politico centrale, b. 1991, fasc. 8929; F. Russell, La tragedia di Sacco e Vanzetti, Milano 1966, pp. 37 ss., 143 s., 150, 155-158, 24, 271, 388, 473 s., 479; Umanità nova, 29 apr. e 27 maggio 1967; IlPonte, XIII (1967), 6, pp. 700 ss.; G. Cerrito, L'antimilitarismo anarchico in Italia nel primo ventennio del secolo, Pistoia 1968, pp. 13 n., 15 n., 23 n., 30 n., 32 n.; Id., Sull'emigrazione anarchica italiana negli Stati Uniti d'America, in Volontà, XXIII (1969), 4, pp. 275 s.; J. P. Diggins, L'America, Mussolini e il fascismo, Roma-Bari 1972, ad Indicem;L. Bettini, Bibliografia dell'anarchismo, I-II, Firenze 1972-1976, ad Indices; G. Cerrito, Dall'insurrezionalismo alla settimana rossa. Per una storia dell'anarchismo in Italia (1881-1914), Firenze 1977, ad Indicem.